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Lùmina

Lumina è un progetto tutto italiano finanziato tramite il crowdfunding su Indiegogo e nato ormai quasi un anno e mezzo fa. Era aprile del 2014 quando la campagna di raccolta fondi cominciò e dopo un mese si era giunti al 136% della quota di 40 mila euro inizialmente prevista, sfiorando quindi i 60 mila euro. Un successo che ha avvicinato in seguito tantissimi lettori incuriositi da questa sorta di novità nel panorama fumettistico italiano, oltre che, se non soprattutto, dalle magnifiche tavole e illustrazioni di Emanuele Tenderini e Linda Cavallini, gli autori del graphic novel, con un curriculum lungo un chilometro. Una vittoria che in qualche modo ha contribuito a dare maggior risalto al fenomeno del crowdfunding in Italia, dando poi il via a numerosi altri progetti di genere, tra tutti Atomico, ora Radium. Un inizio quindi originale e di certo non consueto per un fumetto nostrano, anche se, soprattutto all’estero, questa soluzione è tra le più adottate per poter portare a compimento un progetto qualsiasi, facendosi aiutare da contribuenti in tutto il mondo.

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Ma sin dall’inizio, l’arte di Lumina ha colpito profondamente. Le prime tavole, i primi artwork, le prime illustrazioni che venivano diffuse per la rete avevano qualcosa che nel panorama fumettistico, soprattutto nostrano, se non rappresentavano un unicum, di certo ci andavano vicinissimi. Una pulizia, un contrasto, una cromia che lasciavano incantati. Un design totalmente futuristico unito ad una sapiente disposizione degli elementi nella tavola, una fantasia creativa ben sfruttata e un character design moderno, per quanto possa richiamare ad altre opere. Una commistione di generi che solo a impatto visivo lasciava di stucco. Una distillazione calibrata e armoniosa che fa uso delle favole di Hayao Miyazaki, di una padronanza di colori e luci che ricorda a tratti Makoto Shinkai, a tratti Tron, di un fantastico universo e di una capacità visionaria che ricordano quella di James Cameron in Avatar.

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La trama a dire il vero non è chiarissima, o almeno alla lettura di questo volume; vengono aperti molti spiragli narrativi, si gettano le basi per quella che potrebbe essere una nuova saga interminabile anche se non sappiamo se e come verrà proseguito questo cammino. L’universo narrativo c’è eccome, con grandissime potenzialità, e sarebbe davvero bello potersi perdere nei suoi meandri per scoprire cosa si potranno mai inventare i due autori, ma al momento abbiamo tra le mani solo l’incipit, solo il capo di un filo di cui non conosciamo estensione e morfologia. E questo forse è un po’ il limite di questo lavoro. Se per ottenere il primo volume è servito tutto questo, e dopo 80 pagine ancora non è chiaro dove vuole andare a parare la storia, in cui tutto rimane avvolto nel mistero di termini e personaggi a malapena introdotti, senza avere particolari informazioni ad ora su come verrà sviluppato il progetto successivamente, sinceramente, si fa un po’ fatica a comprendere come porsi nei confronti di Lumina.

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Comunque sia, i protagonisti sono due giovani fratelli, Kite e Miriam, due normalissimi studenti come tanti, lui scanzonato e poco dedito allo studio ma abile nel parkour, lei geniale prima della classe. Dopo misteriosi incubi, i due si ritrovano catapultati su Lumina, scoprendo di essere i portatori di un potere sconosciuto e divino, il Fej-Farok. Lì verranno coinvolti in uno scontro tra due fazioni non meglio specificate che vogliono usarli per i loro scopi, non ben chiari.
Lo storytelling è rapido, non eccezionale, intrigante ma fin troppo criptico. Valgono le osservazioni fatte in precedenza sulla difficoltà di giudizio su questo primo e unico, al momento, volume dell’opera. Diciamo che è abbastanza chiaro che è dal punto di vista artistico che Lumina sfiora vette celestiali.

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Pulsione scopica. Non servirebbe aggiungere altro. Queste due parole descrivono alla perfezione la morbosa e magnetica attrazione che esercitano la gran parte delle pagine del fumetto. La maggior parte delle tavole sono prodigi della grafica, dell’illustrazione digitale. Un tripudio di colori al neon, una pulizia di tratto affascinante, impressionante. Tavole chirurgiche, ambientazioni futuristiche rese con una supremazia tecnico-grafica da far paura. Ipercinetica e geometrie astratte dominano la scena. Solo a volte l’anatomia umana distorta mediante prospettive assurde perde di naturalezza, ma d’altronde lo stile sin da subito è abbastanza cartoon-like. I colori sono veramente luminosi, ma raramente densi, sempre sfumati, impalpabili con un alto tasso di trasparenza. Sebbene spesso ad una prima occhiata la tavola possa sembrare minimale, è popolata da una miriade di dettagli meticolosamente realizzati.
Anche la disposizione dei balloon con il testo è strettamente funzionale all'architettura della pagina.
Questo sinteticamente è lo stile Hyperflat creato da Tenderini, dopo anni e anni di perfezionamento, che anche solo nella versione digitale (quella da noi recensita) è davvero un bel vedere. Figuriamoci nella versione cartacea stampata in in Hexachrome della Pantone, con sfumature metalliche e quant’altro.

Molto affascinante questo Lumina, c’è poco da discutere. Un videogioco su carta che ci ha fatto sognare. Che dire. Chapeau.

Dati del volume

  • Editore: Progetto Crowdfunding
  • Autori: Storia e disegni di Emanuele Tenderini e Linda Cavallini
  • Formato: 80 pag, col.
  • Prezzo: 25€
  • Voto della redazione: 8,5
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