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Paolo Pugliese

Paolo Pugliese

Devil Speciale: Rinato

Matt Murdock è un uomo in cerca di redenzione e pace con sé stesso per le sue recenti, drammatiche, decisioni, che hanno comportato pesanti conseguenze nella sua vita. Durante gli eventi della saga Shadowland, il suo alter ego mascherato, Devil, è diventato il capo della setta ninja de La Mano, costruendo un’imponente fortezza nel cuore del suo quartiere, Hell’s Kitchen, ed imponendo un rigido coprifuoco che ha determinato l’intervento di svariati supereroi per fermare una crociata contro il crimine, sfociata nella follia e nella prevaricazione. Arrivato alla consapevolezza di essere stato traviato dal clan esoterico della Mano, i Serpentieri, facendo emergere il suo lato più oscuro e violento, Matt è fuggito, autoesiliandosi in un viaggio solitario e senza meta. Lo scrittore Andy Diggle conclude la sua gestione di Devil, accomiatandosi ai lettori con quest’ultima avventura, che fa da preludio al ritorno del personaggio ad atmosfere supereroistiche più consone alla nuova serie firmata da Mark Waid, che vedremo presto in una testata mensile dedicata al vigilante scarlatto.

La miniserie Devil: Rinato, pubblicata in un volumetto speciale dalla Panini, è una sorta di azzeramento virtuale dell’eroe, che non fa piazza pulita del suo passato, ma lo allontana da tutto ciò che ha affrontato a New York, calandolo in un’ambientazione totalmente diversa. Matt viaggia a piedi nell’America del Sud-Est, attraverso lande desolate nelle quali trova ciò di cui ha bisogno per rielaborare la propria vita: isolamento,  solitudine e calma. Diggle non ci fornisce un compendio di auto-assoluzione, né un complesso ritratto interiore, ma preferisce scuotere il personaggio dal suo torpore fisiologico, inserendolo in un’avventura on the road nella quale ritrovare le sue motivazioni principali; questo accade quando il protagonista giunge in un desolato paese nell’entroterra americano, con troppi segreti e poliziotti corrotti, che trascineranno un riluttante Matt Murdock nuovamente in azione, riappropriandosi della propria idea di giustizia e, dunque, della sua identità di eroe, in una sorta di rinascita morale. La trama di Rinato è lineare ed efficace nella sua semplicità, con un’introspezione psicologica sottile ed integrata in una sceneggiatura dai principi-guida basilari, con Diggle che attinge abbondantemente a tutti gli elementi della classica avventura di frontiera, in bilico tra il giallo, il noir, l’hard boiled e chiare reminiscenze da spaghetti-western (vedi “Per un Pugno di Dollari” di Sergio Leone), sfruttando il classico tema dello straniero che giunge in città portando guai alla comunità locale colpevole.

Devil: Rinato costituisce una lettura agile e veloce, godibile per atmosfere ed elementi narrativi, nonostante sia scritta con pochissima sostanza introspettiva, prediligendo maggiormente le dinamiche da Crime-Story d’azione che, comunque, contiene tra le sue pieghe tutti i fattori cardine delle scelte e delle reazioni del protagonista. Una storia minimalista, dunque, ma non gratuita né superficiale, seppur con alcune pecche, come un villain poco carismatico e l’incipit, grossolano, del bambino cieco.

I disegni dell’italiano Davide Gianfelice, da un lato riflettono con efficacia i toni spartani della trama, grazie a tavole con personaggi al centro dell’azione e pochissimi elementi scenografici a corredo; dall’altro, illustrano i passaggi della sceneggiatura in maniera chiara e fluida, con un’impostazione spettacolare e cinematografica nelle sequenze d’azione che, nel finale, sembrano ispirarsi ai toni della miniserie L’Uomo senza Paura di Frank Miller.

