L'epopea dei diavoli di Go Nagai, la recensione di Devilman Omnibus
- Scritto da Alberto Palazzolo
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Se paragonassimo Go Nagai a uno dei maestri del Rinascimento, probabilmente Devilman sarebbe la sua Monna Lisa.
Considerato uno dei mangaka più influenti di sempre, Go Nagai ha dedicato praticamente 4 decenni al suo universo demoniaco, iniziato nel 1971 con il manga Mao Dante, rimasto incompiuto, il quale costituirà l'anno successivo il telaio di Devilman per tematiche e ambientazioni; un “quasi remake” del lavoro precedente, come lo descrisse l'autore stesso, inizialmente pensato quale soggetto per una serie tv molto più vicino agli stilemi occidentali supereroistici rispetto a quello che sarebbe stato il manga.
Devilman è un'opera complessa e stratificata, i cui disegni dalle linee semplici e chiare, perfettamente in linea con il target shoen a cui è indirizzato, entrano in contraddizione con il significato profondo del manga, molto più maturo. Un messaggio rivolto ai ragazzi che affronta temi diversi e che Go Nagai ha inserito man man nella narrazione.
La vicenda narra di Akira Fudo, impacciato studente giapponese che viene a sapere dal suo migliore amico, Ryo Asuka, che nel passato il mondo era dominato da una razza di creature mostruose, i demoni, il cui potere principale era quello di legarsi ad alte creature ed assumerne le abilità. Un tempo questi esseri governavano la Terra, prima di scomparire misteriosamente e lasciare all'uomo il dominio sul pianeta. Ryo però fa anche un'altra rivelazione: i demoni stanno per tornare nel tentativo di riprendersi quello che considerano loro di diritto, la terra.
Akira e Ryo decidono di diventare i paladini a difesa del genere umano e per farlo escogitano un modo per fare sì che un demone si fonda con loro, utilizzando però il loro cuore puro per resistere alla coscienza del mostro, così da controllarne i poteri, divenendo dei devilman, uomini diavolo.
Comicia in questo modo l'epopea di Akira, unico dei due a fondersi con un diavolo, il prode Amon, potente guerriero demoniaco, e di Ryo, quale suo aiutante, nel compito di sconfiggere le orde infernali che stanno piano piano tornando nel mondo. In una commistione tra vari generi letterari, il manga si trasforma da supereroistico ad apocalittico, passando per il viaggio nel tempo e il comico e avendo sempre una forte componente horror.
I demoni si rivelano al mondo e scoppia il panico, la guerra annunciata da Ryo scoppia e gli eserciti infernali calano sulle città dell'uomo, portando distruzione e destabilizzando i rapporti tra gli uomini, sospettosi verso il prossimo che potrebbe essere posseduto da un demone, mentre altri umani riescono a trasformarsi anch'essi in devilman.
Un fatalismo assoluto pervade l'ultima parte del manga, in cui gli uomini, in una rinnovata caccia alle streghe, uccidono senza pietà chiunque sospettino essere un demone. Questo è il gioco di Satana, sovrano infernale che ha manipolato il genere umano perché si autodistrugga.
Akira non può fare altro che cercare di proteggere la sua famiglia e infine, in un ultimo assalto, dopo che l'umanità ha perso, impedire che i demoni si impadroniscano finalmente della Terra.
Go Nagai intraprende qui l'esplorazione dell'argomento religioso e demoniaco che segnerà una parte consistente della sua produzione. Unendo la mitologia cristiana, ispirata dalla Commedia di Dante, alla cultura nipponica, l'autore riscrive la storia di Lucifero dalle origini: gli oni del folklore giapponese si legano agli angeli caduti occidentali, in una serie di creature composte da elementi diversi e confusi, in un risultato mostruoso.
