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Gerry Conway rivendica il logo del Punitore per Black Lives Matter e lancia una linea di shirt

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Gerry Conway, co-creatore del Punitore, ha lanciato una campagna per rivendicare l'uso del logo del personaggio da quelle che descrive come "forze di oppressione" e che invece dovrebbe essere un nuovo simbolo per il movimento Black Lives Matter.

"Per troppo tempo, i simboli associati a un personaggio che ho co-creato sono stati cooptati da forze di oppressione e per intimidire i neri americani", ha detto Conway nell'annuncio. "Questo personaggio e questa immagine non sono mai stati intesi come simbolo di oppressione. Questo è un simbolo di un fallimento sistematico di una giustizia equa. È tempo di rivendicare questo simbolo per la giusta causa e per Black Lives Matter."

Conway ha lanciato una linea di t-shirt intitolata "Black Lives Matter - Skulls for Justice" con diverse magliette che utilizzano l'iconografia Punisher e la scritta Black Lives Matter.

"È una collezione di t-shirt disegnate da artisti che raccolgono fondi per #BlackLivesMatters #BLM rivendicando un simbolo di oppressione come simbolo di giustizia", ​​ha twittato Conway. "Le prime quattro shirt sono disponibili per l'acquisto da ora e una nuova verrà aggiunta ogni due giorni."

Le prime maglie sono state disegnate da Wess Hancock, Demonte Price, Don Nguyen e Nate Powell. Potete vederle nella gallery in basso.

Il logo Punisher è stato progettato da Conway, con le revisioni dell'allora art director della Marvel John Romita.

Intanto, la Marvel sta vagliando azioni legali contro che utilizza il logo del Punitore illegalmente per scopi razzisti.

(Via Newsarama)

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy, recensione

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Fin dal suo esordio, Spider-Man è stato uno degli eroi più amati e seguiti della Marvel divenendo ben presto il portabandiera della casa editrice. Peter Parker era un eroe, ma anche un ragazzo comune e incarnava alla perfezione il concetto di “supereroe con superproblemi”.
In Amazing Fantasy 15 del 1962, albo del suo esordio, un lutto colpisce il giovane: suo zio Ben viene ucciso da un ladro che poco prima, nelle vesti di Spider-Man, aveva lasciato fuggire. Il senso di colpa è tale da motivarlo a diventare un giustiziere.

Da quel momento, la vita di Peter non sarà certo tutta rosa e fiori: non solo i problemi dovuti al suo elter ego in costume ma anche le rinunce che il suo ruolo comporta, così come la fragile salute della Zia May, le bollette da pagare, le ragazze, gli amici e tanto altro ancora rendono le vicende di Amazing Spider-Man un mix di dramma, commedia e azione.
Se i toni si erano leggermente alleggeriti con l’addio di Steve Ditko e l’arrivo di John Romita, una nuova tragedia stava per sconvolgere la vita di Peter.
Nonostante i molti drammi vissuti, la morte non aveva sfiorato più la vita del ragazzo dopo quanto accaduto a zio Ben. Così, dopo 8 anni – nel 1970 -, Stan Lee e Romita decidono di scuotere profondamente la vita del giovane eliminando per sempre il Capitano George Stacy.

Stacy era, in quel momento, un personaggio importante per la serie: padre della sua attuale ragazza Gwen, il capitano era per Peter una figura paterna, contrapposta a quella burbera di J.J. Jameson, che aveva accolto di buon grado il rapporto fra lui e sua figlia. Non solo, Stacy aveva intuito che il ragazzo fosse Spider-Man, pur conservando questa scoperta per sé.

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Nel ciclo di storie che vanno da Amazing Spider-Man 88 a ASM 92, possiamo leggere le vicende relative alla morte del personaggio giunta durante una battaglia fra Spider-Man e il Doctor Octopus. Spider-Man riesce a immobilizzare le braccia metalliche del suo nemico ma, come conseguenza di quest’azione, gli arti artificiali di Dock Ock urtano un camino riversando diverse macerie sulla strada. Il capitano Stacy morirà, travolto dai resti delle macerie, per salvare la vita a un bambino.