Venom 1

Dopo la testata di Deadpool, la Panini presenta in Italia una nuova pubblicazione mensile dedicata ad un altro “bad boy” della Marvel: Venom.
Sotto la collana ombrello Spider-Man Universe, il V-Man torna dunque nelle edicole, come titolare di un proprio albo, a distanza di 14 anni dal primo mensile omonimo, chiuso nel 1998. Il personaggio che esordisce in questo numero uno è però qualcosa di totalmente nuovo e diverso rispetto a quanto abbiamo letto di lui in passato: da mutaforma violento, pericolosissimo e antropofago (goloso in particolar modo di cervelli umani), dotato degli stessi poteri di Spider-Man, Venom diventa un super-soldato corazzato, tenuto a bada da procedimenti chimici e usato dall’esercito americano come arma anti-terrorismo. A fare la differenza con le sue precedenti incarnazioni c’è, anche, l’avvicendamento del protagonista umano: dopo la nemesi di Peter Parker, ovverosia Eddie Brock, e il membro dei Thunderbolts ed ex Scorpione, Mac Gargan, il nuovo ospite del simbionte alieno è una vecchia conoscenza dei lettori dell’Uomo Ragno: Flash Thompson.

Atleta promettente, bullo al liceo, ammiratore di Spider-Man, militare in carriera, eroe di guerra, Flash ha perso le gambe in Medio Oriente mentre soccorreva il proprio ufficiale superiore. Per il suo spiccato senso del dovere, viene scelto per il progetto “Rinascita 2.0”, ovverosia lo sviluppo di un nuovo super-soldato dopo Capitan America, utilizzando il parassita extraterrestre Venom, trasformato in una corazza polifunzionale grazie ad un mix di tecnologia e chimica. Seguendo un rigido protocollo, Flash viene esposto al Venom per periodi non superiori a 48 ore, continuamente monitorato ed impiegato all’estero in missioni di pace (preventiva?), confrontandosi con guerre e pulizie etniche, ma anche con villains della Marvel come Jack Lanterna e Kraven il Cacciatore.

Questo primo numero si apre con una storia breve tratta da The Amazing Spider-Man n.654, che presenta un sintetico, ma esaustivo, sunto della fusione tra Flash e il simbionte, avente l’obiettivo di illustrare le idee cardine del restyling del nostro anti-eroe, con tutto l’apparato e le procedure corredate al suo addestramento e le future missioni. Narrativamente un po’ scontato, ma comunque intrigante per alcune invenzioni, l’antefatto lascia il posto ai primi due episodi della nuova serie di Venom, che lo vedono agire prima in un fantomatico paese dell’Est, teatro di un genocidio che richiama alla memoria quello della guerra di Bosnia/Erzegovina degli anni ’90, poi nella Terra Selvaggia, la giungla preistorica nascosta nell’Antartide. Scritta e disegnata da Rick Remender e Tony Moore (il team artistico di FrankenCastle), la nuova incarnazione del V-Man risulta una lettura agile, intrigante e piacevole, improntata principalmente su missioni militari, legate comunque da un filo narrativo comune, con trame a lungo termine riguardanti sia gli avversari del protagonista, sia il suo stesso fato, sospeso continuamente tra la vita e la morte. Questo, a causa del precario equilibrio biologico tra la sua fisiologia umana e la sua corazza aliena, sempre a rischio di sfuggire di controllo. Per certi versi, i concetti di base di questa sorta di reboot riprendono quelli di un celebre manga di fantascienza come The Guyver, con letali armature biologiche, tanto potenti quanto dannose per la salute del portatore. Remender modula comunque bene tutti gli elementi caratterizzanti il Venom e li evolve in maniera concreta e credibile, sviluppando anche inediti aspetti pratici riguardanti le sue facoltà mutaforma.

