Amazing Spider-Man #19, recensione: la nuova caccia ha inizio
- Scritto da Gianfranco Autilia
- Pubblicato in Recensioni
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Dopo un convincente preambolo andato in scena lo scorso luglio, sulle pagine del diciannovesimo numero di Amazing Spider-Man inizia ufficialmente Prede, il primo maestoso story-arc congegnato da Nick Spencer per la serie portante dell'Uomo Ragno che ha cominciato a gestire con l'avvento del Fresh Start, periodo durante il quale ha fin da subito posto le basi per una grossa storyline dedita a mettere in prima fila nientemeno che Kraven il Cacciatore. Quest'ultimo, come saprete, si è spesso rivelato essere nel corso degli anni un personaggio piuttosto ostico da utilizzare, specie se gli intenti primari sono quelli di seguire le tracce dell'inarrivabile L'Ultima Caccia di Kraven, popolare opera scritta da J.M. DeMatteis e disegnata da Mike Zeck che nel 1987 sorprese tutti i lettori di comics consacrando Sergei Kravinoff, che prima di allora non aveva mai avuto l'opportunità di brillare in opere particolarmente rilevanti, come uno dei più temibili villain di Spider-Man. Eppure, già con i primi capitoli della sua saga illustrata dal messicano Humberto Ramos, Spencer riesce nel difficile intento di non cadere nel banale e di consegnarci una trama iniziale che, pur rifacendosi con grandissima evidenza al classico Kraven's Last Hunt, dimostra di avere una sua identità meno pedestre di quanto si possa credere.
Antagonista indiscusso di Prede è, come vi abbiamo già detto, Kraven, qui presente in un punto della sua vita a dir poco singolare: l'ormai stanco e provato nerboruto cacciatore di nazionalità russa non solo si ritrova da diverso tempo nel regno dei vivi contro la sua volontà e a dover vestire i panni di una figura paterna in un contesto finora a lui abbastanza inusuale, ma arriva perfino a stringere insolite alleanze per inaugurare un'enorme battuta di caccia coinvolgente in prima linea tutti quei superumani dotati di poteri e sembianze di origini animalesche. Viene così ripescato dal cilindro il tema seminale dei totem introdotto da J. Michael Straczynski sulle pagine di Tornando a Casa e rielaborato ancor più di recente da Dan Slott per dare alla luce il reboante evento Ragnoverso. Il cast di Hunted è, come si potrebbe facilmente evincere, colmo dei più disparati personaggi dell'Universo Marvel appartenenti in un modo o nell'altro al regno animale: dalla Coniglia Bianca allo squamoso Billy Connors, dall'irsuto Gibbon al Gufo, fino ad arrivare ad altri volti un po' più noti quali Rhino e, soprattutto, la Gatta Nera, recentemente affrancatasi dal suo status quo di spietata zarina del crimine per tornare come alleata del Ragno e, perché no, anche come ladra occasionale.
La storia di questo corposo Amazing Spider-Man #19 (728 secondo la numerazione Legacy) riprende i fili lasciati in sospeso nell'episodio precedente del quindicinale edito da Panini Comics: Peter Parker non si trova al massimo della sua forma ma è costretto suo malgrado a dover adempiere ai doveri e alle responsabilità che comporta l'essere un Arrampicamuri; il nostro si imbatte quindi in una rischiosa missione di salvataggio che lo conduce faccia a faccia con numerose insidie, minacce, tormenti, preoccupazioni e sofferenze. I pensieri dell'eroe ideato da Stan Lee e Steve Ditko vengono sapientemente scandagliati dall'autore di Astonishing Ant-Man che, con una notevole abilità introspettiva, concede particolari attenzioni anche agli stessi Kraven, Gatta Nera e Mary Jane Watson, l'attuale interesse sentimentale di Peter Parker che, proprio come nelle più classiche avventure del Tessiragnatele, deve venire a patti con l'angoscia derivante dalle deleterie attività del suo fidanzato come Uomo Ragno.
