Menu
Carlo Alberto Montori

Carlo Alberto Montori

Il ritorno dei Monty Python in un film animato

  • Pubblicato in Toon

Questo potrebbe essere qualcosa di completamente diverso.
Sì perchè, da quando nel 1989 Graham Chapman morì di cancro, le possibilità di vedere una rimpatriata al gran completo dei Monty Python svanirono per sempre. Ci fu un tentativo, ma quella volta non andò molto bene per le ceneri di Chapman.
Ora invece sembra che tutti i Monty Python torneranno a collaborare per prestare le loro voci a un film animato tratto da "A Liar’s Autobiography: Volume VI", l'autobiografia di Chapman, nel quale saranno inserite anche registrazioni dello stesso Chapman che legge alcuni estratti del libro.

Il film sarà realizzato da 15 diversi studi d'animazione, ognuno dei quali si occuperà di un frammento della durata che varia dai 3 ai 12 minuti; ogni frammento rappresenterà una fase della vita di Chapman e sarà realizzata con un differente stile visivo.
L'uscita del film è prevista per la primavera 2012 nei cinema britannici, con una successiva distribuzione televisiva anche fuori dai confini del Regno Unito.

Un trailer per i pirati di plastilina Aardman

  • Pubblicato in Toon

Piratesposter

Sono passati 5 anni dall'uscita di Giù per il Tubo, l'ultimo film degli studi Aardman; la compagnia ha interrotto il contratto con la Dreamworks Animation per collaborare con la Sony Animation, che a fine anno distribuirà il film in CG Arthur Christmas. Ma il lungo periodo di assenza dai grandi schermi ha dato i suoi frutti, visto che un altro film Aardman uscirà a soli quattro mesi di distanza, a marzo 2012; non sarà però un film in computer grafica, bensì un ritorno alle origini dello studio, specializzato nell'animazione in stop-motion.

Vi avevamo già parlato di The Pirates! Band of Misfits (il cui titolo nel Regno Unito sarà The Pirates! In an Adventure with Scientists, lo stesso del romanzo da cui è tratto), film realizzato con pupazzi di plastilina e modellini di legno, vero trionfo della tecnica artigianale. Il computer è infatti stato sfruttato unicamente nella fase di post-produzione.
La storia vede un gruppo di pirati veleggiare dall'esotica Blood Island alla Londra vittoriana, ma il loro viaggio sarà sconvolto dall'incontro con Charles Darwin e uno scimpanzè di nome Bobo. Nel cast di doppiatori troviamo Hugh Grant, Salma Hayek, Imelda Staunton, Martin Freeman, Brendan Gleeson e David Tennant;  la sceneggiatura è stata scritta da Gideon Defoe, autore della saga di romanzi da cui è tratto il film, mentre la regia è opera di Peter Lord (Galline in Fuga) e Jeff Newitt.
Qui sotto potete vedere il primo trailer.

Animation History #46 - DuckTales

  • Pubblicato in Focus

Ducktales1Le performance di Zio Paperone ne Il Canto di Natale di Topolino e in Pippo Sport in Calciomania avevano dimostrato che il personaggio, nonostante le poche apparizioni in versione animata, era in grado di sostenere più che bene ruoli da protagonista. La situazione è completamente diversa sulla carta stampata, dove il ricco miliardario ha vissuto numerose avventure; tra queste spiccano quelle scritte dal suo creatore Carl Barks, che non a caso sono ispirazione per molti episodi di DuckTales. Nello scegliere lo stile della serie animata non ci furono dubbi sulla matrice di stampo avventurosa: in fondo i fumetti di Barks sono stati un'ispirazione per Steven Spielberg nella creazione di Indiana Jones, di cui il logo DuckTales riprendere il carattere del titolo.

