Roy Mann

Finalmente raccolto in unica soluzione in tempi recenti il capolavoro dell’avventura surreale scaturita dall’incontro di due personalità uniche nel panorama del fumetto.
Tiziano Sclavi è noto ai più per il suo best seller Dylan Dog, celebre character del fumetto popolare, e per le sue incursioni in libreria da acuto romanziere, ma è stato protagonista anche della stagione delle riviste d’autore con il suo approccio redazionale nella seconda stagione di Pilot e ancor prima nella fucina di idee del Corriere dei Ragazzi.
Attilio Micheluzzi, Autore con l'iniziale maiuscola che ha attraversato con incisività il suddetto periodo delle riviste contenitore di grande formato (tra queste citiamo almeno Alter, Comic Art e Corto Maltese) ma attivo con grande assiduità anche in un editoria considerata più popolare (in particolare per il Corriere dei Ragazzi e Il Giornalino), sempre con personaggi di grande carattere.

Roy Mann inizialmente fu immaginato da Sclavi per i pennelli di Magnus, ma tra i due non scoccò la scintilla del feeling – alcune tavole e studi sono riprodotti in coda al volume – e così si decise di virare su Micheluzzi, che con lo scrittore di Broni aveva già collaborato a Gli orrori di Altroquando, la divertente sarabanda con la quale si consolidò la piacevole abitudine degli speciali di Dylan Dog, dopo una prima uscita disegnata da Corrado Roi.
E mai avvicendamento risultò così appagante: le tre storie di Roy Mann costituiscono un corpus gustosissimo, grazie a una narrazione a tratti stralunata, nei testi come nei disegni, ma assolutamente in grado di tener vivi l’attenzione e l’interesse del lettore.

Nella prima parte, titolata In uno strano mondo, facciamo conoscenza col protagonista, sceneggiatore di fumetti con qualche problema a rispettare le date di consegna, e con il clamoroso espediente narrativo (sembra banale ma è una genialità) che permette al nostro di catapultarsi dai suoi anni ’30 verso una dimensione parallela e alternativa che ricorda dichiaratamente nel suo complesso situazioni e ambienti cari agli appassionati delle strip di Flash Gordon, specialmente in questa prima avventura.
Ecco quindi la sensuale Lara e il perfido Ling, contraltare dell’eroe, perché Roy Mann nelle sue vicende oniriche vestirà i panni del prode.
Orizzonti di gloria è la seconda parte, terminata anch’essa da Micheluzzi nel 1987. Qui il tema portante è la cinematografia seminale di quegli anni e le peripezie di Mann nella sua attività di fumettista contrastato dall’editore. Oltre a Gordon e all’onnipresente Fredric Brown, vero nume tutelare dell’intero progetto, appaiono echi moebiusani in una storia a rotta di collo, divertente e da gustare con gli occhi pieni di meraviglia.
Il trittico si chiude con Quante volte tornerai, prodotta due anni dopo le precedenti. È l’avventura più spiccatamente fantascientifica, per certi versi potremmo dire perfino parapsicologica, in cui il nostro deve fare i conti con la sua vita, sia quella reale che quella parallela. Sclavi crea situazioni al limite del claustrofobico, scandagliando l’animo del protagonista, mettendolo a nudo.
Il ciclico finale non delude, anzi rivitalizza – se ce ne fosse bisogno – un personaggio che probabilmente avrebbe potuto vivere ulteriori immaginifiche avventure, ma ringraziamo i suoi autori perché così ne hanno celebrato l’originalità intrinseca.

Rizzoli-Lizard offre un libro che è un eccezionale esempio di professionalità, tanto artistica riguardo i contenuti quanto per la bontà qualitativa dell’edizione.
La mancanza del colore, presente nella sua prima edizione nelle riviste Comic Art ma qui non riprodotta, non altera l’impatto visivo delle tavole micheluzziane, che al contrario vengono esaltate per la pulizia del tratto del Maestro istriano, che abbiamo il piacere di rivedere in un volume degno di un posto d’onore nelle librerie di ogni cultore del fumetto.