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Cris Tridello

Cris Tridello

Torna Radio 2 a Fumetti

  • Pubblicato in News

DiabolikIn occasione dei cinquant’anni di Diabolik, l’antieroe delle sorelle Giussani creato nel novembre 1962, Radio2 ripropone nel suo palinsesto notturno, dal lunedì al Venerdì, "Radio2 a fumetti".

Si parte, appunto, con "Diabolik – Senza Maschera" (dal 16 al 18 gennaio) per proseguire con "Diabolik – Eva Kant, quando Diabolik non c’era" (dal 19 al 27 gennaio). Le voci sono di Luca Ward (Diabolik) e Roberta Greganti (Eva).

Nel sito, creato per l’occasione, è anche possibile leggere la storia speciale “Colpo alla Rai”, i due fumetti digitali "Rapina Colossale" e "Vittoria Alata" e visionare il video dei Tiromancino “Amore Impossibile” (omaggio al film di Mario Bava, diretto dal figlio Lamberto con Claudia Gerini nella parte di Eva Kant, Daniel McVicar nei panni di Diabolik e la partecipazione di John Phillip Law che nel film di Bava aveva la parte principale).

Ma non solo di Diabolik si udirà la voce, dal 30 gennaio al 10 febbraio saranno riprogrammati i due sceneggiati di Dylan Dog: "Dylan Dog- Necropolis" e "Dylan Dog- L’Uccisore Di Streghe" e, infine, dal 13 al 24 febbraio sarà la volta di Tex con la storia in 10 puntate tratta dal diciottesimo Texone, "Tex Willer – Ombre nella notte" (con Tex Willer che ha la voce di Francesco Pannofino).

Tutti gli sceneggiati tratti dai fumetti sono stati ideati da Armando Traverso (anche regista di quasi tutti gli episodi, tranne quelli di Diabolik che hanno la regia di Arturo Villone), curati da Emma Caggiano e sono già stati programmati radiofonicamente dieci anni fa in occasione del quarantesimo anniversario, sempre di Diabolik: una bellissima occasione per riascoltare queste storie in diretta oppure per scaricarle, gratuitamente, in podcast.

Cronache del Mondo Emerso: Intervista a Licia Troisi

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Intervista realizzata da Cris Tridello e Alfredo Goffredi

Licia_TroisiSalve Licia, benvenuta su Comicus.
Parliamo subito della nuova serie de "Le Cronache del Mondo Emerso". Qual è stato il tuo apporto a questo nuovo progetto? Come sei entrata in contatto con gli autori e quanta libertà creativa hai loro concesso?

Mi sono sentita principalmente con lo sceneggiatore, e ho seguito il lavoro di Massimo Dall’Oglio e Nicola Righi tramite le tavole che mi hanno girato. Più che altro ho avuto un ruolo di “consulenza esterna”; mi sono stati chiesti pareri e consigli sulla sceneggiatura. In linea di massima, cerco di essere il meno invasiva possibile quando si tratta di trasposizioni dei miei personaggi in altri media: il bello sta proprio nella loro reinterpretazione alla luce della sensibilità dell’artista che fa l’adattamento. È questo il valore aggiunto che un’opera acquisisce passando di medium.

Parlando della cronologia de "Le Cronache del mondo Emerso" la prima miniserie s’inseriva all'interno del duello finale tra Nihal e il tiranno. Dove si collocherà questa seconda serie?

Coprirà l’arco di tempo immediatamente successivo alla fine delle Cronache, un periodo della vita di Nihal che non è mai stato indagato in dettaglio. Insomma, sono proprio avventure nuove di zecca.

Negli anni in cui hai raccontato il Mondo Emerso e i personaggi che lo popolano di sicuro avrai visualizzato ogni elemento in modo personale. Quale degli autori coinvolti ha concretizzato maggiormente la tua immaginazione e quale vi è andato più lontano? Cosa provi nel vedere i personaggi creati nella propria mente prendere vita nei disegni prima di Barbieri (per le copertine e illustrazioni dei tuoi romanzi) e poi di Ferrario, Gianluca Gugliotta e Massimo Dall'Oglio?

