La vita di Otama, recensione: il viaggio artistico di Otama Kiyohara
- Scritto da Francesco Rescigno
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Pubblicato da Sergio Bonelli Editore, La vita di Otama nasce dalla collaborazione tra Keiko Ichiguchi e Andrea Accardi, che riportano in vita la figura di Otama Kiyohara. Prima pittrice giapponese a sperimentare lo stile occidentale e pioniera nel dialogo tra due mondi artistici, Otama ha vissuto tra Tokyo e Palermo, intrecciando il suo destino con quello dello scultore Vincenzo Ragusa.
Prima di accennare alla trama, è doveroso un piccolo quadro storico-culturale in cui la storia è ambientata. Fino alla metà dell’Ottocento, il Giappone aveva fortemente limitato i contatti con l’Occidente, un isolamento noto come Sakoku. Tuttavia, con il rinnovamento avviato dalla dinastia Meiji nel 1868, si diede il via a un profondo processo di modernizzazione politica, sociale e culturale, ispirato ai modelli occidentali. Il governo affidò tale svolta a consulenti provenienti da diverse nazioni e l’Italia divenne protagonista di un rinnovamento artistico. Fu così che Vincenzo Ragusa arrivò in Giappone in qualità di docente di scultura. Qui i destini di Vincenzo e Otama si intrecciano, dando inizio a un percorso che cambierà radicalmente la vita di lei. Otama diventerà prima allieva e poi musa ispiratrice dello scultore siciliano, la prima nella storia giapponese ad assumere questo ruolo. Si trasferisce a Palermo, sposa Vincenzo e approfondisce la sua ricerca artistica, sperimentando tecniche e materiali occidentali. Realizza numerose opere pittoriche e lavora anche come reporter. A Palermo troverà un mondo a lei sconosciuto, dove cultura, costume e lingua inizialmente le saranno da ostacolo. Ma la sua perseveranza la porterà a integrarsi perfettamente con la città e i suoi abitanti. Insieme al marito fonda la Scuola d’arte orientale, dove insegnerà e sarà la direttrice della sezione femminile dell’istituto.
Dopo la morte del marito, il percorso artistico e personale di Otama volge al termine. Ormai sola, decide di far ritorno nella sua Tokyo che, dopo cinquant’anni vissuti a Palermo, non riconosce più. La città del Sol Levante, che un tempo chiamava casa, non le appare più familiare come un tempo. Ormai non è più Otama Kiyohara, ma Eleonora Ragusa, un nome che rappresenta il cambiamento profondo della sua identità e della sua vita.
La vita di Otama si distingue come un’opera capace di unire storia, arte e cultura in un racconto intenso e affascinante. È la storia di una donna straordinaria, che con il suo animo gentile ha unito due culture apparentemente distanti: Italia e Giappone. Tra tradizione e modernità, il graphic novel ricostruisce la sua storia con un approccio visivamente raffinato e narrativamente coinvolgente, offrendo ai lettori uno spaccato unico su un’epoca di cambiamento e sulla determinazione di una donna fuori dal comune.
Accardi e Ichiguchi trasformano illustrazioni e sceneggiatura in un linguaggio narrativo autonomo. Lo stile grafico, l’attenzione anche ai minimi dettagli e sfumature catturano perfettamente il contrasto tra i mondi di Tokyo e Palermo. Una ricerca scrupolosa mirata alla perfetta trasposizione della realtà su carta. Ogni pagina sembra un’opera d’arte, in grado di trasmettere visivamente le emozioni più sottili dei personaggi. La composizione delle tavole crea un'atmosfera che ben si sposa con le tematiche della storia, accentuando il percorso interiore di Otama e il suo adattamento a una cultura nuova e sconosciuta.
L’amore è il tema su cui si regge tutta la trama. Ma limitare a considerare La vita di Otama una semplice storia d’amore risulterebbe riduttivo. È vero, la relazione tra Otama e Vincenzo è la colonna portante della storia che si sviluppa attraverso diverse sfumature – cultura, arte, rispetto e passione – ed è un esempio di come l’amore possa superare qualsiasi ostacolo. Ma non è sempre rosa e fiori. Il loro è anche un amore che ha vissuto diverse difficoltà, come la perdita del figlio durante il terzo mese di gravidanza. Ma anche adattamento e sacrificio, che si riflettono nei momenti più difficili della vita di Otama.
L’arte non è solo una forma di espressione, ma anche uno strumento di emancipazione e per Otama è il veicolo per esplorare nuove possibilità e superare i limiti della sua cultura. L’arte diventa il mezzo per la sua realizzazione sociale, capace di eliminare gli ostacoli linguistici della sua prima esperienza palermitana. La figura di Otama rappresenta il punto d’incontro tra due culture, il Giappone e l’Italia, e il suo percorso artistico è l’esempio più puro di come due mondi opposti possano influenzarsi reciprocamente.
Il lavoro di Keiko Ichiguchi e Andrea Accardi restituisce un affresco visivo e narrativo che incanta e commuove, invitando i lettori a riflettere sulla bellezza dell'incontro tra mondi diversi e sulla potenza del cambiamento personale. In un'epoca di grandi trasformazioni, La vita di Otama ci offre una testimonianza di determinazione, di amore e, soprattutto, di speranza.
Dati del volume
- Editore: Sergio Bonelli Editore
- Autori: La recensione de La vita di Otama di Keiko Ichiguchi e Andrea Accardi, edito da Sergio Bonelli Editore.
- Genere: Biografico
- Formato: 19,5x26 cm, 144 pp, b/n, C.
- Prezzo: 23
- ISBN: 9791256290482
- Voto della redazione: 8