Quali sono le caratteristiche più evidenti dell'era del digitale e della post informazione in cui l'umanità vive oggi? La risposta più ovvia è il relativismo della Verità, manipolata nel contesto di un'informazione di massa e popolare, fatta per il popolo, ma soprattutto, fatta dal popolo. Proprio una visione negativa della super informazione è quella che fornisce Fuck, l'opera di Alex Crippa e Giorgio Santucci per Edizioni Inkiostro che, partendo da questo presupposto di “non-verità”, descrive un futuro vicinissimo e violento, popolato da figure stereotipate e grottesche di ciò che l'attualità presenta ogni giorno; si tratta di una visione dell'avvenire condensata di quelle paure che oggi la fanno da padrone tra le discussioni del popolo della rete: disoccupazione alle stelle, istituzioni inefficienti e inaffidabili, media sotto controllo, immigrazione selvaggia, bande armate, neo fascisti e illegalità diffusa. Un'immagine iperbolica di ciò che il mondo reale, estremizzandolo, già è. Crippa gioca proprio a raccogliere una ad una queste tematiche per denunciare la società di oggi, in una trama del tutto semplice e lineare, ma interessante negli avvenimenti che si sviluppano lungo la linea retta del percorso dei personaggi.
La città protagonista della vicende è preda di problemi di ordine pubblico, tra quartieri ghetto e senza legge controllati dalle bande, guidata da un sindaco accondiscendete che non riesce a mantenere l'ordine. A lui si oppone un altro candidato che nelle elezioni, oramai prossime, si erge a difensore dell'ordine attraverso la violenza, contro barboni, stranieri e gang. In questa scalata alla poltrona di primo cittadino, il nuovo candidato Max si avvale però di quegli stessi criminali che afferma di volere fermare, per diffondere il terrore in modo da apparire l'uomo forte necessario alla cittadinanza. Ma esiste un video che lo incastra. Come poter diffondere questo documento senza però incappare nella censura dei media e del web? Tutti i mezzi d'informazione sono controllati da Max stesso, mentre su internet un algoritmo detto “Muro” cancella ciò che non è gradito ai piani alti.
Da qui parte il viaggio di tre amici, il fratello di uno dei quali ha girato il video, attraverso la città e alla ricerca di una leggendaria stazione radio clandestina; tutto mentre sono braccati dagli uomini di Max, tra neo nazisti, suore armate, bande di motocicliste lesbiche, barboni cannibali e tanto altro. Si tratta di tre personaggi ai margini della società, uno sfigato, una muscolosissima africana e un nerd; mediocri persone, con nulla di speciale, che si ritrovano catapultati nel turbine degli eventi, reagendo per avere salva la vita, prima ancora che per cerare di mostrare la Verità.
Dal lato visivo Santucci produce un lavoro di spessore, con un bianco e nero deciso, carico, fatto di grandi contrasti tra i due colori. L'aggressività che il disegno trasmette è resa più marcata dai tratti dell'illustratore, duri e taglienti, che a volte sembrano essere ancora incompleti, con segni tuttora visibili della matita usata per la costruzione preventiva della pagina. Lo stile di Santucci si presta parecchio alla violenza e alla dinamicità che la storia presenta, alternando illustrazioni molto particolareggiate, ad altre più libere, in cui il nero si dimostra sempre un fattore importante nel circondare i personaggi nella scena; quando al contrario è il bianco il colore dominante sullo sfondo, non è raro che le figure, invece di essere circondate da una spessa linea di contorno, vengano presentate in negativo. Le pagine di questo libro presentano però una dinamicità in sé stesse grazie all'abbandono della tipica griglia italiana, in favore di una tavola libera e a volte di splash-page.
Il viaggio on the road di questi eroi per caso è un veicolo che permette a Crippa di analizzare la società digitalizzata all'estremo di quel mondo che serve da monito a alla nostra realtà. Ma la storia di Fuck non presenta una soluzione ai problemi della città, i protagonisti non trovano un pulsante con cui liberare i cittadini dalla tirannide del Muro, o le strade dalla violenza. L'autore punta a generare nel lettore il senso di identificazione tra quello che legge e quello che vede accadere intorno a sé, attraverso un'estremizzazione volontaria di ciò che descrive. E ci riesce facilmente.