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Redazione Comicus

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La torre nera: La lunga via del ritorno 1

La torre nera: La lunga via del ritorno 1 di 4Squadra che vince non si cambia.
Deve essere risuonata questa frase (o qualcosa del genere) nelle alte sfere Marvel quando è stata messa in cantiere la seconda miniserie dedicata ai personaggi di Stephen King.
Ancora una volta sono infatti Peter David e Robin Furth ai testi e Jae Lee con Richard Isanove ai disegni a riportarci dritti nel Medio-Mondo.

La trama continua esattamente dalla conclusione de “La nascita del pistolero” e ritroviamo praticamente tutti i protagonisti da essa introdotti, compresi quelli passati a “miglior vita”.
Il leit motiv di questo nuovo ciclo pare essere la fuga. Ripiegamento nel subconscio a causa del pompelmo di Maerlyn per quanto riguarda Roland e decisamente più reale per i suoi compagni.

Come per la prima miniserie le sceneggiature e didascalie si fanno apprezzare per una certa e positiva discontinuità dal fumetto medio americano, mentre i disegni Lee e Isanove continuano ad incantare.
Ritornano anche i racconti esplicativi di Furth in appendice.


Andrea "Zio-P" Poli

Nightmare : Dal Profondo della Notte

Nightmare : Dal Profondo della Notte"Uno due tre, Freddy sta arrivando da te" diceva la canzoncina del film. Stavolta Freddy arriva nelle fumetterie italiane con i primi episodi della sua serie regolare made in Wildstorm (di prossima uscita, il secondo volume con gli ultimi quattro).
Questo debutto risulta il più insipido nella gestione delle icone horror della New Line Cinema da parte della DC Comics.

Le storie presentate nel volume stentano a trovare una propria dimensione e oscillano tra varie direzioni abbozzate senza mai approdare a nulla se non ad una pallida imitazione dei canovacci cinematografici.
Unico guizzo originale è la storia di chiusura del volume, in cui i ruoli si invertono e ci viene mostrato un Krueger tormentato da una bambina. Il resto è occupato dalla storia di un padre e di una figlia che fronteggiano Krueger, troppo prevedibile per poter emozionare come vorrebbe.

Dal punto di vista grafico, le tre storie sono disegnate da Kevin West con buoni risultati, il quarto è in mano ad un Joel Gomez che cerca di coprire con le ombre le sue debolezze, risultando comunque tirato via.


Gianluca Reina

Onslaught Reborn

Onslaught RebornVe la ricordate Onslaught, la saga degli anni ’90 che unì X-Men ed eroi classici contro un nemico comune nato dalla mente di Charles Xavier? Il personaggio torna in questa miniserie, insieme all’universo di Heroes Reborn, dove un Franklin Richards in fuga viene aiutato dalle versioni alternative di Capitan America e degli altri eroi re-immaginati all'epoca dagli studios Wildstorm ed Extreme.

Questo progetto, pur partendo con dei punti in più grazie al sempre verde effetto nostalgia, è uno dei prodotti americani peggiori dell’ultimo anno. Jeph Loeb, completamente privo di idee, fa picchiare i personaggi inframmezzando il tutto da dialoghi al limite dell’insulso e colpi di scena fini a se stessi, vanificando tra l’altro quella che poteva essere un’interessante conseguenza di House Of M (la rinascita appunto di Onslaught). Ai disegni un Rob Liefeld come al solito imbarazzante farà probabilmente la gioia della sua cerchia di fan, ma gli occhi degli altri lettori grideranno vendetta.

Fatevi un favore: evitate questo volume.


Gianluca Reina

Non Aprite quella Porta

Texas Chainsaw MassacreLa serie di film horror un tempo nota in Italia come "Non aprite quella porta" (ma ormai diffusa con il nome originale "Texas Chainsaw Massacre" dopo i recenti remake) non ha mai brillato in modo particolare per originalità. Dopo il primo sconvolgente film diretto da Tobe Hopper, gli altri episodi della serie non sono riusciti a presentarsi se non come pallide copie dell’originale.

Sorprende quindi trovarsi di fronte, qui nel fumetto, ad un rinnovarsi del mito di Leatherface che riesce a portare aria nuova sul personaggio.

Innestandosi sulla storia del remake moderno, il fumetto della Wildstorm si pone come un vero e proprio sequel, mostrandoci, sul filo del thriller, le storie di due gruppi distinti di personaggi che indagano sulla grottesca famiglia Hewitt. Il gruppo di sadici cannibali è una presenza inquietante che permea tutto il racconto, ma mai in maniera gratuita, anzi la narrazione è ben attenta a dosarne la presenza, contribuendo a creare un’atmosfera malata anche grazie alla parte grafica, dove matite e colori si uniscono per dare vita ad clima inquietante


Gianluca Reina
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