Il ritmo della storia si mantiene costantemente lineare, favorendo una lettura piuttosto fluida. Complice anche il compartimento grafico della saga che - come vi abbiamo già anticipato poc'anzi - è stato affidato alle cure del talentuoso Humberto Ramos, un artista per nulla estraneo al vasto mondo di Spider-Man. Con la sua impronta grafica peculiare e pertanto estremamente riconoscibile, Ramos si concentra in prevalenza sulla riuscita dello storytelling, cavandosela con risultati lodevoli sia nelle sequenze più posate che in quelle concitate e adrenaliniche. Il tutto viene esaltato in maniera ineccepibile dai colori di Edgar Delgado, che conferisce le atmosfere giuste ai momenti giusti. Nonostante ciò, Ramos stilizza come suo solito fare le anatomie dei personaggi, spesso ritratti con vistose malformazioni corporali: parliamo di una forte caratteristica presente in ogni altro lavoro sia precedente che attuale dell'artista e ciò potrebbe risultare poco apprezzabile per i fan più classicisti e piuttosto accattivante per i più avvezzi al foreshortening e alla sperimentazione visiva.
Nel corso della lettura, è oltretutto impossibile non notare i forti parallelismi di Prede con L'Ultima Caccia di Kraven: svariate tavole tratte dall'albo omaggiano palesemente l'arte di Zeck, senza però risultare una semplice copia carbone della storia originale: le pagine in questione si rivelano funzionali per lo sviluppo della storia e, al contempo, evidenziano sia le similitudini che le divergenze tra le sceneggiature di DeMatteis e Spencer, il quale arricchisce le vicende da lui imbastite con una dose ben bilanciata di umorismo, inaspettati tradimenti e gradevoli colpi di scena, tra cui una morte di un certo rilievo che ha dato particolare risalto a uno dei tanti protagonisti dell'arco narrativo.
A chiudere lo spillato vi è una sorta di tie-in, Amazing Spider-Man #18.HU, che ripercorre in chiave drammatica tutti gli avvenimenti salienti nella vita di Martin Blank, alias Gibbon, una figura complessa e tormentata che, fin dalla sua infanzia, veniva reiteratamente dileggiato dai suoi compagni dell'orfanotrofio a causa del suo aspetto decisamente singolare, quasi scimmiesco; una somiglianza accentuata anche dalla sua agilità portentosa. Proprio per questi segnanti traumi, Blank arriva a diventare un emarginato e a lavorare, seppur brevemente, in un circo.
Conseguentemente, la sua strada si incrocia con quella dell'Uomo Ragno ma, per forza di cose, arriva ben presto a divenire uno dei più strampalati criminali dell'Universo Marvel, sebbene in principio avesse tutte le carte in tavola per costruirsi una reputazione da supereroe magari perfino alla pari di Spidey. Effettivamente Gibbon non rientra tra le invenzioni più rinomate dei leggendari Stan Lee e John Romita Sr., ma ciononostante il character ha un grosso potenziale che Nick Spencer è riuscito a tirare fuori, narrando una storia molto sensibile e intimista che permette al lettore di empatizzare nei confronti di Blank.
I disegni di questo toccante racconto stavolta sono di un cartoonist che presto rincontreremo in Friendly Neighborhood Spider-Man di Tom Taylor, ossia Ken Lashley, il quale ricorre con notevole abilità a un tratto molto tradizionale e sintetico per le scene flashback e a uno più cupo e ricco di tratteggi per le tavole ambientate nel presente.
A conti fatti, questo primo capitolo di Prede si dimostra essere una pregevole prova per Nick Spencer sulla collana ammiraglia dell'Uomo Ragno. I presupposti per un'ottima saga ragnesca che non dimenticheremo ci sono tutti e, se da un lato si hanno grandi dubbi per come la storyline andrà a finire, dall'altro possiamo avere la certezza che Hunted apporterà importanti stravolgimenti all'universo fumettistico di Spider-Man che i fan più affiatati non vorranno certamente perdersi.
Dati del volume
- Editore: Panini Comics
- Autori: Testi di Nick Spencer, disegni di Humberto Ramos e Ken Lashley
- Genere: Supereroistico
- Formato: 17x26,80 pp., S., col.
- Prezzo: 3,90
- Voto della redazione: 8