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Cris Tridello

Cris Tridello

Bao e First Wave, parla Leonardo Favia

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first-wave-cv1A Lucca 2011 Bao Publishing ha presentato il primo special dedicato alla linea "First Wave", sorta di universo alternativo della DC, dove personaggi come Batman, Doc Savage e Spirit interagiscono in storie dall'ambientazione noir.
Abbiamo raggiunto il curatore della collana Leonardo Favia per fargli alcune domande sul progetto e sui prossimi volumi che, come leggerete, conterranno molto più della semplice miniserie First Wave di Brian Azzarello e Rags Morales.

Per leggere la recensione a First Wave Special, clicca qui.

Ciao Leonardo e benvenuto in Comicus
Parlaci del progetto “First Wave” di cui è uscito il primo volume speciale contenente l’incontro tra Doc Savage e Batman e la presentazione di Justice Inc. Cos’è “First Wave” e perché voi di Bao avete deciso di pubblicarlo?

Prima di tutto un saluto ai lettori di Comicus.
“First Wave” può essere definito come un universo parallelo in cui personaggi iconici come Doc Savage, Batman e Spirit combattono uniti contro il crimine. Il motivo per cui noi di Bao abbiamo deciso di pubblicarlo è abbastanza semplice: oltre alla presenza di suddetti personaggi (e molti altri), ci piaceva il lavoro svolto da Azzarello nel creare un mondo ucronico con i toni dell'hard-boiled e le architetture art-deco ma con la moderna potenza visiva di artisti come Phil Noto, Phil Winslade, Rags Morales e molti altri.

Al momento First Wave comprende i sei numeri della miniserie di Brian Azzarello, la serie di Doc Savage, la serie di Spirit e alcune storie in bianco e nero che omaggiano il personaggio di Eisner. Come sarà presentato il tutto ai lettori?

La miniserie First Wave rappresenta la pietra angolare di questo nuovo universo, mentre tutti gli altri volumi saranno autoconclusivi e monografici, dedicati quindi a un solo personaggio alla volta.

Proprio nell'introduzione al volumetto di First Wave, accennavi a "storie inedite", "preziosi recuperi storici" e addirittura "Showcase". Dobbiamo dedurne che nonostante i recenti passaggi di diritti DC in Italia, a BAO sia rimasto in mano il proprio pacchetto? Potresti darci qualche chiarimento sul materiale DC a cui avete accesso per l'Italia?

Il recente passaggio di diritti DC non ha in alcun modo modificato gli accordi presi in precedenza, ovviamente. Tutto ciò che esula la master license è teoricamente disponibile, ma forse questa domanda dovreste girarla a chi è in possesso di suddetta licenza.

E dunque, come intendereste muovervi nella proposizione di questo materiale? Pare di capire che vedremo anche parecchio materiale d'annata: puoi darci qualche elemento in più?

Per quanto riguarda il personaggio di Spirit, pubblicheremo materiale nuovo, anche se assolutamente rispettoso della visione di Will Eisner, mentre per Doc Savage attueremo una sorta di progressione “a ritroso” fino agli anni Sessanta, con chicche veramente sorprendenti. Ci sarebbe anche da parlare di un volume veramente clamoroso, con nomi immensi, che non era originariamente parte del pacchetto First Wave e che noi in BAO abbiamo insistito per avere, ma del quale purtroppo non posso ancora parlare in questa fase.

C'è una vulgata secondo cui il materiale DC (che non riguarda Batman o Superman) in Italia trova difficoltà ad attecchire, al di là delle sue controverse vicende editoriali. Ritieni che ciò sia vero e confermato dai dati? E in ogni caso, vedi dei margini di crescita per la DC nel nostro Paese?

Il materiale DC in Italia ha vissuto fasi altalenanti, è vero, ma non ritengo che questo sia dovuto a un problema di ricezione da parte del pubblico, altrimenti non si spiegherebbe perché, nonostante tutto, c'è sempre stato un progetto per pubblicare storie DC in Italia. È certo che in questa fase la DC in Italia ha un'ottima occasione per attrarre nuovo pubblico grazie al reboot coinciso con la nuova gestione editoriale, e sono dell'idea che questo possa avere un buon effetto trainante per il mercato italiano del fumetto in generale.

Infine, come curatore della collana, puoi dirci quali sono i punti di forza del progetto "First Wave"?

“First Wave” mi ha immediatamente appassionato perché è come le storie a fumetti che ci si inventa da bambini: si prende un personaggio, libero da qualsiasi continuity, e gli si fa fare quel che si vuole, pur conservandone i tratti caratteristici. È un tipo di libertà che al tempo stesso entusiasma e responsabilizza, e credo che in questo Azzarello riveli tutto il suo amore nei confronti dei personaggi che tratta. È un "What If?" che però non è fine a se stesso, perché crea una storia corale e complessa, non un esercizio stilistico ma un mondo fantastico. Sempre che la vostra idea di mondo fantastico sia piena di sangue, criminali e supereroi.

