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Cris Tridello

Cris Tridello

Addio a Francesco Gamba

  • Pubblicato in News

GambaFrancesco Gamba è morto a Milano il 13 febbraio alle ore 6:30 del mattino, dopo una breve malattia.

Nato a La Spezia nel 1926, cugino di Pietro Gamba (anch'egli disegnatore, scomparso nel 2008), Francesco esordisce nel 1947 per le Edizioni Alpe ma lavorò con Gianluigi Bonelli già nel 1949 (per Yorga) ; nel 1956 inizia a collaborare con le Edizioni Audace di Tea Bonelli e verrà ricordato per aver donato il suo talento ai più famosi personaggi Bonelli come Tex, Zagor e Piccolo Ranger, al quale si dedicherà per oltre ventanni; dal 1990 era il disegnatore ufficiale degli albi dedicati alla spalla comica dello spirito con la scure: Cico

A dare la notizia della scomparsa è il blog Gamba & Company, noi di Comicus ci uniamo nel ringraziare l'autore e nel porre le nostre più sentite condoglianze alla famiglia dell'autore.

Piccoli Miracoli

Will Eisner era un poeta e un autore unico; a ogni nuovo volume della Fandango Libri riscopriamo quanto ci manca il suo talento e la sua capacità di tenerci incollati alle pagine con storie lievi, personali e mai banali.

In Piccoli Miracoli, l’autore torna nel Bronx della sua infanzia per raccontarci brevi storie quotidiane, segnate da insoliti percorsi del fato generati da un insperato gesto di bontà, una dimostrazione di scaltrezza, la comparsa di un ragazzo misterioso al quale sembra legata la felicità del quartiere o il dono di un anello che ha la facoltà di unire nelle avversità.
I miracoli narrati da Eisner non hanno nulla di esoterico o mistico, ma esistono e devono essere accettati per quello che sono: eventi all’apparenza normali, che hanno il dono di cambiare le vite.

Leggere le storie del maestro di New York è sempre una gioia: l’espressività dei personaggi, l’ariosità delle tavole a mezzatinta e la maestria nell’uso del “graphic storytelling” che, nelle sue mani, sembra la cosa più naturale al mondo.
Will Eisner era un maestro e ogni sua storia è un piccolo miracolo; questo volume non fa eccezione.

Will Eisner era un poeta e un autore unico; a ogni nuovo volume della Fandango Libri riscopriamo quanto ci manca il suo talento e la sua capacità di tenerci incollati alle pagine con storie lievi, personali e mai banali.

In Piccoli Miracoli, l’autore torna nel Bronx della sua infanzia per raccontarci brevi storie quotidiane, segnate da insoliti percorsi del fato generati da un insperato gesto di bontà, una dimostrazione di scaltrezza, la comparsa di un ragazzo misterioso al quale sembra legata la felicità del quartiere o il dono di un anello che ha la facoltà di unire nelle avversità.
I miracoli narrati da Eisner non hanno nulla di esoterico o mistico, ma esistono e devono essere accettati per quello che sono: eventi all’apparenza normali, che hanno il dono di cambiare le vite .

Leggere le storie del maestro di New York è sempre una gioia: l’espressività dei personaggi, l’ariosità delle tavole a mezzatinta e la maestria nell’uso del “graphic storytelling” che, nelle sue mani, sembra la cosa più naturale al mondo.
Will Eisner era un maestro, e ogni sua storia è un piccolo miracolo; questo volume non fa eccezione.

Fine per Irredeemable e Incorruptible

  • Pubblicato in News

Attenzione: la seguente news potrebbe contenere spoiler!

Irredeemable34_rev_CVR_BQuando Mark Waid, nel 2007, fu nominato editor in chief dei Boom! Studios, gli fu offerta la possibilità di creare da zero un universo supereroico, di seguirne gli sviluppi in prima persona, i cambiamenti e la crescita.
Creò così Irredeemable, storia di un superessere chiamato il Plutoniano, che un bel giorno decide di smettere di essere il difensore dell’umanità per diventarne la nemesi. Nel 2009, poi, ha fatto il percorso inverso, prendendo l’arcinemico dell'ex eroe, Max Damage, trasformandolo da villain in figura "positiva" per lo spin-off Incorruptible.
Come i lettori di Newsarama hanno imparato giorni fa, le due serie giungeranno alla fine con gli ultimi story arc che coincideranno con Irredeemable #34-#37 e Incorruptible #27-#30; fine che è fissata per maggio di quest'anno.

