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Alfredo Goffredi

Alfredo Goffredi

The One vol. 3 (nuova edizione)

Dopo più di un anno torniamo a parlare di The One, uno dei titoli GG che verranno ristampati, a dicembre, in volumi formato francese.

La narrazione di Davide Rigamonti, su ambientazione di Giuliano Monni, mantiene il livello dei volumi precedenti: infuria lo scontro e i complotti si infittiscono, mentre la ricerca di The One non ha ancora dato i suoi frutti, con Masdin e Omir praticamente dispersi sulle Montagne di Egristhon e  Faras e Masdin a combattere sul campo di battaglia.

L’idea di una serie italiana che ha il gusto dei comic book statunitensi e il formato di una bd francese, sulle prime può lasciare qualche perplessità; basta comunque aprire il volume per rendersi conto di quanto sia suggestivo l’effetto delle tavole di Pasquale Qualano nel nuovo grande formato. La confezione tipografica, già molto curata e di ottima fattura negli albi originali, compie con questa nuova edizione un salto in avanti: la carta ha una fattura più pregiata e la qualità di stampa rende onore al lavoro non solo di Qualano ma anche della colorista, Alessia Nocera, il cui lavoro contribuisce a creare le vivide atmosfere fantasy e guerresche di questo capitolo.
Il risultato finale è un volume pregiato che non potrà certo mancare nelle librerie degli amanti del fantasy e dei fumetti GG.

Vaughan e Martin di nuovo insieme

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theoathNon ci sono ancora dettagli precisi ma, stando a Bleedingcool, lo scrittore Brian K. Vaughn (acclamato autore, tra le altre cose, di titoli di culto come Y the last man e Ex Machina) e il disegnatore Marcos Martin (l'artista dietro a Batgirl: Year One, Robin: Year One e a diverse storie recenti di Spider-Man, nonché dietro al rilancio di Matt Murdock nei panni di Daredevil) avrebbero unito le forze per la realizzazione di una serie creator owned.

Pochi giorni dopo l'annuncio dell'addio di Martin alla nuova rilanciata testata Daredevil, con il sesto numero, da parte di Mark Waid, viene quindi fatta luce sul motivo di questo abbandono. Si riunisce così il team di Doctor Strange: The Oath per una nuova avventura dal titolo sconosciuto, dall'editore non noto (sembrerebbe da escludersi Marvel, considerato quanto detto da Comixology, stando al quale Daredevil 6 sarebbe l'ultimo lavoro di Martin in Marvel per il prossimo futuro) e di cui nient'altro è trapelato.
Continuate a seguirci per saperne di più.

I.

Inizia tutto con una domanda semplice ma dai risvolti estremamente complessi.
I. si concentra, infatti, sull’intero processo mentale del protagonista (I., per l’appunto), nel tentativo di chiarire una domanda fondamentale di ogni essere, quella riguardante la propria identità: “Chi sono io?”. Quali elementi definiscono un individuo? Quali etichette? E come è possibile qualificare un individuo che ha tutte le sembianze, tutte le età, tutti i generi, tutti gli stili, varie usanze e attitudini e molteplici livelli interpretativi ? È quello a cui I. cerca, per tutto il tempo, di dare una risposta, e a cui l’autore cerca in qualche modo di venire a capo.
Le particolarità di questo volume sono tante, a partire dal formato (più di trecento pagine in formato quadrato 15x15), per arrivare alla forma. A metà strada tra illustrazione e fumetto, ogni pagina di I. è costruita da un’unica vignetta la cui peculiarità sta nella provenienza di ognuna delle figure ritratte: si tratta infatti di immagini di pubblico dominio o rilasciate sotto licenza creative commons, che Francesco D’Isa ha preso, in certi casi rielaborato, e assemblato tra di loro, inserendo dettagli rossi (che di volta in volta segnalano, graficamente, la presenza del narratore in una delle sue tante incarnazioni) e testo in balloon o didascalie ellittiche, che racchiudono la voce narrante del protagonista.
Particolare è, in oltre, la scelta del titolo che è lettera dell’alfabeto, pronome personale soggetto nella grammatica inglese, articolo determinativo maschile plurale, iniziale puntata di un nome proprio e tutte queste cose insieme, a porre l’accento sulla pluralità di visioni.

Tra ironia, surrealismo e soluzioni non sempre immediatamente comprensibili, la lettura di I. scorre rapidamente verso la fine grazie al testo scritto da D’Isa, vero e proprio fil rouge del volume, cui si deve il merito di riuscire a legare tra loro elementi grafici così eterogenei in una narrazione dotata di un proprio senso e di una propria coerenza. Anche il testo, in percentuale minore, accoglie contributi estranei a quello originale dell’autore, su cui si innestano citazioni di opere celebri, dichiarate e manipolate dall’autore.
Attenti però a pensare che I. sia pura speculazione. D’Isa riesce a scrivere un testo brillante che ha una propria dignità narrativa, fatta di incisi, personaggi secondari e microtrame interne alla trama principale.
Il risultato, come già suggerisce la quarta di copertina, è una sorta di romanzo filosofico tardo-Settecentesco per immagini, che indaga l’io servendosi dei più disparati strumenti della tecnica e della filosofia, dalla religione a Google, dai teoremi all’otium, dallo schizobot al negotium, dall’amore al suicidio e così via.