DuckTales è incentrato sul personaggio di Paperone, qui nella veste inedita di tutore di Qui, Quo, Qua. Nel primo episodio infatti Paperino si arruola in Marina e ricomparirà solo in una manciata di puntate; la scelta di questa esclusione probabilmente è stata dettata dalla volontà di escludere uno dei personaggi Disney più famosi e più amati dal pubblico, che con la sua presenza avrebbe potuto mettere in ombra tutto il resto del cast. Il carattere di Paperone qui è leggermente più morbido della sua caratterizzazione originaria: pur conservando un atteggiamento cinico e avaro, viene a galla più spesso il suo lato sentimentale per dimostrare quanto i suoi nipotini siano riusciti a cambiarlo, così da fornire una morale che possa chiudere l'episodio.
A volti già noti come Archimede o Gastone si aggiunge un nutrito numero di nuovi personaggi: il maggiordomo Archie (corrispettivo del Battista presente nei fumetti italiani), Tata e la sua petulante figlioletta Gaia, il pilota imbranato ma sprezzante del pericolo Jet Mc Quack e la goffa Giovane Marmotta Tonty.
I nemici principali della serie provengono quasi tutti dalla carta stampata, anche se ognuno con le dovute modifiche: ad esempio, i Bassotti non sono tutti di uguale aspetto e sono capeggiati da Mamma Bass (al posto del Nonno Bassotto visto in molte storie a fumetti). Cuoredipietra Famedoro è lo stesso personaggio tratteggiato da Barks e indossa anche il caratteristico vestito scozzese, ma non rimane relegato in Scozia preferendo invece scontri più diretti con Paperone, apparendo così più vicino al nostrano Rockerduck. Chiude il trittico dei nemici più ricorrenti la fattucchiera Amelia, che non abita sul Vesuvio ma su un vulcano con le fattezze della strega chiamato Monte Vesuvian; il suo corvo (che nel doppiaggio italiano riacquista il nome dei fumetti Gennarino e sfoggia una parlata napoletana come la sua padrona) nella versione originale si chiama Poe e ogni volta che apre il becco pronuncia sempre e solo "Nevermore!".
Oltre a mostrare diversi personaggi per la prima volta in versione animata, è DuckTales che ufficializza davanti al grande pubblico la città di Paperopoli, con una planimetria precisa nella quale spicca la collina col deposito di Paperone; nel campo dell'animazione inizialmente topi e paperi vivevano assieme, con una successiva "nascita" di Topolinia nella quale vivono Topolino, Pippo e compagni, ma è in questa serie che prende forma un universo dei paperi ben determinato (ad eccezione dell'apparizione di Gambadilegno e Macchia Nera in qualche episodio). L'universo narrativo dei paperi viene ricostruito grazie alla mitologia di Paperone, di cui viene raccontato il passato in Scozia e in Klondike, anche se con qualche differenza dal fumetto.

La prima stagione di DuckTales è andata in onda nel 1987 ed è composta da 65 episodi; la maggior parte degli episodi vede Paperone alla ricerca di preziosi tesori in giro per il mondo, oppure impegnato a proteggere il suo denaro dai nemici che vogliono impadronirsene. Tra gli episodi avventurosi sono da segnalare Paperremoto, Un papero nel futuro, Il vello d'oro e I Predatori dell'arpa perduta; non mancano però le incursioni in altri generi come la fantascienza (Jet Nello Spazio), l'horror (Paperino e la Mummia Vivente), il western (Zio Paperone e il Petrolio Scomparso) e lo spionaggio (00-Jet). Se la maggior parte degli episodi ha un'origine da ricercare nelle storie di Barks, ci sono diverse puntate con trame originali, oppure ispirate a opere famose come i testi di Shakespeare, "La maschera di Ferro" o "Dr.Jekyll e Mr.Hyde".
Tra tutte le puntate spiccano due saghe, rispettivamente di 5 e 4 episodi: Il Tesoro del Sole d'Oro, oltre ad aprire la serie e presentarne il setting introducendo situazioni e nuovi personaggi, vede Paperone impegnato in un'epica caccia al tesoro in giro per il mondo, mentre in Duello all'Ultimo Dollaro il ricco miliardario deve competere con Cuoredipietra Famedoro per stabilire chi sia il papero più ricco del mondo.

La Seconda stagione è composta da dieci puntate, suddivise in due cicli di storie.
Nel primo Paperone viaggia nel tempo fino alla preistoria, dove incontra un giovane cavernicolo di nome Bubba che lo aiuterà a vincere l'ennesima sfida contro Famedoro; alla fine dell'avventura Paperone deciderà di portare con sé nel presente Bubba, per la gioia dei suoi compagni di giochi Qui, Quo, Qua. Il secondo ciclo di storie introduce la figura di Fenton Paperconchiglia, imbranato contabile delle aziende De Paperoni che vive con la madre; un giorno pronunciando la parola "incantesimo" ("blaterare" in lingua originale) si ritrova addosso un'armatura indistruttibile grazie alla quale assume l'identita segreta del supereroe RoboPap.