Non saprei, ognuno ha dato un apporto personale, e tutti hanno aggiunto qualcosa che mi è piaciuto. Anzi, mi piace proprio il fatto che non ci sia una fedeltà pedissequa a quel che ho immaginato. Per me è sempre una grandissima emozione vedere qualche mio personaggio reinventato da qualcun altro; per altro il lavoro di Dall’Oglio per questa nuova serie mi sta piacendo davvero molto, trovo in qualche modo sia differente anche da quello, già ottimo, fatto per la serie precedente

I primi due numeri della prima miniserie contenevano redazionali scritti da te, con interessanti aneddoti legati all'importanza dei fumetti nella tua vita, e a come i personaggi, a volte, prendessero vita propria. Ritroveremo articoli del genere anche in questa seconda miniserie?

Se mi verrà chiesto, perché no? Per quel che riguarda il primo numero della nuova serie, non ci sono miei redazionali, ma non è detto che sarà così anche per gli altri numeri.

Cosa succederà dopo questa seconda miniserie? Ne sono previste altre?

Beh, questo chi può dirlo…Io spero che la cosa prosegua, ma al momento preferisco concentrarmi su questa miniserie. Per il futuro, occorre aspettare e vedere.

Torniamo ai romanzi. Com'è nato e come si è sviluppato l'universo fantasy che ruota attorno alle Cronache del Mondo Emerso?

È tutto cresciuto intorno a Nihal; il suo personaggio mi è venuto in mente una sera, avevo più o meno vent’anni. All’epoca avevo l’abitudine di raccontarmi delle storie prima di addormentarmi. Visto che fin da subito avevo sentito una particolare affinità con questo personaggio, notte dopo notte le ho costruito intorno un mondo nel quale farla muovere. Quando ho accumulato abbastanza materiale, ho preso coraggio e ho iniziato a scrivere.

I tuoi libri hanno da subito avuto un successo clamoroso. Quali sono gli elementi, dal tuo punto di vista, che hanno contribuito a questo successo?

Mi risulta difficile dirlo. In genere i lettori dicono che si appassionano molto alla storia e si identificano nei personaggi. Poi di sicuro i miei libri sono usciti in un momento favorevole al fantasy; la saga del Signore degli Anelli era finita da poco, era in voga il fenomeno di Harry Potter, era un periodo di crescita per il genere.

Cosa ci riserverà il futuro? Su cosa sei al lavoro attualmente?

Adesso sto scrivendo il quinto libro de "La Ragazza Drago", poi mi attende il secondo volume della saga di Nashira. Nel frattempo ho avuto un’altra ideuzza sulla quale sto lavorando al momento a tempo perso, ma che mi stimola molto. Conto di dedicarmici più seriamente alla fine della saga de "La Ragazza Drago".

Sappiamo che sei un'appassionata di fumetti. Cosa leggi attualmente? C'è qualche titolo che ti ha fortemente ispirata per il tuo lavoro?

Sono una grandissima appassionata di Rat-Man e di Leo Ortolani in generale. Per il resto, mi piacciono molto i manga, e al momento seguo Berserk, che a tutt’ora, almeno per quel che riguarda la prima parte della storia, è il mio manga preferito, e Naruto. Poi ogni tanto recupero roba vecchia: di recente ho riletto tutto Lady Oscar, ad esempio, qualche tempo fa ho letto Pollon… sono molto legata ai fumetti dei cartoni animati con cui sono cresciuta.

Cronache del Monde Emerso: Intervista a Massimo Dall'Oglio

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Intervista realizzata da Cris Tridello e Alfredo Goffredi

MassimoCiao Massimo e bentornato su Comicus,

Ciao e grazie per l’ospitalità!

Sei subentrato a Ferrario nella prima miniserie de "Le Cronache del Mondo Emerso", dopo i problemi noti ormai a tutti. Hai ridisegnato i primi due numeri, e ora ti si può considerare il disegnatore titolare di questo progetto. Che cosa dobbiamo aspettarci da te, in questa nuova serie?

Tanto colore ed energia! Un fantasy-manga avventuroso, fresco e che spero dia ai lettori diversi minuti di buon intrattenimento.

