Menu
Andrea Fiamma

Andrea Fiamma

Thanos Rising: svelato il progetto di Aaron e Bianchi

  • Pubblicato in News

thanos-rising-1È lo stesso artista toscano ad annunciare sulla sua pagina di Facebook il protagonista della nuova serie che era stata anticipata con un enigmatico titolo, Birth, e che invece prende ora il nome del proprio protagonista, Thanos. Thanos Rising sarà sceneggiata da Jason Aaron e uscirà a partire da aprile negli Stati Uniti:

"Non è una storia di supereroi" ha rivelato lo sceneggiatore al sito Comicbook.com. "È l'origine di un omicida cosmico". Bianchi ha poi illustrato i suoi obbiettivi in termini di design: "Ho adorato quello che hanno fatto nel film di Tron e credo lo mescolerò con un design high-tech alla Castellini e con quello che ho fatto per il Wakanda nella mia prima gestione su Wolverine".

Thanos, già intravisto nei titoli di coda del film dedicato ai Vendicatori, sarà il probabile personaggio cardine della nuova fase dei film targati Marvel.

Oscar 2013: uno sguardo ai cortometraggi - Fresh Guacamole

  • Pubblicato in Toon

Quarta puntata dedicata ai cortometraggi animati nominati al premio Oscar 2013 (qui, qui, e qui gli altri contendenti), il cui protagonista è l'indipendente PES, pseudonimo di Adam Pesapane, con il suo Fresh Guacamole. La cifra stilistica dell'artista è la tecnica della stop-motion, declinata attraverso la continua citazione alla cultura pop degli anni ottanta e il giocare con gli oggetti di tutti i giorni - non è un caso che sia attualmente coinvolto nella realizzazione del film degli Sgorbions, figurine culto nate nel 1985. Per le sue qualità trasognanti può ricordare Michael Gondry, regista che tra l'altro ha speso parole di encomio per PES.

Il corto candidato all'Oscar affonda le radici in tutta la filmografia dell'autore, partendo da Roof Sex, corto d'esordio del 2002 in cui viene narrato l'amplesso di due sedie su una tettoia di New York e vincitore di numerosi premi ("Quando ho detto ai miei genitori dell'idea mi hanno detto che era la cosa più stupida che avessero mai sentito"), passando per KaBoom!, del 2004, in cui PES sperimenta con giocattoli, addobbi natalizi e altri oggetti, fino a Game Over (2006), che rievoca classici videogiochi arcade come Asteroids, Space Invaders e Pac-Man con l'uso di vestiti, pizza e uova, ispirandosi a una dichiarazione di Toru Iwatani, creatore di Pac-Man, che aveva affermato di aver ideato il personaggio omonimo osservando una pizza a cui mancava una fetta.

Nel 2008 il lavoro seminale Western Spaghetti, in cui un uomo (PES stesso) si cucina una spaghettata con oggetti inorganici come elastici, dadi e post-it, aprirà la strada proprio a Fresh Guacamole, sorta di seguito al corto del 2008. Oltre ai suoi progetti personali, PES ha lavorato molto su commissione, ideando le campagne pubblicitarie di marchi blasonati come Bacardi, PlayStation, Nike e Kinder.

"Non ho ancora capito da dove viene tutto questa fascinazione per gli oggetti, ma è parte naturale del mio senso dell'umorismo, credo" ha spiegato a Wired il trentanovenne originario del New Jersey. "Vedo qualcosa in un oggetto e penso assomigli a qualcos'altro. È una cosa che il mio cervello fa naturalmente".

È però nel marzo del 2012 che sotto l'egida della serie di Showtime Short Stories, per la quale aveva già diretto The Deep (attrezzi da lavoro trasformati in creature marine), riesce a raggiunge un pubblico più vasto. Una bomba a mano che nasconde al proprio interno un avocado maturo, una lampadina a punta si rivela essere un peperoncino, a sua volta sminuzzato in tanti piccoli hotel del Monopoli, e una cipolla assume i connotati di una palla da baseball. Questo è Fresh Guacamole, visibile sul sito ufficiale dell'animatore (insieme a tutti i corti di PES), forse il più inventivo dei suoi lavori e quello che più stupisce per la sua capacità di essere semplice e spiazzante allo stesso tempo: "Avevo questo germe d'idea di una granata-avocado" ha affermato Pesapane. "Anche se il tipo di granata che si vede nel corto è solitamente chiamata "granata ananas", a me è sempre sembrata un avocado. Ho costruito il film attorno a questa idea, riempendo i vuoti e creandoci attorno gli ingredienti".

Oscar 2013: uno sguardo ai cortometraggi - Maggie Simpson in: The Longest Daycare

  • Pubblicato in Toon

Al terzo appunto con la panoramica sui cortometraggi animati nominati all'Oscar (qui e qui le altre puntate), troviamo il prodotto più famoso del lotto, Maggie Simpson in: The Longest Daycare, spin-off della serie I Simpson, diretto da David Silverman, padre putativo dei personaggi, responsabile del loro design ufficiale e già regista del lungometraggio del 2007.

"Questo incredibile riconoscimento da parte dell'Academy è la sveglia più stramba che abbia mai ricevuto" ha dichiarato Silverman all'alba della candidatura all'Oscar. "Sono molto grato a Jim Brooks, Al Jean e in particolare Matt Groening per aver creato I Simpson. Mi hanno tutti dato l'opportunità di esplorare il mondo della pantomima attraverso quelli che sono normalmente personaggi molto verbali. Devo anche ringraziare i miei genitori - con i quali ho appena parlato - e ringraziarli per avermi permesso di disegnare sui muri da bambino. Ha funzionato, più o meno!"