Angoulême: premiato Jean-Claude Denis

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jdenis-616x325Sono stati assegnati i premi di Angoleme e il Gran Prix de la ville d'Angoulême è andato a Jean-Cleaude Denis, che ha ritirato il premio emozionato.

L'autore, quindi, sarà il presidente di giuria del prossimo anno succedendo ad Art Spiegelman, presidente della giuria di quest'anno, giuria che ha premiato Jim Woodring per Frank et le congrès del bêtes (a cui è andato il Fauve D''Angoulême - Premio speciale della giuria).

A vincere il premio "Fauve D'Or" per il miglior Albo del 2012, invece, è stato il Canadese Guy Delisle per Cronache di Gesuralemme, che sarà tra breve pubblicato da Rizzoli Lizard. L'autore è molto conosciuto anche in Italia per le sue opere biografiche, che intrecciano il diario di viaggio con l'analisi sociale dei posti visitati e vi consigliamo la lettura dei suoi Pyongyang, Cronache Birmane e Shenzhen tutti, purtroppo, di difficile reperibilità.

Ecco la lista degli altri Feuve D'Angoulême, assegnati oggi:

-Premio per la miglior serie: Città 14 - stagione 2 di Pierre Gabus e Romuald Reutimann (da noi Città 14 - stagione 1 fu proposta dalla Planeta De Agostini)

-Premio Intergenerazionale: I Giorni della Sposa di Kauro Mori edito in italia da J-Pop

-Premio uno sguardo sul mondo: a Yoshihiro Tatsumi per Gekiga hyōryū che sarà in futuro pubblicato da Bao publishing.

-Premio all'audacia: a Norman Navarro per Teddy Beat

-Premio rivelazione: TMLP - ta mère la pute di Gilles Rochier

-Premio del Patrimonio: al quarto volume dell'integrale di Carl Banks, La dinastia di Donald Duck

-Premio Polar: a Simon Hureau per Intrus à L'étrange.

-Premio della BD FNAC: a Portugal di Cyril Pedrosa.

-Premio Giovani: a Zombillenium volume 2, di Arthur de Pins edito in Italia da ReNoir

-Premio della BD alternativa: al numero 9 della rivista Kus!, pubblicata a Riga in Lettonia

Parte il festival di Angouleme

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Angouleme-39Oggi, 26 gennaio, parte ufficialmente il trentanovesimo "Festival  international de la bande dessinée di  Angoulême", che durerà fino domenica 29 gennaio.

Presidente di giuria di quest’anno è Art Spiegelman, vincitore del premio “Grand Prix de la Ville d’Angoulême” l’anno scorso e al quale, come d’usanza, è dedicata una grande retrospettiva che ne ripercorre la carriera.
Oltre a quella dedicata a Spiegelman,  numerose sono le esposizioni che richiameranno i visitatori nella capitale del fumetto francese in questo fine settimana: dalla mostra “L’Europe se Dessin”, dedicata ad una cinquantina di autori europei, a “Tebeos - Les Bandes Dessinées Espagnoles” sul fumetto Spagnolo; dallo speciale sul fumetto di Taiwan fino alla mostra dedicata all’orso Barnabé creato da Philippe Coudray.
Mastodontico sarà lo spazio dedicato alle case editrici e agli autori che si presteranno a estenuanti sessioni di dediche per i loro fan (impossibile citarli tutti... il numero di ospiti ed autori è talmente alto da occupare 23 pagine nel sito della manifestazione)
Ovviamente uno dei punti principali del festival è il concorso a esso legato, che vede in competizione 58 opere per l’assegnazione, domenica 29 gennaio, dei prestigiosi premi di categoria tra cui spicca il Fauve d’Or per il miglior album.

Nel sito ufficiale è possibile seguire il festival tramite la Web Tv, trovare il programma ora per ora, nonché tutte le informazioni necessarie per godersi il festival... anche senza essere là.

Super - L'ultimo Eroe

David Brinkley è stato il più grande supereroe del mondo. Arrivato dal pianeta Cronk, vulnerabile solo alla Cronkite, Brinkley nel suo superalterego fu l’ultimo a ritirarsi dalla carriera di difensore dell’umanità. Ma, alla fine, ha riposto la maschera e ora sono più di dieci anni che nessuno sente parlare di lui, i poteri sembrano spariti e la sua vita è diventata quella di un normale medio borghese americano tutto famiglia e ufficio. Però, quando la sua amata New York precipita nuovamente nel caos e nessun altro può intervenire, il vecchio vigilante dovrà togliere i suoi panni dalla naftalina e darsi da fare per risolvere la situazione.