Com'è stato ritrovarsi a lavorare con Andrea e il colorista Nicola Righi? Come siete stati scelti per questa seconda serie de "Le Cronache del Mondo Emerso"?

Abbiamo ripristinato lo stesso gruppo di lavoro di Underskin, il manga che venne prodotto in Francia dagli Humanoidi dal 2006 al 2009. Collaborare nuovamente con Andrea e Nicola è una bella emozione, dopo Underskin ognuno ha intrapreso un cammino diverso e incontrarsi ora, con tanta esperienza e professionalità in più sulle spalle, è molto stimolante. Abbiamo le idee chiare e tutti e tre, coadiuvati dallo staff della Panini, sappiamo esattamente in che direzione portare questa nuova stagione delle Cronache.
Qualche tempo fa la Panini mi contattò proponendomi una nuova collaborazione sulle Cronache e chiedendomi qualche altro nome papabile per la sceneggiatura e il colore, Andrea era già noto dai tempi di Underskin e Nicola fece delle prove colore reduce (sempre con Andrea) dall’esperienza di Vestigi con l’editore Clair de Lune in Francia... ed eccoci qui.

Quanto e come hai interagito con Licia Troisi per questo progetto?

A livello visivo, per quel che mi riguarda, pochissimo. I riferimenti e tutti i character sono definiti nei volumi illustrati da Paolo Barbieri, fermo restando che Licia può intervenire in qualunque momento per nuove indicazioni su tutti gli elementi grafici non ancora definiti. Questa seconda stagione racconta di avvenimenti inediti nei romanzi e ci siamo divertiti parecchio ad inventare alcuni nuovi mostri, luoghi e creature; Andrea invece ha lavorato con Licia per la stesura del soggetto e la revisione delle sceneggiature.

Creare graficamente un universo fantasy, derivato da una serie di romanzi di successo, non è certo una cosa semplice perché deve far fronte con l'immaginario di uno zoccolo duro di lettori che nella maggior parte dei casi ne sarà puntualmente deluso. Come ti sei rapportato con questa sfida, se così la possiamo chiamare, e come hai organizzato, di conseguenza, la costruzione grafica di quest’universo narrativo?

È una sfida piuttosto complicata! La mia matrice è la fantascienza e il passaggio al fantasy non è stato né semplice né immediato. Sapevo di non poter partire subito da una personale interpretazione dei personaggi, non potevo stravolgere un mondo già ben visualizzato da Barbieri e quindi ho deciso di procedere un po’ alla maniera dei manga giapponesi: nel primo volume mi sono tenuto fedele ai character noti, ai costumi e le architetture per poi personalizzare tutto man mano che la storia si addentrava nel racconto inedito. Nihal (così come tutti gli altri personaggi) nel primo volume ha la sua “divisa” classica che la rende immediatamente riconoscibile, alla fine del primo volume la copro con un mantello e all’inizio del secondo comincio a ritoccare e ridisegnare l’armatura e il character in base alle esigenze narrative di questa seconda stagione. Nei manga è una tecnica che si fa spesso e a me piace chiamarla “evoluzione dal vivo”. Alla fine del quarto volume Nihal, Sennar e tutti i personaggi subiranno un cambiamento emotivo e psicologico che si rispecchierà visivamente nel design che a quel punto sarà coerente con la mia visione del mondo delle Cronache! Sembra complicato lo so, ma è più facile farlo che dirlo! Chiaramente nel mio caso tutto sarà un po’ più traumatico perché le pagine sono un centinaio e non migliaia come nei manga ma ho potuto farlo grazie all’uso che Andrea fa dei salti temporali all’interno del racconto. Quello che non avevo in pagine l’ho recuperarlo con lo scorrere del tempo. È un esperimento, e potrei essere divorato in un sol boccone da orde assatanate di lettori delusi, ma fa parte del gioco.

Nel tuo blog, e in Facebook stai postando tantissimi disegni legati alla seconda serie de "Le Cronache del Mondo Emerso". Quanto è cambiato il tuo stile e quanto sei cambiato tu dalla prima serie a questa seconda?

