Hulk e I Difensori 1
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Hulk e i Difensori è l’ennesima tappa del felice cammino editoriale della Panini comics che, a dispetto di qualsiasi crisi economica e di mercato, continua a pubblicare nuove testate a distanza di pochi mesi l’una dall’altra.
Questa nuovo titolo incentrato sul gigante di giada va a concludere la scissione, dopo quasi 20 anni, del felice binomio Devil & Hulk, chiudendo un’era iniziata nel 1994 con entrambi i personaggi diventati oggi titolari di una loro serie mensile; al tempo stesso si chiude anche una sorta di circolo ereditario tra la prima casa editrice che pubblicò gli eroi Marvel in Italia, ovvero la gloriosa Editoriale Corno, e gli ultimi licenziatari della casa delle idee, la Panini comics/Marvel Italia. Era il 1975, infatti, quando nelle edicole italiane apparve l’albo quindicinale Hulk & I Difensori, amatissimo dalla prima generazione di lettori Marvel, i cui titolo e formula vengono riproposti dalla Panini con materiale inedito e aggiornato. Nella scaletta di questo primo numero ci sono le nuove serie The Incredible Hulk, di Jason Aaron e Marc Silvestri, The Defenders, di Matt Fraction e Terry Dodson, e si continua quella dell’Hulk rosso della coppia Jeff Parker e Patrick Zircher.
La nuova serie di Hulk parte con uno svantaggio non da poco, ovvero quello di dover raccontare un personaggio sul quale si è già detto tutto, o quasi, attraversando nel corso degli anni numerose incarnazioni ed evoluzioni. Un compito non certo facile per lo scrittore Jason Aaron che ci presenta una caratterizzazione lucida e disillusa di un Hulk, ormai scisso dal suo alter ego Bruce Banner, auto esiliatosi dall’umanità (due cose invero già viste), abbracciando nelle viscere della terra una nuova vita come cacciatore e protettore del popolo degli Uomini Talpa. Questo primo numero ha un contenuto meramente introduttivo, ma possiamo perdonarne la poca sostanza narrativa (e l’esordio abbastanza banale e forzato di un nuovo personaggio femminile), alla luce di vari aspetti intrinsechi della storia stessa, il più importante dei quali è l’apporto grafico di un Marc Silvestri ormai arrivato alla sua piena maturità espressiva, con disegni spettacolari quanto impostati in maniera solida e non gratuita e che, minuziosamente rifiniti, espongono al lettore una caratterizzazione visivamente molto potente, selvaggia e contemporaneamente umana e introspettiva di Hulk. Ci sono poi dettagli narrativi interessanti nella storia raccontata, come il ritratto inedito di un Banner novello dottor Moreau, intrigante nel suggerire l’ipotesi che sia lui il villain della serie, per non parlare di una rappresentazione più corposa degli uomini Talpa inventati da Stan Lee e Jack Kirby, fino ad ora utilizzati prevalentemente come muti lacchè di uno dei nemici storici dei Fantastici Quattro.
La serie comprimariaThe Defenders, si rivela una lettura piacevole quanto disimpegnata, con un approccio narrativo leggero e scanzonato da parte di Matt Fraction, che conta sui disegni plastici ed eleganti di un Terry Dodson, in verità, un po’ sotto tono. La reunion della prima, storica, formazione del non-gruppo dei Difensori (Dottor Strange, Namor, Silver Surfer e Hulk) avviene in maniera fin troppo immediata e poco approfondita nei suoi aspetti causali, con una versione di Hulk asincrona rispetto a quella presentata poche pagine prima. Il gigante di giada chiede aiuto al Dottor Strange per fronteggiare una misteriosa incarnazione dei suoi lati più oscuri, il mago raduna i suoi vecchi compagni, Namor e Silver Surfer, insieme a Iron Fist e alla nuova She-Hulk Rossa, che prende il posto di Hulk e copre la quota femminile di ogni gruppo di supereroi che si rispetti. Anche in questo caso la storia ha il sapore di un’introduzione, lasciando intravedere una certa evoluzione, ma sfiorando più volte l’inconsistenza narrativa. Interessante, comunque, la caratterizzazione di alcuni personaggi come un Iron Fist ridanciano e un Silver Surfer “alieno” e serafico.
Poco da dire, infine, sulla serie spin-off dell’Hulk Rosso, con una storia dai toni avventurosi-militaristici abbastanza anonima e incapace di catturare l’interesse del lettore della prima ora. Da sottolineare, però, come i disegni di Patrick Zircher, estremamente vividi e realistici, riecano ad arricchire la trama con toni cupi impostandola con uno story-telling dalla struttura scomposta e tagliente delle vignette.
L’esordio di questa testata è promettente ma non fulminante, necessitando sicuramente di un periodo di carburazione per i singoli story-arc.