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Paolo Pugliese

Paolo Pugliese

Moon Knight n.1

In forte espansione editoriale, la Panini comics ha lanciato nella seconda settimana di maggio questa sua ennesima, nuova testata mensile: Marvel Select è una linea antologica composta da albi monotematici che qui esordisce con la recentissima maxiserie Moon Knight di Brian Bendis e Alex Maleev. La coppia di autori di ottime run su Daredevil, La Donna Ragno e Mighty Avengers, torna a lavorare insieme prendendosi cura di uno dei più problematici ed enigmatici eroi Marvel: il Cavaliere della Luna.

Dopo gli eventi narrati nelle sue ultime due serie, ritroviamo Marc Spector in un nuovo contesto, lontano dalle atmosfere suburbane di New York che, da sempre, avevano caratterizzato le sue avventure. Mark si è trasferito a Los Angeles, sembra aver raggiunto un equilibrio mentale ed è diventato produttore esecutivo di una serie televisiva di successo ispirata alle sue origini di vigilante, con gli eventi vissuti quando era un mercenario in Egitto ed entrò in contatto con il Dio Khonshu, del quale divenne l’avatar terrestre come Moon Knight. Mark viene raggiunto da tre suoi colleghi Vendicatori (Capitan America, Wolverine e l’Uomo Ragno), i quali gli chiedono di indagare su una migrazione di attività criminali dall’est coast, grazie alla sua conoscenza del territorio. Il vigilante si metterà sulle tracce di un misterioso, quanto potente, trafficante di armi iper-tecnologiche, trovando sulla sua strada anche due femme fatales.

Bendis costruisce una storia insolitamente non decompressa, ma veloce e lineare, con una chiara impostazione progressiva degli eventi, unita a toni fortemente cinematografici, grazie anche al contributo artistico di Maleev. In questi primi due episodi sono efficacemente mescolate tra loro le dinamiche dei fumetti supereroistici con quelle degli action e dei moderni serial polizieschi, delle spy-story alla Ian Fleming e dei romanzi giallo-polizieschi di Raymond Chandler. L’autore gestisce, inoltre, con disinvoltura e fluidità la psiche camaleontica del protagonista, facendolo evolvere dal suo precedente status ma, al tempo stesso, senza allontanarsi troppo dalla recente caratterizzazione di eroe disfunzionale. Lo sceneggiatore, però, adotta un approccio introspettivo più chiaro rispetto all’ambiguità con la quale il personaggio era stato raccontato in passato: psicopatico o davvero agente sovrannaturale di un Dio Egizio? Bendis ci dà una risposta tagliente e senza mezzi termini nell’ultima tavola del primo episodio dell’albo, con un bel colpo di scena che mette in discussione quanto letto nelle pagine precedenti.

Dal canto suo, Maleev realizza dei disegni più sciolti e meno statici che in passato, mettendo da parte la tecnica della scansione fotografica ed evolvendo il suo stile con un taglio sintetico e spigoloso, che sembra ispirarsi al lavoro di Bill Sienkiewicz sul personaggio nei primi anni ‘80; inoltre, imposta le sue tavole con un gioco di inquadrature e di contrasti tra luce ed ombre che conferiscono alla serie interessanti atmosfere da noir. Il risultato finale è una piacevole lettura d’intrattenimento, con un impianto grafico-narrativo non scontato e vari elementi di interesse riguardanti un eroe fuori dagli schemi ed in costante evoluzione.

Kirby Genesis 1

Lanciata nel 1971 dalla N.A.S.A., la sonda spaziale Pioneer 10 è uscita fuori dal sistema solare ed è in viaggio nello spazio profondo, contenendo informazioni sulla razza umana e un messaggio rivolto a qualsiasi forma di vita extraterrestre intelligente. Un messaggio che giunge a qualcuno e, nel vuoto cosmico, viene assorbito e valutato. E la N.A.S.A. riceve una risposta. Misteriose entità aliene, simili a Dei, stanno per scendere sulla Terra, ma il loro arrivo è concomitante ad una serie di singolari eventi, con diverse creature antropomorfe provenienti da altre galassie che convergono anch’esse sul nostro pianeta.

Con un’impostazione sintetica nei contenuti editoriali (avrebbero giovato al lettore molte più informazioni a riguardo), la Panini Comics presenta in Italia la prima parte della maxi-serie Kirby Genesis, pubblicata dalla Dynamite Press, con la quale l’acclamato scrittore Kurt Busiek riprende e rilancia tutti i personaggi del cosiddetto “Kirbyverse”: un universo composto da vari carachters che il grandissimo disegnatore/narratore, Jack “il re” Kirby, ha creato all’inizio degli anni ’80 fuori dalla Marvel e dalla DC, prima per la (defunta) casa editrice indipendente Pacific comics (Captain Victory, Silver Star) e poi per la Topps Comics ad inizio dei ’90 (Secret City Saga, Night Glider, Captain Glory).
Disegnata in maniera realistica ed evocativa da Jack Herbert, con interventi pittorici di Alex Ross, Genesis è un vero e proprio reboot del “Kirbyverso”, con tutti i suoi personaggi che rivivono in una versione riveduta e aggiornata ai nostri tempi. Nella saga, Busiek mescola tra loro fantascienza, mitologia classica, supereroismo, commedia e cultura pop, con uno sviluppo dei contenuti e ritmi fortemente cinematografici, che sembrano ispirarsi agli incipit di film come "Indipendence Day" e "Starman", con l’arrivo sulla terra di numerose entità aliene o paradimensionali, attirate da una qualche misteriosa causa che sembra legarli l’uno all’altro.