Dopo la prima stagione mi sono accorto che il segno che stavo usando aveva dei limiti immensi. Funzionava molto bene nella fantascienza ma in altri generi c’era qualcosa che lo rendeva vuoto e poco diretto. Mi sembrava di giocare a “Taboo”, di avere un vocabolario visivo troppo limitato per l’argomento da raccontare. Quando Roberto Recchioni mi affidò l’ottavo capitolo della quarta serie di John Doe decisi di rischiare e di ridefinire completamente il mio stile e sopratutto l’uso dei retini; volevo qualcosa che mi permettesse di fare del buon manga, di qualunque genere. Ho cominciato ad usare i pennini per chine più definite, a curare maggiormente certi dettagli, architetture e prospettive ad usare griglie e vignette inclinate solo quando era davvero necessario. Ho studiato con più attenzione l’uso delle linee cinetiche e cercato di enfatizzare il dinamismo. È tutto ancora in gran divenire: alcune pose sono ancora troppo rigide, su certi volti mi taglierei le mani e non so dove mi porterà tutto questo lavoro, ma nel frattempo sono abbastanza soddisfatto e, cosa che non mi accadeva da un po’, mi sembra di riuscire a “raccontare di più” e questo mi rende molto felice. Decidere di cambiare poi è sempre un trauma associato ad una rivoluzione interiore che quasi sicuramente non riuscirò mai ad interpretare, ma il cambiamento traumatico non mi ha mai spaventato e come disse qualcuno “imparare è cambiare”.

Nella prima miniserie i temi erano "intimi", essendo legati ai sentimenti di paura, odio, disperazione e rabbia. Quali saranno i temi di questa seconda serie? Si rispecchieranno anche nei tuoi disegni?

Questa seconda stagione è un viaggio, una ricerca delle proprie origini, la negazione della solitudine. “Noi persi in questa palla blu che galleggia nel vuoto”. Nihal è veramente l’ultimo dei mezzelfi? È davvero l’unica, “the one”? È una storia avventurosa, non c’è dubbio, ma con degli elementi introspettivi che trovo molto raffinati e che solo Andrea con la sua sensibilità poteva rendere così materici e diretti. Di più non posso dirti... poi dovrei ucciderti. Dal lato disegni, uno degli elementi più chiari visivamente, in particolare dal secondo volume, è l’uso del mantello che copre e nasconde i personaggi, che si apre in modo goffo al vento, che protegge dalle intemperie, che può incutere timore ma che può anche essere un fastidio, attorcigliarsi su se stesso e far cadere. In molte vignette uso il mantello e i suoi movimenti per raccontare lo stato d’animo dei personaggi, e infatti il mantello di Nihal compare solo quando comincia “la ricerca”. È solo un esempio ma l’albo è pieno di elementi di questo tipo, mi aiutano ad appassionarmi e a dare un senso a tutto il lavoro.

Su "Le Cronache del Mondo Emerso" hai lavorato su sceneggiature sia di Recchioni sia di Iovinelli. Quanto differiscono i due stili?

Roberto e Andrea sono due grandi professionisti.
Roberto mi da sempre indicazioni precise sui movimenti di camera, piani, quinte ecc... con la possibilità in alcuni casi di gestire pagine a regia libera; La sua scrittura è veloce, immediata e senza fronzoli, è una goduria disegnare i suoi albi e credo che John Doe “Urlando al demonio” sia ad oggi l’apice della nostra collaborazione. Andrea, che mi conosce perché siamo cari amici, mi pungola con le suggestioni, si prende qualche riga in più per creare un coinvolgimento emotivo per portarmi dentro la storia. Tecnicamente la sua scrittura è di qualità altissima, precisa e molto chiara. Ci sentiamo spesso per definire insieme personaggi e ambientazioni e siamo legati a doppio nodo da una viscerale passione per la fantascienza e il cyberpunk. Considera che Underskin è stato il nostro vero e grande esordio. Abbiamo condiviso tanto in questo mestiere e quando ho una sua sceneggiatura sotto gli occhi so che sarà un bel viaggio!

La Nihal vista nella prima serie, e quella di questa seconda serie, in cosa differiscono come personaggio e come character design?

