Samurai 1- Il cuore del Profeta
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Ai confini del Giappone, il samurai Takeo viaggia alla volta della misteriosa Isola Senza Nome, sperando di fare luce su alcuni misteri del suo passato: chi è? Perché è cresciuto in un monastero e dov’è suo fratello che lo ha lasciato in quel luogo? Abilissimo maestro di spada nonché nella lotta a mani nude, Takeo incontra lungo la sua strada una bambina e la sua giovane tata, che decide di mettere sotto la sua protezione, ritrovandosi invischiato in un terribile complotto da parte del generale Akuma, una delle personalità più influenti e corrotte dell’Impero, intenzionato a tradire l’Imperatore grazie al ritrovamento di una misteriosa quanto potente reliquia chiamata il Tredicesimo Profeta.
Lo sceneggiatore italo-francese Jean-Francois Di Giorgio immagina una saga dai toni cupi e drammatici che ci proietta a metà strada tra i giochi di potere e le congiure di palazzo nel medioevo giapponese e il suo mondo rurale, dove contadini e povera gente sono soggetti alla legge del più forte,da parte dei potenti, da parte dei soldati e finanche da semplici prepotenti di strada. Il modello di riferimento per storia e personaggi risulta chiaramente essere l’epico e bellissimo Lone Wolf & Cub ma, a differenza del manga di Kazuo Koike e Goseki Kojima, il tema storico delle lotte politiche interne qui è narrato superficialmente, in maniera illustrativa e al servizio puramente della trama, prediligendo un tono sensazionalistico che marca l’accento sugli aspetti più folkloristici del mondo medioevale del Sol Levante, a base di duelli, guerrieri oscuri e mascherati, ninja inesorabili, profezie arcane e cattivi monodimensionali nel loro sadismo e sete di potere. Di Giorgio delinea il protagonista Takeo come un uomo d’onore abituato a prendere le parti dei più deboli, un guerriero tormentato e non invincibile la cui caratterizzazione non è però particolarmente approfondita, anzi risulta asciutta quanto convenzionale nel seguire le linee guida dello status di un samurai. Anche il resto dei personaggi rispondono a ruoli determinati in funzione dell’economia della storia, venendo abbozzati con poca sostanza e, in alcuni casi, risultando addirittura inutili, come il servo Shiro, che funge unicamente da spalla comica del protagonista.
Eppure, nonostante alcune lacune e cadute di credibilità, Samurai risulta una lettura intrigante. Questo grazie a una narrazione potente e serrata che ha il suo fulcro in un protagonista puro e iconico, il quale, nel suo essere, si fa portatore di valori perduti come l’onore, il senso di appartenenza dello stato e la lotta contro l’ingiustizia. Il racconto ideato da Di Giorgio, seppur convenzionale per quanto riguarda la tipologia dei character, risulta avere una progressione narrativa epica e imprevedibile che appassiona il lettore anche per la scelta e lo sviluppo di determinate dinamiche, come quelle del prescelto e dell’eroe solitario contro un potere più grande di lui, arricchendo l’incipit principale con dei concetti sovrannaturali che lo sceneggiatore mantiene volutamente (e diremmo anche sapientemente) tra le righe, sospesi da una certa ambiguità che rende i toni della storia ancora più inquietanti.
Per quanto riguarda l’aspetto grafico, i disegni di Frédéric Genêt sono superbi e dettagliatissimi, vantando uno storytelling fluido e simmetrico sia a livello orizzontale che verticale, oltre a un tratto accurato e documentato che riproduce fedelmente ambienti, costumi ed armi. Genêt fornisce alla storia un impianto visivo altamente spettacolare, per impostazione dei personaggi, scenari maestosi e sequenze di battaglia cruente quanto splendide che contribuiscono a rendere ancor più interessante questo fumetto. La Panini, per l’occasione, ha adottato un formato diverso dal solito, più largo, ma anche più agile ed economico di un cartonato, presentando i primi due capitoli della miniserie in un unico volume.