Occhio di Falco 1-2 - Marvel Select 10-11
- Scritto da Raffaele Caporaso
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Finalmente sugli scaffali delle nostre fumetterie/edicole di fiducia è arrivata l’attesissima serie dedicata al Vendicatore più atipico di sempre: Occhio di Falco. Clint Barton non ha superpoteri, non ha un’armatura iper-tecnologica né poteri magici. È un uomo, un uomo dotato di una mira eccellente, potenzialmente in grado di trasformare qualsiasi oggetto in un’arma; e, come molti uomini normali, ha una vita piuttosto complicata, specialmente quando mette via l’uniforme e l’arco.
Clint, rimasto orfano in tenera età, è stato cresciuto in un circo e indirizzato e allenato a divenire un arciere dallo Spadaccino, ha un passato da criminale salvo poi essersi redento entrando a far parte degli Avengers, sotto l’ala protettiva di Capitan America.
La serie Hawkeye punta a raccontarci la vita di Occhio di Falco al di fuori del contesto supereroistico al quale siamo abituati, e difatti ha ben poco a che spartire con le altre testate dedicate ai componenti dei Vendicatori “in solitaria”.
Cosa fa, dunque, un Vendicatore quando non è “in servizio”? La risposta è semplice: prova a vivere una vita normale, cercando un equilibro nella quotidianità, ben sapendo che i guai non tarderanno ad arrivare.
I primi tre episodi della serie sono autoconclusivi e affrontano tematiche abbastanza differenti fra loro, sempre con l’intento di fornirci una panoramica a 360 gradi sul personaggio e sul contesto nel quale vive, oltre che presentarci quelle che, in gergo televisivo, potremmo definire “guest-star” (in attesa di vedere se diverranno “regular”): Kate Bishop, alias Occhio di Falco (sì, anche lei si fregia di questo nome), e un simpatico cane goloso di pizza dal nome (provvisorio?) di Freccia.
Clint Barton, pur auspicando a una vita normale nella città di New York, dovrà fare i conti con vicissitudini piuttosto singolari fra mafia russa, casinò illegali, ladri circensi, inseguimenti in auto… il tutto raccontato con grande originalità e leggerezza. Il quarto episodio della serie, invece, ci riporta a un contesto vagamente supereroistico, fortemente improntato verso la spy-story, fra le strade di Madripoor, alla ricerca di una VHS piuttosto compromettente.
La serie è sceneggiata da Matt Fraction, oramai un veterano in casa Marvel. Dopo aver scritto, fra alti e bassi, Iron Man, Thor, Iron Fist, ed essere stato artefice della scialba miniserie Fear Itself, si trova adesso a lavorare, oltre che su Hawkeye, anche sul rilancio in chiave Marvel Now! di Fantastic Four e FF, raccogliendo il non facile testimone da Jonathan Hickman.
Sulla serie in questione, l’autore fa un lavoro eccellente: con uno stile narrativo veloce, ironico e scanzonato, Fraction ci regala storie di pura evasione, slacciate volontariamente dallo stereotipo classico, ponendo il lettore in un contesto urbano, contaminato da più generi che spaziano dall’action, alla spy-story, alla piacevolissima comedy. I dialoghi, serrati ed essenziali, ma mai frenetici o ridondanti, sono il vero punto di forza. L’approccio è quasi cinematografico ed infatti non mancano le citazioni a numerosi classici del genere. Prendendo ad esempio il terzo episodio, intitolato “Cherry” (forse il migliore di quelli letti fino ad ora) assistiamo a un inseguimento automobilistico fra le strade della Grande Mela, che non può farci non pensare a capolavori del cinema quali “Il braccio violento della legge” (citato anche nelle note dell’albo) o “The Italian Job”. La storia inoltre è un capolavoro di originalità, poiché i veri protagonisti non sono i personaggi in sé, ma le frecce di svariato tipo presenti nella faretra di Occhio di Falco.
Originale, inoltre, la scelta, da parte dell’autore, di consigliare, nella pagina iniziale dei “credits”, un brano musicale per accompagnare la lettura.
Ai disegni troviamo David Aja, disegnatore dallo stile essenziale ma allo stesso tempo fortemente espressivo. La sua costruzione della tavola è assolutamente particolare e mai ripetitiva. Ad ogni pagina ci ritroviamo ad assistere a piccole opere d’arte, quasi da incorniciare. Le copertine, sempre realizzate da Aja, sono dei veri e propri affreschi di pop art, che rendono l’albo invitante sin dal principio. Piccola curiosità: la prima pagina della primissima storia si apre con il protagonista in caduta libera nel vuoto, nella stessa esatta posa nella quale si trova, ad un certo punto del film “The Avengers”, il personaggio interpretato da Jeremy Renner: le conseguenze saranno però piuttosto diverse…
Il quarto episodio è invece realizzato dal disegnatore ospite Javier Pulido, anche lui dotato di uno stile apprezzabile anche se qualitativamente ben lontano da quello di Aja.
Hawkeye ha ricevuto ben 5 nomination agli Eisner Award 2013 (miglior serie regolare, miglior nuova serie, miglior scrittore, miglior disegnatore/inchiostratore, miglior copertinista), portandosene a casa due, andati proprio a David Aja come miglior disegnatore (alla pari di Chris Samnee) e miglior copertinista.
La serie, in Italia, è edita da Panini in un bel formato monografico, brossurato, a cadenza mensile. Inoltre, per le prime due uscite, l’editore ha messo a disposizione una cover A e una cover B: scegliere fra le due non è mai stato più difficile!
In conclusione, la serie dedicata all’arciere scarlatto dell’universo Marvel è una delle novità più apprezzabili del panorama fumettistico americano, e garantisce una lettura qualitativamente alta, strizzando l’occhio anche ai neofiti, o a coloro che non sono propriamente fan del genere supereroistico.
Dati del volume
- Editore: Panini Comics
- Autori: testi di Matt Fraction, disegni di David Aja e Javier Pulido
- Formato: brossurato, 17x26, 48 pp a col.
- Prezzo: 3€ cad.
- Voto della redazione: 8
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