Sono proprio diverse, in tutto! Quando subentrai nella prima stagione non ci fu molto tempo per studiare il character e farlo mio, poi come ho detto sopra i limiti miei stilistici mi crearono parecchie difficoltà. Forse, in una cosa credo siano ancora simili: nonostante tutto per me Nihal continua ad essere un maschiaccio! È più forte di me, non mi entra in testa l’associazione “bella e affascinante” con “guerre, draghi, armature e spade”... in molti mi dicono che la mia Nihal sembra un maschio ma a me piace. Nella prima stagione disegnavo una Nihal bambina mentre ora la guerra è finita e il Tiranno è solo un ricordo ed è proprio questo salto temporale che mi ha permesso di ridisegnarla completamente abbandonando del tutto il vecchio character. Questo deve essere un nuovo inizio.

Se dovessi fare un confronto tra questa nuova miniserie e la scorsa in cosa diresti che differiscono, a parte la trama, ovviamente?

La differenza più netta escludendo lo stile di disegno e le tematiche è rappresentata dal colore. Bruno Olivieri fece un gran lavoro nella scorsa stagione ma volevamo cambiare rotta e cercare di essere più “in target”. Oggi Nicola Righi sta facendo un lavoro splendido. Ritrovarlo dopo tanti anni e vedere l’evoluzione e la qualità del suo lavoro è una soddisfazione e saperlo prestato alle mie chine mi esalta! Ecco, forse la vera grande differenza è che questo sarà un prodotto davvero condiviso tra i suoi autori, ognuno di noi porta la sua esperienza, la sua qualità ma, sopratutto, la personalità. Sono davvero le “nostre” "Cronache del Mondo Emerso" e ci metto dentro anche la Panini che ci segue e ci supporta passo dopo passo per ottenere il prodotto migliore possibile.

Cosa succederà dopo questa seconda miniserie? Ne è prevista un'altra, magari che veda ancora voi a dirigerla?

Mi piacerebbe molto andare avanti con questa squadra e avere la possibilità di approfondire e far crescere il “Progetto Cronache”, ma saranno il mercato e la Panini a decidere. Il nostro gruppo di lavoro ce la mette tutta per mantenere sempre un profilo qualitativo alto e dare ai “fan” di Nihal nuove e belle avventure. Per esperienza so che il serio e buon lavoro ripaga sempre.

Cronache del Mondo Emerso: intervista a Andrea Iovinelli

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Intervista realizzata da Cris Tridello e Alfredo Goffredi

Andrea1_bwCiao Andrea e bentornato su Comicus

Ciao, grazie, e ben ritrovati!

Com'è stato ritrovarsi a lavorare con Massimo e il colorista Nicola Righi? Come siete stati scelti per questa seconda serie de "Le Cronache del Mondo Emerso"?

Ritrovarsi è stato, ed è piacevole, visto che siamo ancora nel pieno della lavorazione, perché siamo tutti e tre dei bravi e umili lavoratori, consci dei nostri pregi e dei nostri limiti, e perché ci rispettiamo. Se c’è qualcosa da dire la diciamo senza farci tanti problemi, sicuri del fatto che l’altro non si offenderà e che ci presterà ascolto.
Siamo stati scelti grazie a Massimo: lui è stato ricontattato e, bontà sua, ha fatto i nostri nomi. Siamo piaciuti alla redazione della Panini, e da lì siamo partiti... verso nuove, fantastiche avventure!

Com'è scrivere una storia ambientata in un universo non tuo? Quali compromessi devi accettare e quali sono le sfide in un progetto come questo?