È la vera sorpresa del gruppo: accolto positivamente questa estate (tanto da far dire a molti critici che il corto fosse nettamente meglio del film a cui era allegato, L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva), non sembrava però possedere le carte giuste per entrare nella categoria. Nato come un divertissement-tributo ai 25 anni della serie televisiva, il corto fa infatti un uso gratuito del 3D e la qualità dell'animazione, che mescola animazione a mano con alcuni dolly al computer, non è delle migliori. Sono invece indubbi la sua grande capacità narrativa e l'appeal della serie. Forse non abbastanza per meritare un Oscar.

Nel corto, Maggie viene lasciata dalla madre all'asilo cittadino e si trova fin da subito coinvolta in uno scontro con il suo arci-nemico, il bambino con il mono sopracciglio Gerald, per salvare un bozzolo in procinto di trasformarsi in farfalla che il bambino vuole soltanto schiacciare. L'idea, nata nel 2011, si è concretizzata a soli pochi mesi dalla data di uscita: "Facemmo una presentazione a giugno del 2011 e poi ci fermammo. Siamo tornati sul pezzo a marzo 2012 e ci hanno chiesto in quanto potevamo fare uno storyboard. Dicemmo otto settimane, ci risposero se potevamo farlo in otto giorni". Silverman, insieme a un gruppo ristretto di animatore, sono riusciti, utilizzando parte del materiale ideato nel 2011, a completare l'opera in sole dieci settimane di produzione: "Maggie è Buster Keaton, Maggie è Charlie Chaplin, volevo che fosse il più visivo possibile".

Sarà che il personaggio risulta non in grado di suscitare il minimo sentimento empatico, ma il corto è tedioso e graficamente carente ed è un peccato che la vena più psichedelica di Silverman - il cui estro può essere ammirato in Il viaggio misterioso di Homer, dove ha animato personalmente una delle scene più sofisticate della serie - non abbia trovato la strada in questi quattro minuti abbondanti di noia.

Oscar 2013: uno sguardo ai cortometraggi - Adam and Dog

  • Pubblicato in Toon

Freschi di Golden Globe, dove abbiamo visto trionfare il più inaspettato dei candidati, proseguiamo il nostro excursus sui cortometraggi animati nominati all'Oscar (qui l'altra puntata). Questa volta è il turno di un progetto che mostra perfettamente come l'ambizione non sia una questione di mezzi: Adam and Dog, un corto di 15 minuti in animazione tradizionale che racconta la storia del primo cane apparso sulla Terra e della sua relazione con Adamo, nel giardino dell'Eden.

La fucina è la stessa di Paperman, le modalità di lavorazione un po' meno. Completamente indipendente, il corto è stato realizzato da Minkyu Lee, dipendente Disney, che ha iniziato a lavorare sul corto nel 2009, e da un gruppo ristretto di suoi amici al prezzo di due anni di lavoro, animando di notte e nei fine settimana e di fronte a un budget di 25.000 dollari - a spese del regista, che lo ha finanziato attraverso il suo lavoro di designer sui film La principesse e il ranocchio e Ralph Spaccatutto. I punti di contatto di Adam and Dog con la Disney non si fermano al retroterra del regista: il design è vagamente disneyiano, ma non eccessivamente caricaturale (il cane non è antropomorfizzato, non parla e non ha espressioni umane e Adamo, pur avendo un viso fumettistico, è nudo per tutta la durata del corto) e tra i consulenti compare la leggenda Glen Keane (sue le animazione di Tarzan, Ariel, la Bestia e Aladdin). "Glen è il dono di vedere dentro a un'opera d'arte, a un momento, a una storia, e scoprire il cuore della stessa" ha rivelato Lee. "Quando gli ho presentato la storia, mi ha detto che gli sembrava una storia sulla grazia, la grazia data in dono all'essere umano. E quando l'ho sentito ho pensato che era proprio quello di cui avrebbe parlato il film".

Già vincitore dell'Annie Award per il miglior cortometraggio nel 2012, Adam and Dog, di cui potete ammirare il trailer in calce, è racconto toccante che mostra perché la razza canina sia così importante per il genere umano, mostrato non attraverso una trama troppo narrativa, ma con momenti di vita quotidiana tra i due, immersi nella pace dell'Eden, come ha sottolineato il regista: "Non volevo che l'Eden o la relazione tra i due personaggi venisse veicolata da una storia, quanto più dalle emozioni, dal senso di pace del paradiso, dalla purezza della vita che vi risiede. Penso che lasciare dello spazio per respirare sia importante per un personaggio. In modo che venissero percepiti per quello che sono."

Tecnicamente sopraffino e tematicamente rilevante, il corto non sfigurerebbe in un film corale alla Fantasia, a testimoniare come il talento riesca a farsi strada nonostante tutto: "Sono davvero grato di essere stato nominato! Non potevo aspettare di condividere questo onore con la mia meravigliosa troupe" ha dichiarato il regista ventisettenne. "Ho continuato a leggere la lista ancora e ancora per essere certo che il mio nome fosse lì e non me lo stessi immaginando! Mi sembrava di correre la maratona ed essere sulla linea di partenza a piedi nudi. E poi guardavo gli altri e ognuno aveva un arsenale e un team che li accudiva. Ma siamo arrivati tutti alla fine."

Sottoscrivi questo feed RSS