Satana non è però un personaggio malvagio in assoluto, il che lo rende un tipico cattivo alla Go Nagai: cacciato da Dio, ha voluto difendere i demoni dalla distruzione divina e ha così cominciato una lotta contro il suo stesso Padre. Allo stesso modo Akira non impersona l'eroe senza macchia nel senso classico, in lui si cela un lato oscuro, quello demoniaco, che lo rende quantomeno ambiguo. Un dualismo tra bene e male tipico dell'autore, qui portato al suo massimo sviluppo in virtù dello scontro universale cui si assiste.
Lo stile grafico, sebbene del tutto riconoscibile per l'intera opera, cambia e matura insieme all'evoluzione tematica che subisce la storia, virando sempre più spesso verso neri pieni man mano che la vicenda si avvicina al suo tragico epilogo; il tratto di Go Nagai risulta umoristico per lo più all'inizio, per deviare decisamente verso una componente più cupa nella metà della storia. Nella stessa tavola non è poi raro notare una maggiore cura per i dettagli in alcune vignette, per dei volti, o addirittura per intere pagine, tanto da sfiorare una sorta di realismo grafico in taluni punti chiave.
Dietro la scrittura di Devilman però c'è molto più che una semplice prova di bravura dell'autore, il manga è un vero manifesto del movimento controculturale degli anni '70, in cui si esprime una sfiducia profonda per la società che l'uomo ha prodotto, fatta di guerre e lotte dei più forti sui deboli; a questo si aggiunge un sincero messaggio ecologico portato avanti da Go Nagai nelle parole dei demoni, critici verso il comportamento dell'uomo nei confronti della natura, un tempo lussureggiante e ora asservita e piegata agli interessi umani.
Insicurezza riguardo al futuro, paura di una guerra mondiale, diffidenza verso i governi, sono i sentimenti principali di quegli anni. La guerra del Vietnam era in pieno svolgimento e perfino in Giappone i movimenti di protesta giovanile sconvolgono la vita dell'uomo comune; un'escalation nucleare tra le grandi potenze è dietro l'angolo e il Giappone, che bene sa cosa si prova a subire un bombardamento atomico, trova una rappresentazione delle proprie angosce in Devilman.
Il finale del manga è proprio un monito all'inutilità di una guerra che assicurerebbe una distruzione mutua e totale: "Chi è forte" dice Satana "non dovrebbe avere il diritto di approfittasi degli esseri più deboli solo in virtù del proprio potere, perdonami Akira sono stato un folle".
L'opera più famosa di Go Nagai è stata ora, in occasione del 45° anniversario della pubblicazione giapponese, ristampata da J-Pop in formato integrale in un omnibus. Per la prima volta gli appassionati italiani hanno la possibilità di assaporare questo cult in un volume unico da 1300 pagine in bianco e nero, con alcune tavole a colori: un poderoso tomo cartonato di buona qualità, disponibile anche con la variant cover Feltrinelli dorata, che presenta la saga completa e alcuni extra in un formato con tavole più grandi rispetto alle precedenti edizione di J-Pop e delle altre case editrici che in Italia si sono alternate alla pubblicazione di Devilman. Ad arricchire il volume anche un'extra scritto dallo stesso autore per il pubblico italiano con una digressione storica sulla creazione del manga e alcune illustrazioni a colori su pagine patinate dei personaggi principali sia dal manga stesso che dall'anime.
La grandezza però, ma soprattutto il peso di questo volume (quasi 2,5 kg!), ne rendono la lettura un po' difficoltosa senza un sostegno adeguato, tanto che il dorso dà l'idea di poter cedere a causa della mole che deve sostenere. La qualità generale della carta e della stampa è comunque molto buona, rendendo questo un buon acquisto sia per un collezionista, quanto per un neofita.
Dati del volume
- Editore: J-Pop
- Autori: Testi e disegni di Go Nagai
- Genere: Horror
- Formato: 17x24, C., 1380 pp, b/n.
- Prezzo: 39,90€
- ISBN: 978-8868839277
- Voto della redazione: 8,5