Stan Lee - Alliances. Un gioco di luce, recensione: un connubio adeguato tra scienza e fantasia
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La fama del compianto Stan Lee non conosce ostacoli né tanto meno cedimenti. Il celebre scrittore è universalmente noto per essere stato uno dei fautori del successo della casa editrice di fumetti Marvel Comics. È colui che ha dato vita - al fianco di fondamentali artisti - a supereroi come Spider-Man, Hulk, Iron Man, Fantastici Quattro, Thor e chi più ne ha più ne metta, tutti amati e ammirati a livello planetario oggi più che mai grazie anche al loro crescente dominio nei vari media, cinema in primis. L'apporto del Sorridente alla cultura popolare è, senza timori di smentita, incommensurabile e inossidabile poiché, sin dai lontani anni Sessanta, l'autore ha dimostrato di essere foriero di innumerevoli idee che tutt'oggi non hanno perso lo stampo moderno e rivoluzionario che avevano all'epoca. Questa è una di quelle prerogative che fanno di un uomo una leggenda e Stan lo è diventato già da un prezzo. Benché sia passato un anno abbondante dalla sua scomparsa, la sua eredità non solo non paventa la prova del tempo, ma continua a farsi forte. Infatti, solo qualche settimana fa, ha debuttato nelle librerie italiane una delle sue ultime opere, Alliances: un gioco di luce, romanzo sci-fi firmato da Kat Rosenfield e germogliato da un'idea dello stesso Lee, al cui sviluppo hanno contribuito anche Luke Lieberman e Ryan Silbert. Il volume in Italia è edito da Salani ed è costituito da 448 pagine per un prezzo pari a 18 euro. È suddiviso in 41 capitoli titolati con tanto di prefazione firmata dallo stesso Stan Lee e postfazione volta a spiegare il lavoro che c'è stato dietro allo sviluppo del libro.
La storia prende luogo nell'universo Alliances e vede come protagonisti due giovani ragazzi, le cui strade ben presto si incontreranno: Nia e Cameron. La prima è una hacker esperta che vive isolata con il padre, un figura tanto enigmatica quanto complessa che le ha precluso la libertà. L'unico contatto con l'esterno che alla ragazza è concesso di avere è quello con il mondo virtuale e, per mezzo dei suoi profili social, comunica con milioni di utenti che non ha mai conosciuto realmente.
Cameron, dal canto suo, coltiva il sogno di diventare una star di Youtube. Questo è proprio il motivo per cui la vita del giovane viene stravolta. Infatti, mentre si trova sulle sponde del misterioso lago nordamericano Erie per girare un video da postare sul suo canale, Cameron viene colpito da un fulmine dopo che un violento e assurdo temporale si abbatte sul posto, facendogli così perdere i sensi. Al risveglio, il ragazzo si rende conto che qualcosa in lui è cambiato: ha acquisito un potere cibernetico che gli consente di comandare con la propria mente tutti i dispositivi elettronici. Sarà la passione comune per la tecnologia a far sì che Nia e Cameron si trovino virtualmente e, malgrado vivano condizioni diverse, i due non solo instaureranno un legame di leale amicizia, ma decideranno anche di unire le loro abilità in campo cibernetico per imbarcarsi in un'avventura per loro del tutto inedita, che non mancherà di celare molte insidie oscure e fuori da questo mondo.
Essendo incentrato su due protagonisti che all'inizio vivono storie personali in maniera solitaria, il libro si apre con dei capitoli di presentazione che servono a introdurre le vite di Nia e Cameron, con tutti i dettagli più utili per comprendere la loro sfera privata. Con una certa armonia, queste due giovani vite si incrociano e si intrecciano per condensarsi in un'unica grande storia, quella che è al cuore dell'opera.
