l lettore di fumetti è abituato al linguaggio in esso usato considerato che, normalmente, questo viene elaborato e adeguatamente interpretato e codificato sin dall’infanzia; la maggior parte dei lettori si ferma lì, alla semplice lettura e godimento delle storie a fumetti preferite ma, ad altri, ciò non basta ed è allora che inizia una ricerca che ha per scopo la comprensione del meccanismo e della struttura che sta alla base di una storia a fumetti.
La neo collana di manuali TunuéLab si pone l’obiettivo di offrire gli strumenti adeguati alla comprensione del linguaggio del fumetto agli appassionati, agli studiosi del mezzo e a chi volesse entrare a far parte di questo mondo dal punto di vista professionale.
Il primo tassello di questo progetto editoriale è l’edizione aggiornata del best seller Professione sceneggiatore di Sergio Badino e la prima domanda che ci si pone di fronte a questo libro (e lo fa anche l’autore stesso) è: c’era veramente bisogno di un altro manuale di sceneggiatura?
La stessa domanda può essere reinterpretata come: in cosa differisce questo libro rispetto alla miriade di manuali sull'argomento, già esistenti?
Sulla necessità o meno di un nuovo manuale non ci dilunghiamo, ma quello che possiamo dire è che Professione sceneggiatore – in viaggio tra narrazione e scrittura creativa (questo il sottotitolo scelto per la seconda edizione) differisce da molti dei testi che trattano lo stesso argomento, per l’onestà dell’approccio, per la metodologia d’insegnamento, l’uso di numerosi esempi esplicativi e per l’aver allargato il viaggio nel mondo della narrazione non fermandosi al solo fumetto ma abbracciando, in pratica, tutti i media a 360°.
Badino avvisa da subito il lettore che il manuale è inteso come strumento per chi vuole approcciarsi alla professione del narratore completo, poiché nei tempi odierni è improponibile focalizzarsi solo su un solo mezzo di comunicazione. In oltre, le tipologie di storie che spiega come affrontare sono di tipo seriale e di genere, storie che possono essere inquadrate nelle due più grandi case editrici Italiane ovvero Walt Disney Italia e Sergio Bonelli Editore (le uniche, a detta dell’autore, che possono garantire uno sbocco lavorativo retribuito in modo adeguato).
Sono esclusi, quindi, i manga, i fumetti d’autore e i cosiddetti comics sperimentali: questo non per snobismo ma perché ci si è voluto concentrare, per prima cosa, sulle basi, ben consci che una volta assimilate queste, è poi possibile confrontarsi con storie più complesse o differenti.
Infatti, la caratteristica principale che differenzia questo libro rispetto a troppi sulla professione dello sceneggiatore già esistenti, è che prima di parlare di sceneggiatura, di inquadrature o, più semplicemente, di com’è fatta la gabbia di una tavola, Badino parla di quello che deve esistere qualsiasi cosa si voglia raccontare: la storia.
Come nasce (o come far nascere) una storia e i personaggi a essa appartenenti e la metodologia di sviluppo attraverso le teorie espresse da Christopher Vogler, Will Eisner, Syd Field e Scott Mcloud nei loro fondamentali libri, qui esposte in maniera semplice e strutturata in modo da essere immediatamente comprensibili a qualsiasi lettore, sono punti che fanno da preambolo al discorso “sceneggiatura”, discorso che è adeguatamente affrontato ma solo dal quinto capitolo.
Come detto, un altro innegabile pregio di questo titolo è la sua immediatezza: la lettura scorre senza intoppi, merito della “storia” imbastita dall’autore per facilitare l’apprendimento. Anche una lezione, infatti, è una storia che deve essere raccontata dal maestro all’allievo e sta al primo trovare la giusta chiave e metodologia comunicativa da usare per far sì che le informazioni possano passare a chi ascolta (o legge).
La lezione di Badino tocca tutti i punti necessari per iniziare e, non a caso, si invita il lettore a approfondire l’argomento qualora si decida di intraprendere la difficile strada della professione. Per aiutarlo ulteriormente, in oltre, offre a chi legge essenziali consigli professionali dati dall’esperienza che l’autore si è fatto in più di dieci anni di attività.
Usando molti esempi tratti da film, trance di sceneggiature di lavori eseguiti per Disney, Bonelli o per il mondo della televisione o della narrativa da Badino stesso, ogni concetto descritto può essere efficacemente visualizzato dal lettore.
L’uso degli esempi è anche l’unico difetto imputabile a questo libro: se non si sono visti i film o letto i fumetti che l’autore cita (tutti blockbuster, badate bene) si perde una parte del tassello.
Perdita, beninteso, facilmente recuperabile con un minimo d’impegno e difficilmente evitabile quando si voglia offrire a chi ci ascolta esempi conosciuti: ci sarà sempre qualcuno che non saprà di che cosa si sta parlando (ma, la prima regola per un buon narratore è di aver un enorme bagaglio di storie viste, lette e assimilate da cui attingere).
Ultimo appunto è su questa edizione che, fin dalla copertina, si dimostra vincente e accattivante, riuscendo ad attirare il lettore con un aspirante sceneggiatore che, sorridente, affronta il suo compito fiducioso, facendo il gesto della vittoria (gesto che può anche essere inteso come “due” e, quindi, seconda edizione).
Il libro, infatti, completa e sostituisce il precedente del 2007, arricchendo il discorso iniziato allora, un discorso che mantiene la validità delle basi (e lo si capisce leggendo la prefazione della prima edizione, a nome Sergio Bonelli, che è ripresentata integralmente in coda al volume).
Con Il suo primo tassello la collana TunuéLab ha giocato sul sicuro e ha fatto bene: Professione Sceneggiatore è un libro utile, ben confezionato, di agile lettura e rapida consultazione che rappresenta in pieno quello che è il manifesto programmatico dell’intero progetto.