Cotton Tales Vol.1
- Scritto da Giorgio Parma
- Pubblicato in Recensioni
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Per leggere l'intervista a Loputyn, clicca qui.
Dopo un incidente a cavallo, il giovane Nicholas si risveglia nella sua camera da letto nella maestosa villa di famiglia, ignaro dell’accaduto e dimentico della sua vita precedente, cominciando però a soffrire di terribili allucinazioni di morte e sofferenza. Il padre infatti sembra possedere un enorme teschio di coniglio al posto del capo e inoltre ovunque nella casa si notano dei teneri esserini simili a conigli che solo il povero ragazzo sembra scorgere. E poi c’è Letizia, una misteriosa quanto graziosa fanciulla fantasma animata dal rancore, che dimora nella torre della magione e di tanto in tanto esce a visitare la villa. Ma quanto si distacca il miraggio, l’illusione mentale, dalla realtà? Quanto di tutto ciò è frutto dell’immaginazione e del trauma e quanto invece è sconcertantemente vero?
Questi sono gli ingredienti e i quesiti della cornice narrativa da cui si origina Cotton Tales, il primo lavoro di Jessica Cioffi, in arte Loputyn, progetto nato sulla rete e molto amato sul web, tanto da essere stato tradotto in numerose lingue direttamente dai fan, e finalmente pubblicato, ancora una volta grazie a Shockdom, in formato cartaceo.
Un’opera davvero spettacolare; un ibrido narrativo e stilistico che acquisisce una sua dignità distinta e unica senza risentire del retaggio dei movimenti, delle culture e delle tendenze da cui attinge. Dallo Zeitgeist ottocentesco emerge il pieno della cultura vittoriana, con la sua architettura, d’esterno e d’interno, la sua moda, la sua arte, mentre si osserva una derivazione estremo orientale, nipponica in particolare, del metodo narrativo e del character design, prevalentemente nella fisiognomica e nell’espressività dei personaggi, il tutto letto in chiave horror-gotica. Un mix travolgente ma equilibrato; un amalgama perfetto che esalta l’opera e la rende elegante, raffinata eppure sobria con un sapore retrò incredibilmente affascinante. Lo storytelling poi è rapido, volutamente ambiguo e criptico a tratti, ben calibrato per muoversi in equilibrio sul labile confine tra allucinazione e realtà, introducendo una buona dose di suspance per rafforzare il tutto, alternandola sapientemente con divertenti siparietti comici in stile anime/manga.
A seguire le vicende dei personaggi ci si appassiona a tal punto che la lettura risulta scorrevolissima e l’infittirsi pagina per pagina del mistero che circonda la villa e la famiglia Moran assicura un buon intrattenimento. Il tentativo di Nicholas di ricostruire la sua vita a partire dalle persone che lo circondano con il preciso intento di uscire dalla situazione opprimente e angosciante che sta vivendo non risulta stucchevole e gli altri personaggi, vedasi in primis Letizia, acquisiscono spesso una prevalenza e uno spessore maggiori di quelli dello stesso personaggio principale, permettendo di approcciarsi alla storia da più punti di vista in base alla personalità del lettore.
Citando un guru dei fumetti come Scott McCloud, non possiamo che trovarci d'accordo su questo punto: "[Mi piace] quando si percepisce che ogni singolo personaggio di una storia vive nel proprio universo e ognuno di loro è la star della propria storia. Aiuta davvero a capire che quando si stanno scrivendo dei personaggi, non ci sono personaggi di supporto. Sono tutti dei protagonisti. Tutto poi dipende dal personaggio su cui ci si sofferma di più".
Non ci sono poi passaggi narrativi farraginosi o tediosi e tutto procede fluentemente, così da immergere appieno il lettore nella storia. Anche se si tratta solo del primo volume e i personaggi non sono ancora pienamente sviluppati, la trama getta le basi per un universo pieno di misteri da svelare, con un potenziale narrativo molto vasto che riserverà sicuramente delle belle sorprese nei prossimi numeri.
Ma è soprattutto a livello grafico che Cotton Tales prende il volo. Ci troviamo di fronte a delle tavole semplicemente perfette, artisticamente ineccepibili. La cura per i dettagli di ogni singola porzione della tavola rasenta il maniacale, soprattutto quando ci si sofferma sui personaggi rappresentati con un livello di perizia mirabile. Una densità di particolari elevatissima, con decori meticolosi, quasi barocchi ma al contempo delicati, e pattern rigorosi che adornano non solo il vestiario ma anche l’arredamento interno e gli elementi architettonici.
Uno stile Shabby chic rivisitato in chiave dark che caratterizza tutta la produzione artistica dell'autrice.
I colori poi sono tenui, delicati, acquarellati in toni seppia, quasi diafani e mutati dal tempo, mentre i tratti sono effimeri, donando all’opera un’atmosfera magica, surreale; aspetti che stridono alla perfezione con la traccia horror e macabra che permea la struttura narrativa e visiva e che ricorda ampiamente il lavoro di Kaori Yuki.
La bravura nel rendere l'effetto acquarellato ci ricorda molto il bellissimo lavoro fatto dal duo Kerascoët sulle pagine di Dolci Tenebre, che vi abbiamo recensito qui.
L’influenza del fumetto giapponese si nota anche nella scelta e caratterizzazione dei personaggi che, in particolare quelli maschili, sembrano corrispondere all’ideale estetico e comportamentale del bishounen, mentre Letizia è visibilmente più modellata sulla concezione di lolita, appartenente anche alla stessa autrice.
Una storia dalle tinte horror in abiti di broccato. Questo in definitiva è Cotton Tales. Un lavoro unico e affascinante, di grande pregio, soprattutto considerando che si tratta dell’opera prima di una giovane artista.
Un consiglio che ci sentiamo di dare a tutti i lettori è di tenere d’occhio quest'autrice davvero talentuosa e che sa scrivere fumetti dal respiro internazionale, e nel panorama italiano è un pregio non da poco. Questo è il fumetto che ci piace. Questo è Cotton Tales.
Dati del volume
- Editore: Shockdom
- Autori: Testi e disegni di Loputyn
- Formato: 13x18 cm, brossurato, 176 pp, b/n
- Prezzo: 12€
- Voto della redazione: 9