L’intento degli autori, coadiuvati alla matite da Gil Kane, che sostituisce Romita in quasi tutti gli albi, era non solo quello di alzare il tasso di drammaticità della serie con un colpo ad effetto, ma anche di imprimere una nuova sterzata alle dinamiche narrative per le trame successive. Spider-Man, infatti, viene additato come responsabile della morte del capitano portando Gwen ad odiare l’eroe in maschera. Un Peter, dunque, già con numerosi sensi di colpa, dovrà anche convivere col il peso dell’odio della sua ragazza. Seguiranno conseguenze che porteranno i due giovani a vivere un periodo di crisi.

Nonostante il tono sia fortemente drammatico, gli autori narrano il tutto senza indugiare troppo con una rappresentazione eccessiva e patetica, smorzando il tutto con molta azione e con un’apparizione – abbastanza superflua – dell’Uomo Ghiaccio.

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Il tono drammatico sarà maggiore, però, nel secondo ciclo del volume che propone Amazing Spider-Man 121 e 122 con la nota morte di Gwen Stacy.
Sono passati tre anni e Lee, Romita e Kane, insieme a Gerry Conway e a Roy Thomas, decidono di compiere qualcosa di impensabile fino a quel momento: uccidere la ragazza del protagonista. Una storia che cambierà per sempre il fumetto americano segnando la fine dell’era dell’innocenza. Un delitto commesso a più mani, con gli autori che per anni si sono rimbalzati la responsabilità, come raccontato in questo vecchio articolo.

La vicenda parte in quarta con un Harry Osborn sofferente a causa dalla sua dipendenza dalla droga. Ma il peggio sta per arrivare, Norman Osborn ricorda di essere Goblin, dopo anni di offuscamento mentale, così cattura Gwen per vendicarsi di Peter e la getta dal George Washington Bridge. La ragazza morirà, probabilmente a causa del contraccolpo ricevuto dalla ragnatela lanciata da Spider-Man stesso per salvarla. Completamente fuori di sé, l’eroe affronterà in seguito Goblin che resterà ucciso dal suo stesso aliante (almeno momentaneamente, il personaggio tornerà dopo oltre 20 anni).

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La storia è un classico e raggiunge non solo una forte carica emotiva, ma anche uno degli apici qualitativi di Amazing Spider-Man.
Sulle motivazioni dell’uccisione di Gwen si è discusso a lungo: probabilmente si voleva una nuova morte ad effetto per mostrare che tutto poteva accadere, ma questo non basta. È probabile che gli autori volessero dare un’ulteriore svolta a Peter Parker e alla serie di Spider-Man, ma che, soprattutto, ritenessero Gwen un personaggio fin troppo perfettino e poco interessante. In particolare, sembra che la ragazza non sia mai particolarmente piaciuta a Romita: nota era, infatti, la sua predilezione per Mary Jane, a cui aveva dato le fattezze. D’altro avviso Lee che, invece, voleva far sposare i due giovani. Fatto sta che l’ultima tavola di Amazing Spider-Man 122 è emblematica in tal senso.
Mary Jane si trova nell’appartamento di Peter che, dopo la lotta con Goblin, arriva a casa affranto. La ragazza cerca di consolare l’amico che la caccia via offendendola profondamente dandole, in sintesi, dalla frivola. Mary Jane, d’altronde, fino a quel momento era stata delineata come una ragazza allegra e spensierata, ma proprio da questa tavola possiamo vedere la sua trasformazione nel personaggio che amiamo. La ragazza, infatti, decide di restare ugualmente accanto a Peter, in una scena che mostra tutta l’umanità di questi personaggi.

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy è sicuramente un must have per chi non ha mai letto questo ciclo classico di storie, o per chi vuole averne un’edizione cartonata degna. Peccato solo per l’assenza di Amazing Spider-Man 123, un epilogo in cui viene mostrato il funerale di Gwen.

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Erik Larsen, Gerry Conway e Mark Bagley realizzeranno una nuova storia di Spider-Man

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Erik Larsen, Gerry Conway e Mark Bagley, autori classici dell'Uomo Ragno, torneranno sul personaggio a settembre in un albo one shot dal titolo Spider-Man: Going Big.

Non sono stati rivelati dettagli sulla storia, tuttavia Marvel.com annuncia che sarà un'avventura misteriosa che che vi terrà col dubbio fino all'ultima pagina. Going Big viene anche presentato come parte delle celebrazioni dell'80° anniversario della Marvel. Non è chiaro se questa storia di Spider-Man ha a che fare coi recenti teaser che fungevano da conto alla rovescia.