Non è facile leggere, analizzare e recensire oggi, in maniera oggettiva e senza lasciarsi condizionare dal tempo trascorso, un’opera seminale come Super – l’ultimo eroe (Super-folks in originale), romanzo scritto nel 1977 da Robert Mayer e arrivato in Italia grazie a Kappa Edizioni. In questo trentennio la storia supereroistica è cambiata molto; c’è stato Watchmen, la "Crisi sulle terre infinite", Batman: il ritorno del cavaliere oscuro, Miracleman, Astro City e questo solo per citare alcuni titoli tra i più conosciuti. Non è facile, quindi, leggere questo libro e immaginarsi che, probabilmente, tutto è partito da qui, o ne è stato sicuramente influenzato.
Certo nel 1977 il genere supereroistico aveva già perso la sua innocenza con la morte di Gwen Stacy (Amazing Spider-Man 121 nel 1973) e il pard di Green Arrow era già stato beccato a drogarsi (Green Lantern & Green Arrow 85-86 del 1971) ma non era ancora apparsa un’opera così impietosa, grottesca e che spogliava l’eroe di quell’aurea mitica che pareva pervaderlo fino a Super – l’ultimo eroe.
A leggerlo oggi questo romanzo, riserva poche sorprese dal punto di vista della trama: un supereroe in pensione ritorna al lavoro, incontra difficoltà legate al vivere comune, è pieno di dubbi esistenziali e problemi fisici, tutti i suoi alleati sono morti o scomparsi e il governo macchina astutamente per eliminare quello che dovrebbe essere il suo baluardo di salvezza: solo con queste frasi vengono in mente i titoli citati sopra e film come "Gli Incredibili" dalla Pixar o "Hancock".

Super-folks, però, non è solo questo: in questo libro si distrugge (e, al contempo, si omaggia) tutta la cultura pop anni ’70 e precedente; oltre ai vari supereroi, solo nella prima pagina, si citano: l’assassino di Kennedy a Dallas, Lone Ranger probabilmente ucciso dal partner Tonto, il Dr.Spock di Star Trek che ha contribuito alla morte di Mary Mantra (un’analoga di Mary Marvel… anch’essa data per morta) e Snoopy abbattuto dal barone rosso (!!).
In Super – l’ultimo eroe, quindi, convivono Kojak, Batman, Superman e un Peter Pan omosessuale; l’universo narrativo di origine si amalgama al nostro in un pot-pourri di personaggi legato all’immaginario collettivo (di trent'anni fa, ma non solo). Non è unicamente la figura del superessere ad essere demolita, bensì tutto quel “ben pensare” che, allora, si poteva trovare in ogni opera legata all’intrattenimento, sia essa telefilm, libro o fumetto.

Nel 1977 la golden age dei comics era ormai lontana, la silver age appena terminata, e il fumetto cominciava a rendersi conto dei problemi della società e ad affrontarli in maniera matura. Dell’ingenuità della prima era dei supereroi non v’è traccia, tutto è affrontato in maniera realistica, pur mantenendo i topoi del genere, e l’analisi alla figura del superessere non può che essere impietosa.
Il romanzo è ben scritto e ben tradotto da Matteo Mezzanotte, che riesce a mantenere lo stile caustico e sarcastico di Mayer; non ci si prende mai troppo sul serio e l’impressione che sorge dalla lettura è che l’autore non fosse conscio di star scrivendo l’opera per cui sarebbe stato ricordato negli anni a venire, bensì stesse compiendo un buon esercizio di stile.

A leggerlo come semplice romanzo, Super – l’ultimo eroe, scorre via veloce, diverte, a volte sorprende ma non riserva nulla di nuovo, soprattutto oggi e soprattutto a un navigato lettore di fumetti supereroistici che conosce il genere a menadito. Inoltre il divertimento è sicuramente maggiore se si hanno un po’ di anni sulle spalle (e quindi quella cultura pop, di cui il libro è intriso, si è vissuta sulla propria pelle.)

Dal punto di vista storico, però, questo romanzo rivela non poche sorprese; sorprende, infatti, scoprire che, probabilmente, i temi sviluppati da mostri sacri come Alan Moore, Frank Miller o Grant Morrison (autore dell’introduzione al volume) non fossero solo frutto del genio e dell’inventiva di pochi.
Lungi dal dire che Robert Mayer sia stato la musa ispiratrice degli autori responsabili della decostruzione della figura supereroica, Super – l’ultimo eroe non può che essere la dimostrazione che, evidentemente, i temi e gli argomenti da indagare, e il metodo per farlo, fossero nell’aria e attendessero solo di essere colti nella maniera adeguata.
Mayer, con questo libro, ci riuscì, precorse i tempi ed è bello che Kappa Edizioni, dopo decenni, l’abbia proposto al pubblico italiano che, finalmente, può aggiungere un tassello fondamentale alla storia del genere supereroistico.

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