La narrazione è ben ponderata e si prende i suoi tempi, principalmente nei primi capitoli, in cui si denota una certa tranquillità nello strutturare le basi. Ciononostante, leggere è un'esperienza perlopiù accattivante perché la prosa della Rosenfield è pregna di descrizioni che aiutano a inquadrare meglio il contesto, sa suggestionare quando deve e non si fa mai né ricercata né pesantemente prolissa. Queste sono tutte qualità che non soltanto contribuiscono a rendere la lettura godibile, ma riescono anche a far apprezzare meglio le venature sci-fi, un genere che in questo caso particolare non viene mai spiattellato in maniera smaccata o arzigogolata. Più ci si addentra nelle pagine, più si ravvisa un'atmosfera precisa e invogliante, che via via assume caratteristiche specifiche e per questo maggiormente intriganti. La maggior parte dei capitoli riserva momenti intensi, a eccezione di qualcuno che invece è meno esaltante, ma in linea generale la storia prende forma organicamente e chi legge si sente pervaso da un interesse che cresce di pari passo.
Le vite dei due protagonisti sono in grado di travolgere perché si trovano nella tappa dell'adolescenza, qui rappresentata per mezzo di ragazzi dai connotati reali, come quelli presenti in tanti altri coetanei. Ciò che li rende speciali è quel tocco di fantasia genuina e mai pretenziosa che Stan Lee ha da sempre conferito alle sue creazioni. E, proprio a questo proposito, non è difficile constatare qualche similitudine tra l'incipit di questo volume e quelli che invece sono stati alla base del concepimento di alcuni dei personaggi dei fumetti che portano la firma di The Man: giovani adulti talvolta emarginati che conducono esistenze problematiche, ma i cui percorsi sono destinati a cambiare grazie allo zampino della fantascienza. In Alliances: un gioco di luce, questa fantascienza trova il suo sfogo nei poteri sovrumani, nella tecnologia dal potenziale che trascende quello a cui siamo abituati e in creature aliene bellicose e ignote che mettono piede sulla Terra (per una motivazione non a caso connessa ai protagonisti del libro). Da un lato c'è il bene e dall'altro c'è il male, una dicotomia che ricopre un ruolo cruciale, almeno fino a quando il confine tra le due parti non arriva a farsi pericolosamente e sorprendentemente labile.
Un Gioco Di Luce dedica molta attenzione alle figure antagoniste per dare anche a loro motivazioni e sfaccettature. Lo stesso lo si può certamente dire per i pochi comprimari che si aggregano di capitolo in capitolo. Su questo fronte, il lavoro di approfondimento operato su ciascun personaggio è il pregio più degno di essere lodato poiché ha dato corpo e di conseguenza spessore alla vicenda complessiva. L'universo Alliances architettato dalle menti dietro al progetto presenta una mescolanza di elementi solidi, profondi, peculiari, moderni ma con una classicità di fondo riscontrabile prevalentemente nello stile della narrazione. Una narrazione senza troppe pretese, comprensibile, in cui non latitano pathos, umorismo genuino, individui anche inverosimili, asperità, rappresentazioni dettagliate, colpi di scena e anche amore, inteso nel senso più ampio. Non appena si giunge al capolinea, diventa sempre più palese la sensazione che un epilogo vero e proprio non c'è. Infatti, la trama di questo primo volume è composta da tanti fili che purtroppo al termine rimangono in sospeso, in attesa di essere intrecciati ancora e poi chiusi nelle opere che verranno in seguito. Malgrado il finale non benefici del valore della completezza, è notevole il fatto che faccia scaturire una buona dose di curiosità, in particolar modo nel lettore che è riuscito a goderselo con il dovuto trasporto.
Alliances: Un gioco di luce è un libro in cui si scorge l'essenza di Stan Lee, quella fantasia giovanile che riesce ad amalgamarsi con le componenti più complesse e concrete che contraddistinguono la fase adolescenziale della vita, per una storia che sa districarsi in maniera adeguata e mai astrusa tra fantastico e scientifico, ideale sopratutto per quel pubblico di lettori che sta vivendo la fase della gioventù in questa era di fermento tecnologico.