Larsen e Conway co-scriveranno la storia con le matite di Larsen, Bagley e altri artisti non anccora annunciati. Larsen è anche l'autore della cover che potete vedere qui di seguito.

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(Via Newsarama)

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Spider-Man Collection 14: Le avventure cosmiche, recensione: gli Atti di Vendetta contro l'Uomo Ragno

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La collana da libreria Spider-man Collection continua ad attingere a piene mani dai primi anni ’90 e nel suo 14° volume, intitolato “Le avventure cosmiche”, propone le storie legate all’evento Atti di Vendetta. In questo ciclo, i nemici dei vari eroi Marvel, riuniti a loro insaputa da Loki, optano per un radicale cambio di strategia: invece di attaccare i loro consueti avversari – e, puntualmente, uscirne sconfitti - decidono di invertire i loro bersagli in modo da avere un vantaggio tattico notevole. Così, in questo periodo, i vari eroi si videro attaccare dagli storici nemici dei loro colleghi che non avevano mai affrontato.

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La saga principale di Atti di Vendetta venne sviluppata su The Avengers, mentre nei tie-in i singoli eroi affrontavano i criminali sulle loro testate. Riguardo l’ater ego di Peter Parker, l’evento coinvolse tutte e tre le sue collane, ovvero Amazing Spider-Man, The Spectacular Spider-Man e Web of Spider-Man nel periodo a cavallo fra la fine del 1989 e l’inizio del 1990.
In questi albi, tutti collegati fra loro, vediamo Spider-Man affrontare nemici per lui insoliti, a partire da Graviton che, sfruttando l’elemento sorpresa, ha la meglio. Probabilmente, il destino dell’Arrampicamuri sarebbe stato lo stesso di quello degli altri eroi percossi da questa inedita soluzione ordita dai villain, se non fosse che improvvisamente, apparentemente a causa di un incidente da laboratorio, Spider-Man si ritrova con poteri amplificati oltre ogni misura tanto da sconfiggere con estrema facilità tutti gli avversari più temibili che gli si opporranno nel corso dei vari albi. Lo stesso Destino, che insieme ad altri villain organizza gli “atti di vendetta”, segue con interesse i nuovi poteri dell’eroe con l’intenzione di scoprirne la fonte e farli suoi.

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Dal canto suo, Peter Parker non è affatto entusiasta dei suoi nuovi poteri, non solo perché non è in grado di comprenderli, ma perché “se da un grande potere derivano grandi responsabilità” come comportarsi con un potere praticamente infinito? Forse sono troppi per un singolo uomo e la loro portata lo spaventa e lo preoccupa, nonostante il supporto di Mary Jane e di zia May.

I 10 albi contenuti nel volume, sono scritti da David Michelinie (Amazing Spider-Man) e Gerry Conway (The Spetcacular Spider-Man e Web of Spider-Man) e presentano una trama molto episodica in cui in ogni avventura Spider-Man se la vede con un diversa antagonista. Entrambi ottimi professionisti, i due autori confezionano un ciclo di storie assolutamente piacevole, pur senza particolari guizzi. Fra le cose più riuscite, indichiamo il rapporto fra Peter e MJ, all’epoca marito e moglie, e i bei momenti, seppure brevi, con zia May, guida morale del nipote. Peccato per le tante sottotrame sospese (su tutte quella giudiziaria dedicata a Robbie Robertson) il cui inizio o la loro fine non sono contenute in questo volume ma, d’altronde, la concezione dei comics del periodo era ben diversa da quella attuale ed è dunque inevitabile che la loro raccolta in volume contenga sottotrame sviluppate spesso in anni di gestione.

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Dal punto di vista visivo, oltre ai modesti Colleen Doran e Alex Saviuk, troviamo la colonna portante Sal Buscema, Erik Larsen e un episodio con Hulk disegnato da Todd McFarlane. Pur con nomi di rilievo, gli artisti coinvolti offrono una prova degna ma nella norma e non si segnalano particolari virtuosismi. Spider-Man Collection – Le avventure cosmiche, risulta dunque una lettura gradevole e soddisfacente, seppur lontana dai cicli memorabili della serie.

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