L’esito di questa ricerca, del protagonista così come dell’autore e – inevitabilmente e inesorabilmente – del lettore, sembra risentire della la crisi paradigmatica che investe l’uomo dall’inizio del Novecento: dal racconto di Francesco D’Isa, infatti, emerge l’assenza di un punto di vista unico, di un sistema di riferimento universalmente valido per l’indagine dell’individuo, di uno strumento che garantisca l’efficacia assoluta della risposta alla domanda “Chi sono io?”. Questo risulta evidente dalla ricerca del protagonista, così come dal suo epilogo, che non si cura di abbandonare la certezza dell’universale per la banalità del particolare.
Nel bene, e nel male, la molteplicità di visioni che risulta non solo dalla componente narrativa, ma anche da quella grafica, e partecipativa, sembra il frutto della schizofrenia del mondo moderno che, pur preso tra nostalgia del passato ed entusiasmo per il futuro, si ritrova incapace di trovare un orientamento e una propria definita singolarità, frammentandosi così tra il singolo “io”, i vari “i” e l’incognita “I.”.
Di certo qualcuno potrebbe accusare Francesco D’Isa di aver preso la strada più facile, servendosi di materiali altrui, ma non c’è molta differenza tra commissionare le tavole a uno o più disegnatori e battere in lungo e in largo la rete alla ricerca di immagini libere e adatte. Basta, poi, una rapida occhiata al sito dell’autore per costatarne l’evidente talento, sia nell’arte digitale sia nel disegno, ed escludere una scelta mossa da un limite tecnico o artistico (una sua opera ritorna, riadattata, alla terzultima pagina del capitolo XXXV).
Trovandosi dunque nell’impossibilità di valutare – se non per quel piccolo contributo – il lavoro dell’autore come artista in prima persona, la lente ricade sul suo lavoro di selezione ed elaborazione dell’immagine. Una selezione che in alcuni casi tradisce la sequenzialità, mentre in altri la espande attraverso analogie e contrappunti, e in altri ancora costruisce un rapporto, tra testo e immagine, talmente ermetico da poter sembrare casuale; per la maggior parte del volume, tuttavia, l’immagine sposa il testo, costruisce divertenti cambi di prospettiva, presta il fianco all’ironia e suggerisce momenti di riflessione. In suo aiuto vengono i dettagli rossi che, immersi nel bianco e nero, contribuiscono a dare coesione ai vari capitoli e alle singole vignette.

Con questo volume nottetempo porta a tre i libri a fumetti presenti nel proprio catalogo; dopo Parigi 25/44 dell’olandese Dick Matena e Tamara Drew di Posy Simmonds, con I. nottetempo sceglie di puntare su un artista nostrano che gode di riconoscimenti anche all’estero, di cui traspare l’inventiva non solo nella fase narrativa ma anche, a monte, in quella creativa, nel concepire un’opera corale, figlia del tempo in cui è realizzata e pubblicata.

BD passa a MeLi

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BDSmottamento nel mondo dell'editoria a fumetti italiana, con la notizia del passaggio di Edizioni BD da Pan Distribuzione a MeLi Comics.

A meno di un anno dalla sua nascita, il canale distributivo di Messaggerie Libri si è rivelato un grande polo di attrazione per gran parte degli editori medi e piccoli del nostro paese. Un polo che nei mesi seguenti alla sua nascita ha saputo attrarre nomi come GP Publishing, Coconino Press/Fandango Libri, Comma 22, Pavesio e Tunué, e che si ingrandisce ora grazie all'entrata nella propria scuderia distributiva di quello che è ormai divenuto un grande nome dell'editoria italiana.

Intervsitato da Francesco Settembre di Antani Comics, Marco Schiavone, CEO di Edizioni BD, ha parlato del recente rapporto con Pan come qualcosa che rischiava di limitare l'attività della propria casa editrice, a causa del più stretto legame Pan-Panini.
Pan ha comunque lasciato un buon ricordo a Schiavone, che ha dipinto questa svolta con i toni della nostalgia e, al contempo, dell'euforia. "Non posso farne a meno, se voglio continuare a crescere - ha detto - ma certo dispiace perdere abitudini e conoscenze ormai famigliari. Siamo cresciuti molto in collaborazione con Pan, e credo che entrambe le società hanno potuto godere dei frutti del duro lavoro".

E in merito a Messaggerie ha poi aggiunto: "Con Messaggerie avremo a disposizione strumenti per un'azione più diretta nei confronti del canale, spero di potere in questo modo sia aiutare di più le fumetterie a promuovere il mio prodotto sia la mia azienda a fatturare di più".

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