Le due serie, che ricordiamo essere pubblicate in Italia da Italycomics, hanno appena goduto di un crossover e l’autore, Mark Waid, si è detto contento soprattutto del fatto che la storia avrà una fine che sarà intoccabile e non prevederà ritorni in vita dei characters, o prequel. È questo il pregio di aver creato un universo narrativo proprio, dove ci si è potuti concentrare soprattutto sulla storia senza pensare allo sceneggiatore che verrà dopo e, probabilmente, farà piazza pulita di quanto creato.
Nell’intervista su Newsarama, che Waid ha rilasciato a Matt Gagnon (editor in chief dei Boom! Studios dal 2010), l’autore dichiara che la decisione è stata dura da prendere, soprattutto visto che entrambe le testate godono di un buon successo di pubblico e critica; era, però, giunto il momento giusto di chiudere. Waid ha comunque lasciato spiragli per il futuro, possibile, impiego di alcuni personaggi in altre storie, ma ora vuole concentrarsi su questi story-arc e vedere come reagirà il pubblico.

Parlando di come sarà il finale, in Incorruptible Max Damage avrà a che fare con un ondata di panico collettivo quando i cittadini di Coalville realizzeranno che la morte è all’orizzonte sotto forma di una piaga radiattiva. In Irreedeemable vedremo il ritorno di un personaggio che pensavamo perduto per sempre, che ritornerà per salvare la terra da questa piaga; per farlo, lui (o lei) dovrà scendere a patti col Plutoniano, un patto che metterà sottosopra l’intera premessa della serie, cambiando tutto.

Waid ha poi elogiato il lavoro dei disegnatori che hanno creato con lui l’universo di Irredeemable (Peter Krause e Diego Barreto) e Incorruptible (Jean Diaz e Marcio Takara), nonchè dei coloristi Andrew Dalhouse e Nolan Woodard e di tutto lo staff che ha collaborato alle due testate.

Beshari Gurashi - I re della Risata 1-2

Masanori Norita è tornato ed è in forma perfetta.
Autore immediatamente riconoscibile dalle espressioni esagerate dei protagonisti dei manga che crea, di Morita è stato finora pubblicato in Italia solo Rookies (da Star Comics); questo Beshari Guraschi – I re della risata, mantiene molte delle caratteristiche della serie precedente, così come l’ambientazione scolastica, ma invece che di baseball qui si parla di un tema che definire particolare è riduttivo: gli “stand up comedians” e il percorso da compiere per diventare un comico di successo.

Keisuke Agatsuma è, infatti, uno studente poco brillante, sbruffone e pieno di sé che si è autoproclamato “re della risata” del proprio liceo; ogni cosa è, per lui, permessa e possibile pur di strappare una risata agli altri e il suo atteggiamento lo rende l’incubo del club radiotelevisivo scolastico, di cui è membro, e soprattutto del preside dell’istituto, che è intenzionato a sfruttare il suddetto club solo per promuovere la squadra di baseball della scuola, mal sopportando lo spirito anarchico di Keisuke.
Il nostro protagonista, infatti, non ammette ostacoli ai propri scopi e non tollera alcuna concorrenza, reale o presunta: l’arrivo di Jun Tsujimoto, ex-comico professionista di Osaka che sembra aver abbandonato la professione, non può che generare preoccupazione nei compagni di scuola.
Il primo volume introduce l’ambientazione insolita e i protagonisti, già ben caratterizzati; le vicende all’inizio faticano a decollare, poi con l’arrivo di Tsujimoto tutto cambia e sono poste le basi per l’ascesa di Keisuke all’olimpo dei comici (e già capiamo che, probabilmente, non ci arriverà da solo). Nel secondo volume, infatti, ormai scoperta l’identità del nuovo arrivato e instaurato con lui un rapporto basato sull’amicizia, la rivalità e l’ammirazione, Keisuke passa da protagonista assoluto a coprotagonista e scopriamo tasselli importanti del passato del ragazzo di Osaka (con l’arrivo  dell’ex-spalla di Jun, giunta a Tokyo per cercare di ricongiungere il duo comico).
Keisuke, comunque, rimane la figura centrale e ad accrescerne il background conosciamo la sorella e soprattutto il padre, gestore di un ristorante di soba, che odia con tutto il cuore i comici, per motivi per ora ignoti. Questo, comunque, non scoraggia per nulla il nostro Keisuke, che anzi inizia a pensare sempre più seriamente al proprio ruolo di “re della risata”, tanto da volerne fare una professione; sarà proprio grazie al supporto di Jun Tsujimoto che riuscirà a conoscere il duo comico dei Digital Kyngyo, e a vedere come si svolge e come si prepara, nella realtà, uno sketch comico con i fiocchi.

