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Andrea Fiamma

Andrea Fiamma

Il laboratorio di Dexter, l'episodio perduto

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Prodotto nel 1998, Rude Removal è a oggi l'unico episodio della serie culto di Genndy Tartakovsky a non essere mai andato in onda. Cartoon Network lo considerò all'epoca un po' troppo oltre i limiti del tollerabile per la rete e, nonostante fosse comunque previsto per essere mostrato durante la fascia notturna, non vide mai la luce del giorno. Diretto da Rob Renzetti, l'episodio contiene un linguaggio crudo e comportamenti poco consoni a uno show per bambini. In questi anni Rude Removal è stato proiettato in alcune convention fumettistiche ma il grosso degli appassionati non ha mai avuto l'occasione di visionarlo. Fino a ora.

La rete si è finalmente decisa e attraverso il sito del proprio canale Adult Swim lo ha pubblicato in versione censurata (coprendo le parolacce); lo potete vedere qui sotto.

Oscar 2013: uno sguardo ai cortometraggi - Conclusione

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Della cerimonia degli Oscar si ricorda con più facilità gli sproloqui d'onnipotenza di registi e produttori, le lacrime delle attrici e Roberto Benigni che salta sulle sedie. Non tutte le categorie ricevono però una copertura mediatica adeguata. Tra queste, quella del miglior cortometraggio animato, una delle più belle, dove la varietà e il coraggio delle idee esplodono in tutta la loro forza. Dopo averle dedicato ampio spazio, vediamo chi saranno i favoriti della serata.

Se prima la categoria veniva votata soltanto dai membri dell'Academy che attendevano alla proiezione dei cortometraggi, da quest'anno tutti i votanti riceveranno i DVD dei corti alla stregua dei lungometraggi nominati nelle altre categoria. Il numero di votanti, dunque, si allarga esponenzialmente e a giudicare non saranno soltanto gli interessati e gli appassionati del settore, ma anche quelli che, per questioni di tempo e/o volontà, non guarderanno i nominati e voteranno quello di cui hanno più sentito parlare (potrebbe sembrare un'affermazione tranciante, ma la documentazione in merito non manca).

Ciononostante, l'assegnazione del premio resta in bilico perché questo è il primo anno in cui vige questa regola e sarà una premiazione che permetterà di rilevare più facilmente i vincitori delle prossime edizioni. Rivediamo le cinque opere nominate, in ordine crescente di apprezzamento:

Maggie Simpson in: The Longest Daycare: È la vera sorpresa del gruppo: accolto positivamente questa estate, non sembrava però possedere le carte giuste per entrare nella categoria. Il corto fa infatti un uso gratuito del 3D e la qualità dell'animazione non è delle migliori. Sono invece indubbi la sua grande capacità narrativa e l'appeal della serie. Forse non abbastanza per meritare un Oscar. È un peccato che la vena più psichedelica del regista David Silverman - il cui estro può essere ammirato in Il viaggio misterioso di Homer, dove ha animato personalmente una delle scene più sofisticate della serie - non abbia trovato la strada in questi quattro minuti abbondanti di noia.

Head over Heels: La storia di una coppia in crisi, a tal punto da vivere separati in casa, l'uno sul pavimento, l'altra sul soffitto, si situa nel mezzo, tra la muscolosità produttiva di Paperman, dotato di mezzi e budget, in questo caso più limitati, e la fattura para-amatoriale della stop-motion. Se la premessa Pixariana risulta vincente, il suo svolgimento è carente di guizzi e il design dei personaggi non è tra i più ispirati. La realizzazione, del cui budget non si hanno notizie, sembra raffazzonata e poco rifinita. Forse si è voluto sparare troppo alto e le spalle dei produttori non hanno retto. Proprio l'opposto di Fresh Guacamole, che fa sua la lezione "Di più, con meno".

Adam and Dog: Quindici minuti di animazione tradizionale che raccontano la storia del primo cane apparso sulla Terra e della sua relazione con Adamo, nel giardino dell'Eden. Tecnicamente sopraffino e tematicamente rilevante, il corto mostra perché la razza canina sia così importante per il genere umano, attraverso momenti di vita quotidiana tra i due, immersi nella pace del paradiso terrestre. D'impronta disneyiana, Adam and Dog emana un'aurea alla Tree of Life che, volendo essere maligni, ha quel gusto presuntuosetto che potrebbe giocare a vantaggio della vittoria.

Paperman: La storia d’amore e alienazione dell’individuo nella New York degli anni quaranta di John Kahrs, realizzata con un ibrido di animazione a mano e grafica al computer, è una delle opere più interessanti e innovative dell'anno, che non sfigurerebbe accanto a passati vincitori come Il gioco di Geri, I pantaloni sbagliati o Tin Toy.

Fresh Guacamole: Una bomba a mano che nasconde al proprio interno un avocado maturo, una lampadina a punta si rivela essere un peperoncino, a sua volta sminuzzato in tanti piccoli hotel del Monopoli, e una cipolla assume i connotati di una palla da baseball. Questo è Fresh Guacamole, forse il più inventivo dei suoi lavori e quello che più stupisce per la sua capacità di essere semplice e spiazzante allo stesso tempo.