È bello e divertente come scrivere una serie propria, nella misura in cui non consideri questo fatto una limitazione o un difetto. E poi riuscire a farla diventare un po’ anche tua, considerarla tale, è semplice, perché tutto ciò che aggiungi a quell’universo narrativo, anche il più piccolo e insignificante tassello, è frutto della tua immaginazione, viene dalla tua mente, e quindi diventa quasi automaticamente un pochino anche una tua creazione, sotto ogni punto di vista.
I compromessi che è necessario accettare sono quelli imposti da una qualsiasi opera che subisca un processo di adattamento e rilavorazione da parte di un altro autore: il rispetto dell’universo narrativo originario, coi suoi personaggi, le ambientazioni, gli eventi, ecc. Cercare di rimanere coerenti, senza mai tradire lo spirito che l’autore ha voluto dare all’opera, perché è ciò che i lettori, e naturalmente l’autore stesso, si aspettano.
Le sfide da affrontare sono due, per quanto mi riguarda. La prima è senza dubbio quella di riuscire ad arricchire, attraverso il mio modesto contributo, l’universo creato da Licia Troisi, aggiungendo nuovi episodi ed elementi alla storia di Nihal e al mondo delle Cronache. La seconda, quella che fa tremare un po’ le dita sulla tastiera, è riuscire ad accontentare una platea di lettori tanto ampia quanto quella delle Cronache, essere capaci di non deludere le loro aspettative, regalando loro una lettura divertente, avvincente e originale, nel senso di inedita. Speriamo di riuscire nella duplice impresa.

Quanto e come hai interagito con Licia Troisi per questo progetto?

Il contributo di Licia è stato importante e prezioso. Si è dimostrata estremamente disponibile e pronta ad accettare molto apertamente le mie proposte, senza mai irrigidirsi sulle proprie idee o sui propri gusti. Io le ho presentato quattro diverse bozze di progetto, e lei ha scelto, optando tra l’altro l’idea da me preferita. A quel punto ci siamo confrontati diverse volte per sviluppare la storia nel migliore dei modi, ed io ho voluto fortemente i suoi suggerimenti, perché sarei andato a toccare uno dei punti nodali dell’intera vicenda vissuta da Nihal, stravolgendo e capovolgendo il senso della missione da lei compiuta nella saga originale. Ci tenevo quindi in modo particolare a non andare contro le sue attese, a non fare qualcosa che non avrebbe gradito. I suoi spunti poi sono stati da me accolti e rielaborati per essere adattati alla storia che scoprirete in questa nuova miniserie.

La prima miniserie investigava i sentimenti della rabbia, paura, disperazione e odio, provati da Nihal e Sennar durante l'ultimo attacco al Tiranno. Potete darci qualche anticipazione su quello che accadrà a Nihal in questi quattro nuovi albi?

Sarà una gran bella, dura e cruda avventura, cronologicamente ambientata dopo la caduta del Tiranno. Un’avventura che porterà Nihal ad affrontare il Grande Deserto, territori inesplorati, popoli sconosciuti, creature infide, pericoli mortali.

In questa seconda miniserie Nihal è alla ricerca di un altro mezz'elfo come lei, l'esistenza del quale metterebbe in discussione la vita e il ruolo coperto dall'eroina nella guerra contro il Tiranno. La ricerca sarà, quindi, uno dei temi principali?

Be’, salvo ripensamenti, la miniserie dovrebbe intitolarsi "Il Viaggio di Nihal"...  ;)

La prima miniserie era sceneggiata da Recchioni; in questa seconda miniserie hai guardato al suo lavoro e proseguirai nella stessa strada introspettiva, o hai deciso di intraprendere un percorso tutto tuo?

Certo, ho letto il lavoro di Recchioni e questa miniserie sarà molto diversa dalla sua. L’ho già detto, e lo ribadisco: volevo che fosse una classica avventura, pura, tradizionale, anche se, spero, moderna e accattivante, nel linguaggio come nei disegni.

Se dovessi fare un confronto tra questa nuova miniserie e la scorsa in cosa diresti che differiscono, a parte la trama, ovviamente?

L’hai detto tu stesso, nella prima miniserie era predominante una certa introspezione, qui sarà l’azione ad avere il ruolo principale. Poi racconterà un episodio della vita di Nihal completamente nuovo, ideato da me, che nulla a che fare con quanto narrato nei libri. Infine, sarà un’unica storia che si dipanerà lungo i quattro volumi.

Cosa succederà dopo questa seconda miniserie? Ne è prevista un'altra, magari che veda ancora voi a dirigerla?

Dove devo firmare?...  ;)
Magari. A me piacerebbe... e significherebbe che il mio lavoro è stato apprezzato.

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