Pubblicato dal 2005 prima su Shonen Jump e poi su Young Jump dal 2007, Beshari Gurashi ha tutti gli ingredienti fondamentali di un buon seinen manga: personaggi tridimensionali e dalle motivazioni chiare, disegni dettagliati ed espressivi, ricostruzione verosimile degli ambienti e della realtà. Così come Rookies, a fare da protagonista sono le motivazioni, da perseguire sì ad ogni costo, ma sempre sottostando a un codice morale che non deve mai essere tradito: il protagonista Keisuke è limpido nel mostrarsi al lettore e non si hanno mai dubbi sulla sua bontà d’animo e intenti; la stessa cosa si può già dire di Jun Tsujimoto che, pur avendo ombre nel proprio passato, vediamo da subito come una figura positiva e che avrà un ruolo fondamentale nella crescita del protagonista.

Visto il tema trattato, e anche per caratteristica di Morita stesso, la vicenda è narrata usando un tono un po’ sopra le righe; la storia è comunque appassionante e interessante, soprattutto dal punto di vista sociale e culturale: far ridere, in generale, non è una cosa facile… men che meno farlo di professione. Conoscere il mondo degli “stand-up comedians” (quelli resi da noi famosi in trasmissioni come "Zelig") incuriosisce, soprattutto quando pensiamo che ogni paese ha un senso dell’umorismo diverso e che, quindi, far ridere in Giappone è differente che far ridere in Italia; è interessante scoprire che, se si va dietro le quinte, la differenza non è poi così abissale e che un numero comico, per far ridere, necessita di ore di preparazione e, in caso di un gruppo di comici, un affiatamento assoluto sul palco.

Da questo punto di vista la scelta di Ronin Manga di pubblicare quest’opera, apparentemente così lontana dai soliti generi, non può che essere definita coraggiosa, almeno sulla carta.
Non deve essere stato facile, per il traduttore dal giapponese Emilio Martini, tradurre e adattare gli innumerevoli giochi di parole presenti e mantenere il tono adeguato; inevitabilmente, qualcosa si perde per strada (come quando all’arrivo di Jun, tutti ridono solo al sentirlo parlare con la cadenza di Osaka, cosa per nulla resa nella traduzione italiana) ma il lavoro fatto è degno di nota.

I disegni non fanno che confermare il talento di Masamori Morita (e del suo staff): i personaggi sono resi perfettamente e le gamme espressive si sprecano per ricchezza e particolarità. La gestualità è esagerata, ma si accompagna benissimo alla storia e raramente stona; gli sfondi e l’ ambientazione, in generale, risultano perfetti e quasi fotografici nella loro realizzazione.

L’edizione di Ronin, dal prezzo sopra la media, si fa notare per l’adattamento, per l’aver mantenuto le pagine a colori (almeno nel primo volume) e per la qualità della carta, della stampa e della rilegatura; purtroppo sono mantenuti gli stessi difetti di tutti i titoli della casa editrice, ovvero l’assenza di redazionali (assenza che si fa sentire molto in questo titolo) e costola/quarta di copertina dal colore vinaccia che uniforma tutti i titoli Ronin, rendendoli indistinguibili una volta posti sullo scaffale; questi difetti, comunque, possono essere perdonati soprattutto se si pensa che tra la marea di manga pubblicati, Beshari Gurashi  - I re della risata, spicca per originalità, qualità della storia e dei disegni.

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