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The Secret Service 1 (di 3)

Secret Service 1 cover Secret Service 1 cover Icon/Millarworld

Due amici vanno a vedere “Casino Royale” (quello del 2006, non il classico del 1967 con Peter Sellers), il James Bond offerto loro da Daniel Craig convince i due spettatori, così come piace il modo in cui è stata data nuova energia alla serie dell’agente segreto inglese più famoso al mondo.
Uscendo, però, si chiedono: “Com’è stato arruolato James Bond? E com’è passato da picchiatore (qual è in “Casino Royale”), all’affascinante dandy impersonato da Sean Connery a partire da “Agente 007 – licenza di uccidere”?”. Come si diventa l’agente segreto britannico più famoso ed elegante del mondo?
Anche se la risposta esatta sarebbe: “Leggetevi i libri di Charlie Higson facenti parte della serie “Young Bond”, oppure la biografia del personaggio, scritta dallo stesso Ian Fleming nel romanzo “Si vive solo due volte” poco importa. Soprattutto se i due amici si chiamano Mark Millar e Matthew Vaughn.

I due si lasciano conquistare dall’idea e decidono di narrare la loro versione dei fatti, sfruttando ognuno il proprio mezzo. Nasce così il progetto “Secret Service” che è, contemporaneamente, una serie a fumetti di sei numeri e un film in uscita nel 2015. La genesi del progetto è efficacemente narrata da Marco Ricompensa nella prefazione al primo numero (di tre) con cui Panini presenterà l’intera miniserie ai lettori italiani; per una volta le note d’inizio e fine volume forniscono informazioni utili per meglio addentrarsi nella storia e non (solo) pubblicità ad altre testate della stessa casa editrice.

Millar plasma il soggetto, creato con l’amico, generando una trama dalle tinte grottesche e sopra le righe cavalcando abilmente il genere spionistico in modo dissacrante ma preciso ed efficace (vedi la scena d’apertura che ripercorre uno dei cliché del genere per poi ribaltarlo e ridicolizzarlo). Già dalle prime pagine capiamo di trovarci nel mondo di Millar: un gruppo di mercenari ha rapito attori e troupe di titoli cult come “Battlestar Galactica”, “Star Wars”, “Star Trek” e “Doctor Who” per scopi ignoti e i servizi segreti Britannici, logicamente, indagano.
Jack London è uno dei migliori agenti sul campo ma ha alcune grane familiari: il nipote Gary, abitante dei bassifondi londinesi, si è messo nei guai con la giustizia ancora una volta e allo zio, che vede del potenziale nel ragazzo, non resta che arruolarlo e farlo entrare nella scuola di superspie da cui lui stesso è uscito ripulito.

Il plot ricalca fedelmente quello di un qualsiasi Bond-movie, con il lettore che è catapultato nel pieno dell’azione (con la suddetta scena d’apertura, che da sola vale il prezzo dell'albo) per poi alternarsi tra lo sviluppo del complotto terroristico, le scene d’indagine, l’addestramento e le diatribe familiari dei due protagonisti.
Millar, in questo Secret Service, un po' si racconta e svela al lettore le proprie opinioni personali (soprattutto sulle serie televisive o filmiche sopra menzionate), non manca di lanciare stoccate al governo britannico per la maniera con cui gestisce certe emergenze, (si) diverte con i suoi testi e le sue scene sopra le righe e incuriosisce quanto basta per garantire l’acquisto dei numeri successivi sfruttando l'effetto cliffhanger a fine numero.
Secret Service, però, è l’ennesima variazione sul tema dell’importanza dei legami familiari e di come questi possano influire sulle nostre vite, e il percorso di Gary ricorda troppo quello del Wesley di Wanted, ma senza la carica sovversiva di quel titolo. Già da questi primi due capitoli si riesce a prevedere quali saranno le tappe successive del percorso iniziatico del protagonista e il risultato è che, pur divertendo molto, difficilmente Secret Service rimarrà tra i titoli migliori di Millar.

Uno dei motivi per cui questo titolo sarà ricordato, comunque, è per il disegnatore che lo scrittore scozzese è riuscito a coinvolgere coronando un sogno adolescenziale: Dave Gibbons. Va detto che i disegni dell’autore di capolavori come Watchmen e la saga di Marta Washington, che sono perfetti sia nel mescolare dinamicità, realismo e dramma, che nel raffigurare le scene più sanguinose, riescono a interpretare magnificamente la sceneggiatura di Mark.
Come Millar, però, Gibbons ha fatto di meglio e, volendo trovare un difetto alla sua arte, bisogna dire che quando si tratta di ritrarre personaggi famosi, il disegnatore Inglese non da proprio il meglio di sé; ma è comunque un dettaglio trascurabile che non intacca il gusto della lettura.

Lettura che, ribadiamo, scorre via agevolmente e non mancherà di soddisfare gli amanti delle spy-story (magari un po' diverse dal solito) e, soprattutto, di Mark Millar e del suo Millarworld.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: soggetto di Mark Millar e Matthew Vaughn, sceneggiatura di Mark Millar, disegni di Dave Gibbons
  • Formato: brossurato, 48 pagg. a colori
  • Prezzo: € 3,30
  • Voto della redazione: 7
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