La terza stagione, di 18 episodi, continua a presentare storie autoconclusive (fantastica La terra dei Tralàlà) nelle quali appaiono regolarmente Bubba e Fenton, ormai ufficialmente integrati nel cast della serie; in particolare è evidente come Fenton in più occasioni  rivesta il ruolo di Paperino (simile a lui anche nell'aspetto, se non fosse per il ciuffo e il vestiario), accompagnando Paperone nelle sue avventure e contando anche le monete nel deposito come spesso viene costretto Paperino.

Dopo la fine della terza stagione esce nei cinema il film Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta con i protagonisti del cartone; il successo della pellicola cinematografica avvierà la produzione di una quarta stagione di soli 7 episodi, con la quale DuckTales arriva a un totale di 100 episodi, cifra che ne fa la serie televisiva Disney col maggior numero di episodi mai prodotta.
In un paio di occasioni nell'ultima stagione compare Dijon, il servitore di Merlock nel film, qui al servizio di Cuoredipietra Famedoro.
Chiude la storia il doppio episodio Il Tocco Magico liberamente ispirato dal mito di Re Mida, nel quale Zio Paperone deve impedire che tutto il pianeta si trasformi in oro.

In un momento in cui la Disney al cinema non riusciva ad eguagliare i grandi successi del passato, DuckTales si classifica come una grosso rischio produttivo: se in quegli anni le serie televisive erano prodotti a basso budget, in questo caso la Disney finanziò il progetto con cifre mai usare prima, venendo premiata con un successo senza precedenti per il piccolo schermo. La qualità dei disegni e delle animazioni è superiore a qualunque altra opera si fosse vista all'epoca, soprattutto nella prima metà della prima stagione, ma anche dopo un leggero affossamento la serie rimane molto piacevole da guardare grazie alle storie affascinanti e ai simpatici personaggi caratterizzati con un'espressività che arricchisce le rispettive versioni cartacee.
Un altro grande pregio di DuckTales è la colonna sonora di Ron Jones, compositore che si è approciato alla serie con l'obiettivo di creare musiche che andasse al di là degli stereotipi delle serie animate per bambini; questo è evidente dalle melodie che sottolineano i momenti più epici o drammatici, senza però per questo disdegnare motivetti più solari e scanzonati.

La trasmissione italiana della serie ottenne risultati impressionanti, come in tutto il resto del mondo; gli episodi della prima stagione furono pubblicati in VHS, mentre qualche anno fa è stato messo in commercio il primo cofanetto DVD della serie. Il piano dell'opera prevede quattro cofanetti ma pare che in Italia non andremo mai oltre il primo, ma anche il mercato americano sembra che non potrà completare la versione home video dato che da anni sono fermi al terzo cofanetto.
Il successo di DuckTales sfociò in prodotti paralleli come videogiochi e fumetti che adattavano episodi della serie animata o raccontavano storie originali coi personaggi nati proprio in DuckTales. Ma il più grande risultato del cartone, oltre ad aver fornito la migliore incarnazione animata del mondo dei paperi Disney, è quello di aver garantito un futuro per l'animazione televisiva Disney: sul suo esempio sono nate serie come Cip e Ciop - Agenti Speciali e Talespin, generando anche veri e propri spin-off in Darkwing Duck e Quack Pack.

Le avventure di Tintin #1

Manca qualche mese all'uscita del primo capitolo della trilogia cinematografica su Tintin prodotta da Steven Spielberg e Peter Jackson, quindi il momento è propizio per ristampare l'opera omnia del personaggio più famoso di Hergè. Ad occuparsene è Rizzoli Lizard che propone, in una collana di otto volumi, la ristampa in ordine cronologico di tutti gli episodi con una media di tre storie a volume, compresi un paio di racconti abbastanza rari. Ci si potrebbe lamentare del formato più piccolo rispetto ai cartonati originale, ma la leggibilità non è troppo compromessa in favore di un albo più maneggevole e facilmente trasportabile; l'accorpamento di più storie in ogni volume consente un prezzo più popolare rispetto a un'eventuale pubblicazione di tutta la produzione di Tintin in albi singoli.

