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Redazione Comicus

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Devil e Hulk 136

Devil e Hulk 136Il Diavolo compie cento mesi, e si autocelebra.
O perlomeno lo celebra la Marvel, sfornando un numero che annovera le migliori stelle passate e presenti della casa editrice: Michael Lark, Marko Djurdjevic, John Romita Sr., Gene Colan, Alex Maleev, Bill Sienkiewicz, Lee Bermejo.
Alla fine dei conti, tuttavia, cotanta opulenza non si sposa con un plot memorabile: ED Brubaker non entusiasma perché scrive un banale numero riassuntivo, uno di quelli che, in poche pagine, raccontano gioie e dolori della vita di un eroe che è prima di tutto un uomo.
I dialoghi di Brubaker sono comunque sopra la media, e la struttura delle trentasei tavole è a suo modo perfetta, laddove riesce a integrare con grande abilità autori di estrazione così diversa.

Inizia anche World War Hulk, confermando le poche idee di Greg Pak e mostrando un Gary Frank piatto e spento come raramente si vede.

Se volete tutto, ma proprio tutto di World War Hulk, e desiderate rifarvi gli occhi con i migliori artisti della Marvel – che interpretano uno dei supereroi più riusciti di sempre – siete i benvenuti.


Luca Baboni

Marvel Masterworks Spider-Man vol. 1-2

Marvel Masterworks Spider-Man vol. 1-2La mania del collezionismo può essere un vizio particolarmente dispendioso, specie in presenza di costosi volumi come i preziosi Masterworks della Marvel. Da un anno a questa parte si è però affiancata ad essi la loro controparte italiana, quasi identica, ma ad un prezzo decisamente più abbordabile, come dimostrano queste due uscite dedicate ad Amazing Spider-Man.
Ogni singolo volume infatti contiene un intero anno di pubblicazioni, che nella seconda uscita corrisponde a 13 storie, con una confezione particolarmente curata, anche se priva di extra che avrebbero ulteriormente impreziosito questo prodotto. Un'iniziativa maggiormente destinata a quei collezionisti che non possono farsi mancare un'edizione di lusso delle prime storie della Marvel, e che presenta un appeal maggiore per gli altri lettori solo quando ristampa altre serie, oramai introvabili se non a prezzi elevati.

Le storie di questi due volumi non hanno bisogno di presentazione, sono oramai un classico senza tempo, anche se attendiamo che si giunga al più presto all'arrivo di John Romita Sr., più fresco ed ispirato del comunque ottimo Steve Ditko.


Riccardo Galardini

Iron Man e i Potenti Vendicatori 1

Iron Man e i Potenti Vendicatori 1 Il primo albo della nuova testata regolare vendicativa ci catapulta nell’azione di War World Hulk, in una storia realizzata dal team creativo ospite sulle pagine di Iron Man. La storia scorre bene e rende partecipi del nuovo status quo di Tony Stark e della pluralità di ruoli che attualmente ricopre nel Marvel Universe. Un discreto starting point, anche se, forse, non il migliore. Ma le note in terza di copertina sopperiscono parzialmente e aiutano il nuovo lettore ad ambientarsi.

Brian M. Bendis e Frank Cho si sbizzarriscono in Mighty Avengers. Bendis differenzia New e Mighty non solo nella formazione e negli ideali su cui agiscono, conseguenza delle Guerra Civile; i Vendicatori dell’Iniziativa sono più chiassosi e il fumetto abbraccia decisamente di più i canoni supereroistici classici. Le matite non hanno la stessa qualità dimostrata in Shanna, ma la spettacolarità non manca e nemmeno le curve femminili per cui Cho è tanto famoso.

In chiusura, una divertente appendice tratta da Avengers Classic che, nelle sue appena otto pagine, è il pezzo migliore dell’albo.


Paolo Boscolo

Preacher 5

Preacher 5Prendete un finto predicatore che assorbe al proprio interno un'entità ibrida, nata dall'intreccio di Bene e Male e dotata del Verbo, vale a dire la possibilità di imporsi sulle altre persone attraverso il semplice uso della parola.
Aggiungete al cocktail un vampiro irlandese, una ragazza con le palle e un'organizzazione di schizzati che intende offrire al mondo il nuovo messia.

Tutto questo è Preacher: uno splendido mix di nonsense, dialoghi esplosivi e cultura trash.
Sebbene i lavori di Garth Ennis possano essere considerati, spesso e a ragione, dei bei contenitori senza contenuto, questo numero di Preacher va oltre ogni aspettativa, imponendosi come un esempio eccezionale di "trash lirico": ogni più piccola sfumatura e ogni più insignificante dialogo, anche se banali, sono presentati in modo così spietatamente originale che è impossibile non esserne trascinati.
"Texas e il cosmonauta", la storia di chiusura, è un piccolo gioiello che, in pochissime pagine, riesce a parlare della guerra in modo straordinariamente umano.

Cinque euro spesi alla grande.


Luca Baboni
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