Le storie hanno un timbro narrativo lineare, incentrato principalmente sull’azione, con spettacolari sequenze di combattimento disegnate con estro da un talentuoso Tony Moore, autore di tavole ricche e dettagliate, il cui stile ricorda quello del primo Art Adams degli anni ’80. Lo sceneggiatore, inoltre, infonde nelle sue storie un senso di precarietà sul protagonista, non dimendicando la precedente caratterizzazione di Venom, che si riaffaccia pericolosamente ogni volta che il suo ospite perde il controllo emotivo. Anche da questo punto di vista, il personaggio di Flash Thompson è descritto come una figura tragica: handicappato e con la vita sociale a pezzi, ha una chance di tornare nuovamente a camminare solo esponendosi al parassita alieno e rischiando così la sua incolumità. Una bella interpretazione del personaggio, ma comunque non ancora approfondita a dovere nei suoi aspetti psicologici principali.

Chiude il sommario dell’albo la prima storia con protagonisti il duo di vigilanti soprannaturali Cloak e Dagger, futuri comprimari dell’evento ragnesco Spider-Island con una miniserie a loro dedicata che sarà pubblicata nei prossimi numeri del mensile. Qui, la Panini ha preferito presentare ai lettori più giovani i due characters, ristampando il primo numero della loro omonima miniserie del 1983, pubblicata sei anni dopo in Italia dalla Play Press, all’epoca licenziataria di una buona parte del materiale Marvel. L’episodio in questione, scritto da Bill Mantlo (storico autore della casa delle Idee) e disegnato da un acerbo, ma già bravo, Rick Leonardi (Spiderman 2099, Uncanny X-Men), è una delle migliori storie in assoluto sulla coppia di tragici eroi, venata da forti toni drammatici, inusuali all’epoca della sua uscita, quasi trent’anni fa.
Nel complesso, Spider-Man Universe: Venom si svela un albo interessante, con un sommario forte e, nonostante l’origine da spin-off dell’universo dell’Uomo Ragno, è dotato di una sua indipendenza che lo rende, potenzialmente, una lettura molto intrigante.

Valiant Comics: nuovi titoli

  • Pubblicato in News

ManowarPosterGiungono importanti novità sulla Valiant Comics, a sei mesi di distanza dal primo annuncio ufficiale riguardante la sua rinascita, realizzata grazie alla joint venture tra la nuova compagnia Valiant Entertainment (co-fondata da Jason Kothari e Dinesh Shamdasani) e l’ex vice-presidente della Marvel, Peter Cuneo. I primi tre titoli ad essere pubblicati saranno X-O Manowar, Bloodshot e Harbinger.

L’ex-editor della Marvel Warren Simons è stato assunto come editor in chief della Valiant occupandosi in prima persona del rilancio delle serie e annunciando il team creativo della prima ad essere lanciata: X-O Manowar.
In uscita per il prossimo 2 maggio, X-O Manowar ha per protagonista Aric, un guerriero visigoto nato in Dacia nel quinto secolo A.C., che viene rapito da una razza aliena, riuscendo però a

liberarsi ed impossessarsi della X-O, una potente e sofisticatissima armatura senziente. La nuova serie avrà una connotazione maggiormente fantascientifica e meno supereroistica rispetto al passato, con testi scritti dall’emergente Robert Venditti, autore della miniserie Sci-Fi The Surrogates, pubblicata nel 2005 per la Top Shelf Productions e trasposta al cinema con il film “Il Mondo dei Replicanti”, interpretato da Bruce Willis.
I disegni saranno firmati invece da Cary Nord, artista apprezzato per i suoi lavori su comic book quali Conan della Dark Horse e Daredevil della Marvel. Le copertine saranno invece realizzate da Esad Ribic, con al suo attivo diversi titoli per la Marvel, come Loki, Silver Surfer: Requiem e Sub-Mariner: Abissi.