La narrazione di Busiek è abbastanza introspettiva e, come era accaduto già nella sua Astro City, l'autore imposta il racconto attraverso gli occhi di persone normali, come ad esempio il giovane studente universitario Kirby (graficamente reso con i lineamenti dell’attore comico Jay Baruchel), il quale si ritrova catapultato in una serie di eventi legati all’arrivo di questi singolari personaggi; da quest’ultimo punto di vista, la trama ha un’impostazione corale, con un cast molto affollato ma poco approfondito, proponendo una lunga carrellata di carachters che funge, in pratica, da semplice (quanto lunghissimo) prologo introduttivo alla storia, senza avere un forte senso compiuto, visto che la narrazione non entra nel vivo né rivela i suoi cardini principali, risultando un po’ frammentaria. Tenendo conto dei contenuti meramente preparatori della storia, nel corso della lettura si palesa il dubbio che questa maxi-serie non sia altro che una colossale ripresentazione al pubblico dei personaggi kirbiani creati 30 anni fa, inseriti nel corso della storia con pochissimi dettagli a carico e senza interagirazione tra loro, facendo venire il sospetto che avranno – come era già accaduto per Project Superpowers - maggiore approfondimento nelle prossime miniserie dedicate ad ognuno (per ora ce ne sono ben tre, Captain Victory, Silver Star e Dragonsbane), costringendo, dunque, i lettori a fare più acquisti per avere un quadro chiaro dell’opera.

Dc Essential Hawkman Vol.1 (Di 2)

Dopo la ristampa dell’esilarante Justice League International di Keith Giffen e J. M. DeMatteis, la Lion Comics pubblica un nuovo volume-compendio della linea DC Essential, stavolta dedicato all’acclamata serie Hawkman del 2002, scritta da una coppia d’eccezione quale Geoff Johns e James Robinson, con disegni dell’ottimo Rags Morales.
Il tomo in questione contiene i primi 12 numeri della run di Johns e Robinson (oltre al one shot Hawkman Secret Files), che reintroduce Hawkman nell’universo DC, rinato in seguito alla fusione delle anime del suo alter ego umano (Carter Hall) e dell'Hawkman del pianeta Thanagar (Katar Hol), mantenendo tutti i ricordi delle vite passate di entrambi i personaggi. Il guerriero alato ritorna, dunque, in azione cercando di riunirsi alla sua storica compagna Hawkgirl, anch’ella reincarnatasi ma senza avere alcun ricordo della loro vita insieme, collaborando con lui in maniera riluttante per scoprire gli assassini dei propri genitori.

La serie si distingue fin da subito per il lucido percorso narrativo compiuto della coppia di autori per creare una versione definitiva di Hawkman, coniugando in maniera coerente tutte le precedenti e discordanti incarnazioni e facendo finalmente ordine nell’ingarbugliata continuity editoriale dell’eroe. Entrambi abilissimi nel caratterizzare psicologicamente i personaggi che scrivono, Johns e Robinson tratteggiano, storia dopo storia, il nuovo Hawkman come una figura complessa e al tempo stesso controversa, con peculiarità introspettive molto più interessanti paragonate a quelle che si sono avvicendate in passato. Fondendo tra loro le caratteristiche delle duplici origini dell'uomo falco, ovvero quelle storico-fantasy con anime reincarnate che viaggiano attraverso i secoli e quelle successive e fantascientifiche con guerrieri alieni, la serie presenta un personaggio che intraprende un viaggio di crescita personale, affrontando sia il proprio passato che i propri lati più oscuri. Da un punto di vista puramente introspettivo, l’Hawkman/Carter Hall è una figura sfaccettata e marcata da una sofferente contraddizione: due anime, quella dello studioso Carter Hall e quella del guerriero Katar, si oppongono l’una all’altra, alternando in maniera poco equilibrata raziocinio ed intelletto a violenza e furia belligerante. Una dicotomia molto interessante, che viene introdotta e sviluppata in maniera abile e progressiva dagli autori, dando spessore al personaggio, segnato da una difficoltà esistenziale che rende la sua figura più umana e reattiva. Carter è incapace di calarsi completamente nella vita di tutti i giorni, preferendo l’identità di Hawkman, sotto il cui elmetto nasconde un animo solitario e disadattato, anche a causa del difficile rapporto con la compagna Kendra/Hawkgirl, dal temperamento indipendente e ribelle e la cui presenza aggiunge una prospettiva interessante al protagonista, dal punto di vista del confronto psicologico e sentimentale.

