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Redazione Comicus

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Trigun Maximum 14

Trigun Maximum 14Giunge al termine l'avventura cartacea di Vash The Stampead, l'unico uomo ad essere riconosciuto ufficialmente come calamità naturale, sulla cui testa pende una taglia di 60 milioni di doppi dollari. Dopo aver sconfitto tutti i dodici sicari dell'organizzazione Gung-Ho Guns che erano sulle sue tracce, il tifone umanoide si prepara ad affrontare il fratello Knives in un combattimento che decreterà le sorti dell'intero genere umano.

La conclusione del manga lascia l'amaro in bocca, risolvendo lo scontro Vash-Knives senza alcuna trovata particolarmente memorabile; la lotta finale tra i due fratelli è comunque la sequenza più comprensibile all'interno di un volume con una storia poco chiara, situazione aggravata da disegni caotici e da una composizione delle tavole abbastanza ostica da seguire.

La parola "fine" non riesce quindi a soddisfare i fan della serie, e il tono epico-fantascientifico che il fumetto ha preso nella sua seconda metà risulta nettamente inferiore alle atmosfere più leggere con le quali Trigun si era presentato ai lettori.



Carlo Alberto "Deboroh" Montori

Jan Dix 6

Jan Dix  6Jan Dix arriva alla pubblicazione numero 6 e trasporta protagonista e lettore in un’insolita avventura nelle foreste canadesi.
Il tributo artistico è questa volta riconosciuto ad un gradissimo del nostro secolo, Jackson Pollock, che Carlo Ambrosini per questioni di diritti ha dovuto ribattezzare col nome di fantasia Eric Van Dery.

Proprio attorno alla scomparsa di un quadro di questo artista ruotano il misterioso assassinio del proprietario e la volontà dell’avvenente vedova di scoprire la verità e di riappropriarsi del capolavoro perduto.

Se dobbiamo trovare una parola per descrivere questo fumetto e  questo numero, ancora una volta è misura, qualità indiscutibile di Ambrosini nel proporre un noir avvincente che non scade nel banale né si perde in uno stucchevole intellettualismo.

Un fumetto davvero per tutti i gusti e una buona storia che bada prima di tutto al divertimento ma che non dimentica  attualità e cultura.
Peccato per le tavole di Carlo Bellagamba alias Giéz, lineari, perfettamente in stile Bonelli, ma forse un po’ troppo poco per un fumetto così eclettico e ricco di spunti.


Francesco Borgoglio

Wonder Woman 1

Wonder Woman 1Il ritorno in formato da edicola di Wonder Woman non fa scintille, e anche il tempismo non pare dei migliori. Con una partenza nel bel mezzo di eventi già avviati, il lettore  ha un senso di lieve alienazione sin dalle prime pagine, e il viaggio della protagonista in realtà parallele non aiuta. La scrittrice Gail Simone mette in scena una classica ricerca in cui l’eroina, oltre a dover trovare dei compagni, dovrà ritrovare anche se stessa. Un espediente non molto originale – si potrebbe dire abusato – seppur scritto in maniera discreta.

Alla parte grafica, un Aaron Lopresti abbastanza gradevole, anche se non troppo coinvolgente. Né suscita particolare interesse la ripresa di alcuni personaggi storici di secondo piano della DC, che hanno il sapore di una goffa strizzatina d’occhio a qualche sparuto appassionato della prima ora.
In definitiva, una storia carina ma del tutto anonima, per niente adatta per reintrodurre con forza la matriarca delle supereroine nel mercato italiano e tra le passioni dei lettori.


Valerio Coppola

Tsubasa Reservoir Chronicle 16

Tsubasa Reservoir Chronicle 16Questo volume è solo un tassello di un progetto piuttosto ampio.
Non solo perché è il sedicesimo di una serie composta da un numero ancora imprecisato di uscite, ma perché gli stessi protagonisti appaiono anche in altri fumetti delle stesse autrici che sono quindi riuscite a creare il “loro” universo.

Il nutrito gruppo di protagonisti, a spasso per le dimensioni alla ricerca dell’anima perduta della principessa Sakura, si trova ad affrontare stavolta molteplici avversità. In particolare Shaoran, alle prese con un vampiro subacqueo piuttosto cool, ma soprattutto con il proprio freddo e spietato doppelganger.

Tra pause che dovrebbero dare risposte e combattimenti magici ma senza esclusione di colpi, l’albo fila via veloce, complici disegni non privi di fascino ma nei quali la grande presenza di onomatopee non compensa la quasi totale assenza di sfondi.

Ricollegandoci all’incipit, se siete già fan delle Clamp probabilmente non vi perderete questa uscita, altrimenti non è con questo volume che lo diventerete.


Andrea "Zio-P" Poli
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