In merito al personaggio, Venditti ha dichiarato di essere stato molto colpito dalla sua dualità di eroe antico e iper-tecnologico, che gli permetterà di impostare le trame tanto su tematiche fantascientifiche quanto di avventura storica, traghettando il protagonista in vari scenari: dal passato al futuro, dalla terra allo spazio. Lo sceneggiatore ha rivelato anche di aver rimodulando completamente i villain alieni, i quali avranno una natura vegetale e saranno implacabili. 
L’editor Warren Simmons ha dichiarato che l’obiettivo primario del rilancio è raggiungere i livelli qualitativi della gestione di Jim Shooter negli anni ’90, ovvero creatività, originalità ed attenzione per i contenuti come elementi guida dei personaggi. La rinascita dell’universo Valiant, ha precisato Simmons, avverrà sia in forma di distribuzione tradizionale cartacea che digitale, e non consisterà in un reboot dei personaggi (come successe con la gestione Acclaim), piuttosto in un aggiornamento, attingendo alla storia della casa editrice, ma al tempo stesso percorrendo strade narrative nuove per venire incontro agli esigenti lettori odierni, riproducendo le caratteristiche che furono alla base del loro successo.
Riportiamo, infine, alcune indiscrezioni riguardanti il disegnatore di The Immortal Iron Fist, David Aja, il quale dovrebbe realizzare le matite per la serie sul mercenario metaumano Bloodshot.

Batman 0

Batman Numero Zero è uno dei 6 albi speciali (gli altri sono dedicati rispettivamente a Superman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde e Justice League) con i quali la neonata casa editrice RW-Lion Comics, nuova licenziataria del parco di testate DC Comics/Vertigo, si presenta ai lettori italiani. L’albo in questione, insieme agli altri, rappresenta uno starting point virtuale dell’editore, con vari articoli di approfondimento, anticipazioni e checklist complete di quanto vedremo nei prossimi mesi. La parte del leone la fanno comunque le due storie contenute nel sommario, che si rivelano preziosi recuperi di materiale d’annata di Batman.

La prima è una storia scritta da Ron Marz, rimasta inedita per molti anni, chiusa negli archivi della DC comics fino al 2010: Batman deve indagare su una catena di delitti tra i senzatetto di Gotham finendo per scontrarsi con il mostruoso non-morto Solomon Grundy. La sceneggiatura ha per tema il modo in cui la verità assume sfaccettature diverse a seconda dei punti di vista, ed è un ottimo esempio di sintesi narrativa, avendo uno sviluppo secco e serrato, con un duplice colpo di scena che ribalta per ben due volte la prospettiva del racconto. Ma il punto forte della storia in sé sta soprattutto nei disegni: le 22 tavole sono in realtà splash page illustrate dal grande Bernie Wrightson, disegnatore storico della DC comics dallo stile crepuscolare, creatore grafico di Swamp Thing e autore di numerosissime storie horror (ad esempio quella perla del passato che è la serie The House of Mistery). L’artista conferisce alla storia un grande senso di pathos, nonostante la sua ottima padronanza dei chiaroscuri venga un po’ sacrificata, tanto dalle chine di Kevin Nowlan quanto dall’uso del colore.

Chiude l’albo un breve racconto dai toni natalizi di una decina di pagine, apparso originariamente su DC Special Series n.21 del 1979. La trama in sé non è nulla di speciale, con un’indagine lampo di Batman per sventare una rapina in un grande magazzino, ma la storia ha un retrogusto di profonda reminiscenza per i lettori dell’Uomo Pipistrello, visto che testi e disegni sono firmati rispettivamente da Denny O’Neil e Frank Miller: due grandi nomi dell’industria del fumetto americano, entrambi importantissimi per la mitologia del Cavaliere Oscuro, entrambi –in tempi diversi- grandi innovatori del personaggio.
Le tavole di Miller, all’epoca ventunenne, sono ancora acerbe, ma contengono già gli elementi principali del suo stile: il tratto essenziale e dinamico, le inquadrature incalzanti e il suo ispirarsi a Will Eisner e Neal Adams sono ampiamente riconoscibili nella storia, importante come inizio di un circolo virtuoso che sarà completato quando il disegnatore tornerà anni dopo sul personaggio, realizzandone la saga definitiva, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, oltre alla rilettura delle sue origini con la miniserie Batman: Anno Uno.

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