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Cronache del Monde Emerso: Intervista a Massimo Dall'Oglio

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Intervista realizzata da Cris Tridello e Alfredo Goffredi

MassimoCiao Massimo e bentornato su Comicus,

Ciao e grazie per l’ospitalità!

Sei subentrato a Ferrario nella prima miniserie de "Le Cronache del Mondo Emerso", dopo i problemi noti ormai a tutti. Hai ridisegnato i primi due numeri, e ora ti si può considerare il disegnatore titolare di questo progetto. Che cosa dobbiamo aspettarci da te, in questa nuova serie?

Tanto colore ed energia! Un fantasy-manga avventuroso, fresco e che spero dia ai lettori diversi minuti di buon intrattenimento.

Com'è stato ritrovarsi a lavorare con Andrea e il colorista Nicola Righi? Come siete stati scelti per questa seconda serie de "Le Cronache del Mondo Emerso"?

Abbiamo ripristinato lo stesso gruppo di lavoro di Underskin, il manga che venne prodotto in Francia dagli Humanoidi dal 2006 al 2009. Collaborare nuovamente con Andrea e Nicola è una bella emozione, dopo Underskin ognuno ha intrapreso un cammino diverso e incontrarsi ora, con tanta esperienza e professionalità in più sulle spalle, è molto stimolante. Abbiamo le idee chiare e tutti e tre, coadiuvati dallo staff della Panini, sappiamo esattamente in che direzione portare questa nuova stagione delle Cronache.
Qualche tempo fa la Panini mi contattò proponendomi una nuova collaborazione sulle Cronache e chiedendomi qualche altro nome papabile per la sceneggiatura e il colore, Andrea era già noto dai tempi di Underskin e Nicola fece delle prove colore reduce (sempre con Andrea) dall’esperienza di Vestigi con l’editore Clair de Lune in Francia... ed eccoci qui.

Quanto e come hai interagito con Licia Troisi per questo progetto?

A livello visivo, per quel che mi riguarda, pochissimo. I riferimenti e tutti i character sono definiti nei volumi illustrati da Paolo Barbieri, fermo restando che Licia può intervenire in qualunque momento per nuove indicazioni su tutti gli elementi grafici non ancora definiti. Questa seconda stagione racconta di avvenimenti inediti nei romanzi e ci siamo divertiti parecchio ad inventare alcuni nuovi mostri, luoghi e creature; Andrea invece ha lavorato con Licia per la stesura del soggetto e la revisione delle sceneggiature.

Creare graficamente un universo fantasy, derivato da una serie di romanzi di successo, non è certo una cosa semplice perché deve far fronte con l'immaginario di uno zoccolo duro di lettori che nella maggior parte dei casi ne sarà puntualmente deluso. Come ti sei rapportato con questa sfida, se così la possiamo chiamare, e come hai organizzato, di conseguenza, la costruzione grafica di quest’universo narrativo?

È una sfida piuttosto complicata! La mia matrice è la fantascienza e il passaggio al fantasy non è stato né semplice né immediato. Sapevo di non poter partire subito da una personale interpretazione dei personaggi, non potevo stravolgere un mondo già ben visualizzato da Barbieri e quindi ho deciso di procedere un po’ alla maniera dei manga giapponesi: nel primo volume mi sono tenuto fedele ai character noti, ai costumi e le architetture per poi personalizzare tutto man mano che la storia si addentrava nel racconto inedito. Nihal (così come tutti gli altri personaggi) nel primo volume ha la sua “divisa” classica che la rende immediatamente riconoscibile, alla fine del primo volume la copro con un mantello e all’inizio del secondo comincio a ritoccare e ridisegnare l’armatura e il character in base alle esigenze narrative di questa seconda stagione. Nei manga è una tecnica che si fa spesso e a me piace chiamarla “evoluzione dal vivo”. Alla fine del quarto volume Nihal, Sennar e tutti i personaggi subiranno un cambiamento emotivo e psicologico che si rispecchierà visivamente nel design che a quel punto sarà coerente con la mia visione del mondo delle Cronache! Sembra complicato lo so, ma è più facile farlo che dirlo! Chiaramente nel mio caso tutto sarà un po’ più traumatico perché le pagine sono un centinaio e non migliaia come nei manga ma ho potuto farlo grazie all’uso che Andrea fa dei salti temporali all’interno del racconto. Quello che non avevo in pagine l’ho recuperarlo con lo scorrere del tempo. È un esperimento, e potrei essere divorato in un sol boccone da orde assatanate di lettori delusi, ma fa parte del gioco.

Nel tuo blog, e in Facebook stai postando tantissimi disegni legati alla seconda serie de "Le Cronache del Mondo Emerso". Quanto è cambiato il tuo stile e quanto sei cambiato tu dalla prima serie a questa seconda?

Dopo la prima stagione mi sono accorto che il segno che stavo usando aveva dei limiti immensi. Funzionava molto bene nella fantascienza ma in altri generi c’era qualcosa che lo rendeva vuoto e poco diretto. Mi sembrava di giocare a “Taboo”, di avere un vocabolario visivo troppo limitato per l’argomento da raccontare. Quando Roberto Recchioni mi affidò l’ottavo capitolo della quarta serie di John Doe decisi di rischiare e di ridefinire completamente il mio stile e sopratutto l’uso dei retini; volevo qualcosa che mi permettesse di fare del buon manga, di qualunque genere. Ho cominciato ad usare i pennini per chine più definite, a curare maggiormente certi dettagli, architetture e prospettive ad usare griglie e vignette inclinate solo quando era davvero necessario. Ho studiato con più attenzione l’uso delle linee cinetiche e cercato di enfatizzare il dinamismo. È tutto ancora in gran divenire: alcune pose sono ancora troppo rigide, su certi volti mi taglierei le mani e non so dove mi porterà tutto questo lavoro, ma nel frattempo sono abbastanza soddisfatto e, cosa che non mi accadeva da un po’, mi sembra di riuscire a “raccontare di più” e questo mi rende molto felice. Decidere di cambiare poi è sempre un trauma associato ad una rivoluzione interiore che quasi sicuramente non riuscirò mai ad interpretare, ma il cambiamento traumatico non mi ha mai spaventato e come disse qualcuno “imparare è cambiare”.