L'importanza di un fumetto come Tintin è universalmente riconosciuta, ma aprire il primo volume della riedizione è una riscoperta di archeologia del fumetto alla quale ci si avvicina con interesse e curiosità, anche se può riservare qualche delusione.
Quando Hergè creò il suo celebre reporter aveva solo 23 anni ed era al suo primo fumetto nel mercato professionale, quindi facilmente influenzabile; il suo editore Wallez, dalla spiccata ideologia fascista, sfruttò questo fattore, facendo pressioni per decidere le prime due destinazioni delle avventure di Tintin. In Tintin nel il Paese dei Soviet il viaggio in URSS è un'occasione per dare ai giovani lettori belgi un'immagine denigratoria del popolo bolscevico, mentre Tintin in Congo è un modo per fare propaganda in un periodo in cui il governo belga cercava di incentivare il trasferimento di manodopera nella sua colonia. La rappresentazione di questi contesti è però abbastanza superficiale dato che, per stessa ammissione futura di Hergé, all'epoca dei suoi primi racconti non si documentava sui paesi che Tintin visitava, basandosi unicamente sui pregiudizi e sugli stereotipi che circolavano nella sua patria.
Anche le trame sono acerbe, un prodotto ben distante dalle vette qualitative che raggiungerà la serie in seguito: il fumetto era serializzato su una rivista al ritmo di due pagine alla settimane e questa suddivisione pesa molto sul ritmo della narrazione. Le prime due avventure sono composte da una sequenza di gag o situazioni da cui i protagonisti riescono ad uscire sempre in breve tempo per ritrovarsi catapultati nella successiva; il risultato è molto frammentario e privo di un vero e proprio filo conduttore che arricchisca la lettura, come ci si aspetterebbe da storie che Hergé ha rivelato di non aver pianificato: l'autore sviluppava la trama di settimana in settimana, mettendo i protagonisti di fronte a pericoli, senza sapere come farglieli superare. Il personaggio di Tintin poi è ancora un personaggio piatto privo di una caratterizzazione vera e propria; in realtà in tutte le sue avventure future la sua personalità è animata dai numerosi comprimari bizzarri che l'autore gli affiancherà, la cui carenza si fa sentire in queste storie, ad eccezione di Milou e dei suoi commenti sarcastici, contrappunto comico che rende più piacevole la lettura.
Dal punto di vista grafico questo primo albo propone due storie agli antipodi: Tintin nel Paese dei Soviet è in bianco e nero e con un tratto tecnicamente molto povero, mentre Tintin in Congo è a colori ed è realizzato con la linèe claire semplice ma incantevole per cui Hergé è riconosciuto. Il motivo di questa differenza è da ricercare in un processo di omologazione stilistica che l'autore ha voluto affrontare: a metà degli anni '40, una volta maturato uno stile personale più elaborato, ha deciso di ridisegnare completamente le sue prime avventure degli anni '30 per poterle presentare ai lettori con un aspetto vicino a quello delle sue opere più recenti. Da questa operazione Hergé ha escluso Tintin nel Paese dei Soviet, proprio per la superficialità con cui ha affrontato il regime sovietico che avrebbe generato più di una protesta; il suo obiettivo era quello di demotivare gli editori a ristamparla, anche se a decenni di distanza, per completezza, la storia è stata riproposta in bianco e nero, come arriva anche in Italia nell'edizione Rizzoli Lizard.

Come abbiamo già detto in apertura, questa cronologica si presenta come la collezione ideale sia per l'appassionato di fumetti che per il lettore casuale che si avvicina per la prima volta al personaggio di Hergé. L'unico rammarico è l'assenza di editoriali o contenuti speciali che ormai sono diventati una regola in questo genere di ristampe cronologiche; in particolare è abbastanza grave l'assenza delle copertine originali, elemento abbastanza importante che avrebbe potuto occupare appena un paio di pagine.
Dal punto di vista delle copertine la collana proprio non brilla, dato che le 8 copertine dei volumi sono abbastanza anonime e con un soggetto fin troppo simile tra loro, senza alcun elemento che faccia intuire le storie contenute all'interno, a meno che non si vada a leggere il retro del volume.

Sottoscrivi questo feed RSS