Una cinquina tutto sommato di peso, che vede nel corto di Silverman l'unico vero peso morto - lo slot sarebbe stato facilmente occupabile dal maestro giapponese Katsuhiro Otomo e dal suo Combustible - e che rende quantomai incerta l'assegnazione del premio. Tentare di predire un vincitore è impresa ardua: i premi di categoria sono rari e quelli che ci sono hanno un bacino di votanti completamente diverso da quello che vota per gli Oscar. Probabilmente un paio d'anni fa Head over Heels, di gran lunga il meno patinato dei cinque, avrebbe strappato una stentata vittoria; fino a poco tempo fa infatti raramente veniva scelto il corto più famoso o quello più esposto mediaticamente, a prescindere dalla bontà dello stesso. Di recente però sono stati premiati prodotti più commerciali e curati del solito e il cambio delle regole di votazione della categoria, come detto poc'anzi, potrebbe essere la pietra tombale sulla corsa all'Oscar degli inglesi.

Al netto di tutti questi preamboli - che, in soldoni, servono a giustificare una probabile previsione fallimentare - la vittoria sembra contesa tra Adam and Dog e Paperman. Certo, nessuno griderebbe allo scandalo se vincesse Fresh Guacamole, un po' meno nel caso in cui la statuetta finisse nelle mani degli altri due nominati.
Non resta che attendere la serata degli Oscar, prevista per il 24 febbraio e condotta da Seth MacFarlane, per scoprire chi avrà la meglio.

Turbo: prime immagini

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Dopo il trailer di qualche settimana fa, sono state pubblicate nuove immagini tratte da Turbo, il secondo film DreamWorks atteso quest'anno, in uscita in Italia il 29 agosto 2013. Diretto da David Soren, il film racconta di Turbo, una lumaca che sogna di diventare un campione delle corse e vede tra i doppiatori Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson e Paul Giamatti.

Potete vedere le immagini nella galleria qui sotto.

Oscar 2013: uno sguardo ai cortometraggi - Head over Heels

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Ultimo appuntamento con la panoramica dei cortometraggi animati nominati al premio Oscar 2013 (qui, qui, qui e qui gli altri candidati). Abbiamo iniziato con una storia d'amore urbana e visivamente sopraffina, passando per cani e relativi padroni, neonati intraprendenti e granate caricate a colesterolo, e chiudiamo ora con un'altra storia d'amore, casalinga e dal sapore artigianale: Head over Heels, diretto dal giovane regista inglese Timothy Reckart, nominato (inspiegabilmente) insieme alla sua produttrice Fodhla Cronin O'Reilly. "È un grande onore" ha dichiarato Reckart. "Siamo così contenti che questa notizia porti al nostro film un pubblico internazionale!". Dopo molti anni di matrimonio, Walter e Madge sono in crisi: uno vive sul pavimento, l'altra sul soffitto. Quando Walter tenta di ricucire i rapporti, l'equilibrio che erano riusciti a costruire viene meno e la coppia non sa decidere da che parte vivere.

Stando alle parole del regista, l'ispirazione per il corto si innerva nell'arte del '600: "L'idea per il film mi è venuta guardando il dipinto del 1632 di Rembrandt chiamato Filosofo in meditazione. C'è una scala a chiocciola nell'angolo del quadro che è simmetrica, come se potesse essere usata da qualcuno che vive camminando sul soffitto. Mi sono immaginato due persone condividere questa scala e ho iniziato a immaginare chi fossero e perché fossero finiti in quella situazione. I personaggi si sono sviluppati in Walter e Madge, una coppia che vive separata in casa da anni".

Poco convenzionale nella premessa, l'effettiva realizzazione del corto ha comportato non pochi problemi. Ricostruire il nido d'amore di una coppia che ha centri di gravità differenti, infatti, si è rivelata una vera sfida: "Abbiamo scelto un look che ci consentisse di giocare con le simmetrie orizzontali degli interni, anni sessanta, quando si sono sposati i personaggi." ha raccontato la scenografa Eléonore Cremonese. "Per dargli un aspetto vintage abbiamo preso in prestito lo stile di Frank Lloyd Wright, con i suoi interni in legno. Per il fatto che l'azione del film è giocata sulla verticalità e la cinepresa riprende sempre con un angolazione molo alta, avevamo necessità di arredamenti stratificati in verticale. E dovevamo rendere esteticamente piacevole tanto il pavimento quanto il soffitto, quindi è stata una bella sfida".

Mantenendo coerente la cifra visiva del corto, la post-produzione è stata realizzata in digitale, ma il regista ha voluto onorare il lavoro del gruppo infondendo aspetti manuali nella colonna sonora: il compositore Jered Sorkin ha infatti musicato il corto accentuando il suono delle dita che colpiscono le corde dei vari strumenti. Inoltre, pur ampliando i set attraverso l'uso del green screen, gli sfondi sono miniature realmente costruire e l'unico intervento digitale è stato quello del compositing (l'assemblaggio degli elementi presenti nell'inquadratura): "Perfino il cielo è stato dipinto a mano" ha scherzato Reckart.

Head over Heels si situa dunque nel mezzo, tra la muscolosità produttiva di Paperman, dotato di mezzi e budget, in questo caso più limitati e offerti dalla National Film And Television School, la scuola frequentata dai realizzatori del corto, e la fattura para-amatoriale della stop-motion di PES. Un candidato ideale per una cinquina che si distingue per la varietà e l'assortimento di stili, storie e toni.

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