Io Me & Max - 1967-1992
- Scritto da Andrea Fiamma
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Di tutto resta un poco, scriveva il poeta Drummond de Andrade.
Di tutto Io Me & Max, al sottoscritto, resta attaccato un pezzetto di Massimiliano Frezzato. E un poco di confusione, perché il libro è un ibrido tra un art book (ma che raccoglie anche inediti, schizzi delle elementari, prove colore) e un’autobiografia. L’autobiografia di Frezzato, creatore della saga fantasy (scientifica) I custodi del Maser.
Di un art book rimangono i disegni, a china sui fogli A4 o a matita su quaderni a quadretti di quando aveva otto anni, i temi in classe, e di un’autobiografia rimangono appunti scritti a lato della pagina.
Della sua vita, almeno fino al 1992, anno in cui termina il libro, resta uno Zibaldone di grande formato, un miscuglio di idee e persone e cose, piccoli dettagli che si ingigantiscono fino a diventare episodi rilevanti, interi anni glissati in un abbozzo, la nascita, la gelosia per il fratellino più piccolo, le scelte scolastiche, prima il liceo scientifico, poi l’artistico, e gli incontri - lavorativi e non - che lo porteranno a Margot, il personaggio creato con Jerome Charyn, su cui il libro si chiude. È un Frezzato che fa i conti con i bisogni primari dell’uomo, i suoi umori, perfino i più bassi (si perde il conto dei personaggi rappresentati mentre espletano funzioni corporee, perfino il pulcino in copertina).
Di Frezzato rimane il rammarico che non sia saputo vendere come superstar veri cul, direbbe lui, invece di restare - per volontà propria o altrui non è dato saperlo - rinchiuso nella produzione di cataloghi o portofolii a tema, all’ombra di nomi altisonanti e di poco sostanza, magari ottimi illustratori, ma narratori scarsi se non disarmanti nella loro capacità di non rendere alcun senso della storia.
Della storia resta l’incipit, le prime pagine, messe a bell’apposta per enucleare in poche parole il senso del volume: l’uomo nudo, di fronte a sè e di fronte ai lettori, intento a rimestare i suoi ricordi sulla carta, carta che dovrebbe essere filtro e invece è humus dove piantare i propri pensieri, dove rovesciare la boccetta d’inchiostro, che defluisce diventando un dragone, la cui bocca aperta si trasforma nel negativo della Mole Antonelliana, in un quasi montaggio delle attrazioni.
Dell’incipit resta la convinzione, esemplificata qui sopra, che Frezzato sia un disegnatore eccelso, uno che se gli metti in mano una matita o un pennello non può che produrre belle cose (il lavoro tecnico sulle pagine di Maser è uno dei più certosini e impressionanti degli ultimi anni); e il resto lo fa l’atteggiamento, il modo di comportarsi, le pose e le espressioni, verbali e non, che impone loro nei suoi disegni: nella striscia Eropinocchio, il burattino di legno non può che catturare il lettore con i suoi grandi occhioni strafottenti e la sigaretta che gli pende dalla bocca.
Ma è anche uno che con le storie c’ha qualche problema.
La sua creatura più famosa, I custodi del Maser, è tanto sontuosa quanto azzoppata dagli ingarbugliamenti della trama, nonostante l’aiuto in corso d’opera di Nikita Mandryka. Un caso da manuale della sindrome di George Lucas: genio visivo che vuole sceneggiare, ma lo fa in maniera debole, alla meglio. Perché la sceneggiatura, per il fumettista torinese, è una scusa per disegnare, un pretesto per fare sfoggio del suo talento. Una carenza che Frezzato ha sempre riconosciuto, ma che difficilmente riuscirà a superare. E infatti le uniche storie che sa scrivere davvero bene rimangono le sue, quelle autobiografiche (viene alla mente l’apprezzabile e dimenticato Tour de France), mentre le opere più felici che portano la sua firma lo vedevano rifugiarsi nelle parole degli altri: nella Margot di Charyn, nel Pinocchio di Collodi, nello Stregatto di Cossi o nel Peter Pan di prossima pubblicazione di Barrie. È un tema su cui l’artista riflette con insistenza, ne parla con franchezza nei commenti a margine delle numerose “prime pagine” mostrate nel volume, emblema della sua prima fase artistica, quella in cui il Maser era solo una parola saltatagli in mente per caso, quella in cui un giovane disegnatore non faceva che accumulare inizi di vicende, tavole di eroi richiamati all’ordine da una voce fuori campo, eroi spinti alla ricerca di qualcosa, una storia che desse loro lo status di protagonisti e a Frezzato quello di Autore.
Dati del volume
- Editore: Pavesio Editore
- Autori: Testi e disegni di Massimiliano Frezzato
- Formato: brossura, cartonato, 140 pp., 29,7x29,8 cm., colori
- Prezzo: 50 €
- Voto della redazione: 7