Nella prima miniserie i temi erano "intimi", essendo legati ai sentimenti di paura, odio, disperazione e rabbia. Quali saranno i temi di questa seconda serie? Si rispecchieranno anche nei tuoi disegni?

Questa seconda stagione è un viaggio, una ricerca delle proprie origini, la negazione della solitudine. “Noi persi in questa palla blu che galleggia nel vuoto”. Nihal è veramente l’ultimo dei mezzelfi? È davvero l’unica, “the one”? È una storia avventurosa, non c’è dubbio, ma con degli elementi introspettivi che trovo molto raffinati e che solo Andrea con la sua sensibilità poteva rendere così materici e diretti. Di più non posso dirti... poi dovrei ucciderti. Dal lato disegni, uno degli elementi più chiari visivamente, in particolare dal secondo volume, è l’uso del mantello che copre e nasconde i personaggi, che si apre in modo goffo al vento, che protegge dalle intemperie, che può incutere timore ma che può anche essere un fastidio, attorcigliarsi su se stesso e far cadere. In molte vignette uso il mantello e i suoi movimenti per raccontare lo stato d’animo dei personaggi, e infatti il mantello di Nihal compare solo quando comincia “la ricerca”. È solo un esempio ma l’albo è pieno di elementi di questo tipo, mi aiutano ad appassionarmi e a dare un senso a tutto il lavoro.

Su "Le Cronache del Mondo Emerso" hai lavorato su sceneggiature sia di Recchioni sia di Iovinelli. Quanto differiscono i due stili?

Roberto e Andrea sono due grandi professionisti.
Roberto mi da sempre indicazioni precise sui movimenti di camera, piani, quinte ecc... con la possibilità in alcuni casi di gestire pagine a regia libera; La sua scrittura è veloce, immediata e senza fronzoli, è una goduria disegnare i suoi albi e credo che John Doe “Urlando al demonio” sia ad oggi l’apice della nostra collaborazione. Andrea, che mi conosce perché siamo cari amici, mi pungola con le suggestioni, si prende qualche riga in più per creare un coinvolgimento emotivo per portarmi dentro la storia. Tecnicamente la sua scrittura è di qualità altissima, precisa e molto chiara. Ci sentiamo spesso per definire insieme personaggi e ambientazioni e siamo legati a doppio nodo da una viscerale passione per la fantascienza e il cyberpunk. Considera che Underskin è stato il nostro vero e grande esordio. Abbiamo condiviso tanto in questo mestiere e quando ho una sua sceneggiatura sotto gli occhi so che sarà un bel viaggio!

La Nihal vista nella prima serie, e quella di questa seconda serie, in cosa differiscono come personaggio e come character design?

Sono proprio diverse, in tutto! Quando subentrai nella prima stagione non ci fu molto tempo per studiare il character e farlo mio, poi come ho detto sopra i limiti miei stilistici mi crearono parecchie difficoltà. Forse, in una cosa credo siano ancora simili: nonostante tutto per me Nihal continua ad essere un maschiaccio! È più forte di me, non mi entra in testa l’associazione “bella e affascinante” con “guerre, draghi, armature e spade”... in molti mi dicono che la mia Nihal sembra un maschio ma a me piace. Nella prima stagione disegnavo una Nihal bambina mentre ora la guerra è finita e il Tiranno è solo un ricordo ed è proprio questo salto temporale che mi ha permesso di ridisegnarla completamente abbandonando del tutto il vecchio character. Questo deve essere un nuovo inizio.

Se dovessi fare un confronto tra questa nuova miniserie e la scorsa in cosa diresti che differiscono, a parte la trama, ovviamente?

La differenza più netta escludendo lo stile di disegno e le tematiche è rappresentata dal colore. Bruno Olivieri fece un gran lavoro nella scorsa stagione ma volevamo cambiare rotta e cercare di essere più “in target”. Oggi Nicola Righi sta facendo un lavoro splendido. Ritrovarlo dopo tanti anni e vedere l’evoluzione e la qualità del suo lavoro è una soddisfazione e saperlo prestato alle mie chine mi esalta! Ecco, forse la vera grande differenza è che questo sarà un prodotto davvero condiviso tra i suoi autori, ognuno di noi porta la sua esperienza, la sua qualità ma, sopratutto, la personalità. Sono davvero le “nostre” "Cronache del Mondo Emerso" e ci metto dentro anche la Panini che ci segue e ci supporta passo dopo passo per ottenere il prodotto migliore possibile.

Cosa succederà dopo questa seconda miniserie? Ne è prevista un'altra, magari che veda ancora voi a dirigerla?

Mi piacerebbe molto andare avanti con questa squadra e avere la possibilità di approfondire e far crescere il “Progetto Cronache”, ma saranno il mercato e la Panini a decidere. Il nostro gruppo di lavoro ce la mette tutta per mantenere sempre un profilo qualitativo alto e dare ai “fan” di Nihal nuove e belle avventure. Per esperienza so che il serio e buon lavoro ripaga sempre.

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