Narrativamente parlando, invece, nonostante proponga un’evoluzione costante di Hawkman questa serie non ne azzera i trascorsi editoriali ma, anzi, ne rispolvera il pantheon di personaggi e situazioni arricchendolo con il passato di mille vite del protagonista, tutto da scoprire, che costituisce anche un serbatoio potenzialmente infinito di storie ed incipit vari. L’impostazione degli episodi è di ampio respiro, spaziando tra più generi, da quello prettamente supereroistico a quello apertamente fantasy con divagazioni colte come i due episodi incentrati sulla mitologia della religione indiana.
Per quanto riguarda l’aspetto grafico, in Hawkman, il disegnatore Rags Morales non era ancora arrivato a quella maturità artistica esplosa, ad esempio, nella miniserie Crisi di Identità, ma è già visibile l’eleganza del suo tratto, ancora acerba per certi aspetti, ma in costante crescita. I suoi disegni sono plastici e dinamici, molto dettagliati nella costruzione delle scene, proponendo una raffigurazione molto potente di Hawkman che contribuisce, insieme al lavoro degli sceneggiatori, a esprimere pienamente la sua aura iconica.
Sul fronte editoriale, nonostante la corposa foliazione di ben 336 pagine, il presente volume si presenta in un formato agile, con una buona rilegatura nonostante sia brossurato e non cartonato. Pochi i redazionali, costituiti da schede su personaggi e ambientazioni, sintetiche ma, comunque, esaurienti.

1066 - Guglielmo il Conquistatore

Il nobile Aroldo riceve ordine dal suo re, il morente Edoardo, di lasciare la natia Inghilterra e recarsi in Normandia, presso il duca Guglielmo. La missione di Aroldo consiste nel comunicare al duca di essere stato nominato successore alla corona inglese. Tornato in patria, in seguito alla morte del re, Aroldo è invitato dai suoi alleati a salire al trono in virtù del suo status di fratello della regina, senza eredi naturali alla corona, impedendo così che lo scettro inglese vada ad un normanno. Questo provocherà una guerra, con Guglielmo che salperà alla volta dell’Inghilterra a bordo di 696 navi, con un mastodontico esercito di 8.000 uomini.

La Comma 22 presenta un progetto d’autore molto ambizioso, una graphic novel che ricostruisce la storia e le gesta di Guglielmo il Conquistatore, narrata nel famoso arazzo di Bayeux. Si tratta, come gli stessi autori spiegano nell’introduzione del volumetto, di un grande affresco che incrocia storia privata e grande storia medievale: da quasi 1000 anni, l’arazzo è oggetto di studio, essendo un capolavoro unico nella storia dell’arte, ovvero una sorta di album ricamato a mano su tela di lino, della lunghezza di 70 metri, la cui narrazione (suddivisa in 58 scene) è un’unione di disegni e testo, venendo considerata da molti il primo esempio di fumetto storico. Pregevole ed impegnativa, quindi, l’operazione di offrire ai lettori un adattamento dell’opera, cercando di riempire i vuoti e svelare le numerose zone grigie della saga di Guglielmo il Conquistatore. Con molta attenzione e cura per i dettagli storici, il giornalista Patrick Weber, archeologo e storico dell’arte, nonché autore di vari libri ("Vickings- Vichinghi", ad esempio), ricostruisce gli eventi che portarono alla guerra i cugini Aroldo e Guglielmo, nel corso di una narrazione poderosa e lineare, che sacrifica un po’ l’approfondimento psicologico dei vari personaggi in favore dei fatti. Weber riesce ad esprimere una cronaca veritiera e chiara delle dinamiche e degli equilibri di potere legati a regni e stirpi reali, addentrandosi in un labirinto di alleanze, legami familiari e congiure nell’Europa medievale, riuscendo a sintetizzare la dimensione umana di quel periodo, in cui i destini degli uomini erano segnati dall’onore, dalla fede cattolica, dalle linee di sangue e dalle discendenze.

L’aspetto grafico del volume è altrettanto efficace grazie all’impostazione schematica ed asciutta dei disegni di Emanuele Tenderini (autore anche dei tenui colori digitali), le cui tavole sono realizzate con uno stile personale e dal tratto essenziale, ma ampiamente documentato, con rilevanti dettagli scenografici, di mezzi, costumi e perfino di acconciature maschili e femminili.
In conclusione, 1066 è un buon esempio di fumetto crono-storico, senza alcuna velleità di essere particolarmente esaustivo, visto anche il taglio sintetico della sceneggiatura, ma che risulta comunque narrativamente e visivamente interessante e coinvolgente, con un formato editoriale agile e curato.

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