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Game Over 1

“E chissà se sono io che gioco te oppure se sei tu… tu che giochi me”. Usando come citazione le parole di Larasong, canzone dei Litfiba, possiamo introdurci nel mondo di Game Over, nuova serie dell’etichetta indipendente Villain Comics, scritta da Giulio A. Gualtieri e disegnata da Paolo D’Antonio.

Nel futuro in cui si svolgono i fatti il mondo dei videogames non è più un passatempo per gli appassionati, bensì una disciplina sportiva rispettata e rinomata. I migliori giocatori del mondo sono delle vere e proprie star, alla stregua di campioni di calcio e dei piloti di Formula 1.  In questo mondo di patiti videogiocatori una giovane e affascinante studentessa universitaria di nome Reeta muove i primi passi per realizzare il suo sogno: diventare una nuova promessa del mondo dei games. La protagonista cercherà di farsi strada all’interno dei tornei universitari, scontrandosi con le regole e le realtà di un ambiente duro e maschilista. Dopo l’ennesima non ammissione ai campionati universitari, decide di tentare il tutto per tutto e di mettersi alla ricerca del gioco dei giochi, Pindaros, un simulatore virtuale quasi leggendario, i cui server furono chiusi molti anni prima ma che ora sono stati misteriosamente riattivati. Pindaros sta decimando il numero di giocatori professionisti portandoli al suicidio. Di questo gioco non è dato sapere molto, tranne che il suo uso crea dipendenza e mai nessuno, finora, è riuscito a completarlo. Reeta è intenzionata a tutto per realizzare il suo sogno e l’ambizioso obiettivo di completare il simulatore virtuale killer ne è la prova.

La sceneggiatura è stata impostata con meticolosa logica da Gualtieri che nella sua trama fa intravedere non solo un ottimo uso dei tempi di scena e dei dialoghi dei personaggi, ma anche una profonda conoscenza del mondo videoludico di cui ha deciso di parlare. Game Over risulta credibile e allo stesso tempo surreale. Il linguaggio è lineare, le dinamiche ben impostate e i rapporti tra i personaggi, sebbene il primo numero non vanti un consistente quantitativo di pagine, è chiaro e ben strutturato. Le informazioni fornite al lettore sono sufficienti e organizzate in modo da far scaturire attaccamento e curiosità a questo progetto.

Il lavoro grafico di D’Antonio ha supportato benissimo la sceneggiatura. Utilizzando una griglia Bonelli non troppo rigida si è dato un giusto tempo grafico al fumetto. Il disegnatore è riuscito anche a trovare il modo giusto di rappresentare i videogames e la realtà della storia, conferendo alle due ambientazioni un carattere autonomo che però coesistono felicemente all’interno del fumetto. Anche l’italianissimo disegno realistico utilizzato per la caratterizzazione dei personaggi ha dato il suo contributo, aderendo in maniera impeccabile alle ambientazioni utilizzate e allo stile grafico ruvido e dettagliato dell’autore.

La novità di questo fumetto è nell’avere interpretato in modo innovativo i tempi e i gusti di oggi. Non è da escludere, soprattutto guardando le iniziative che iniziano ad emergere tra case editrici e realtà dei videogames – vedi Bonelli e Multiplayer – che nel futuro il mondo del fumetto e quello dei videogiochi si incontreranno sempre più spesso. Considerando che esistono già ora giochi ispirati da fumetti e viceversa, l’idea di apprendere da queste due realtà, di portare in una nuova veste l’una nell’altra, è un ottimo inizio e un’ interessante idea. L’obiettivo di attirare il pubblico, proprio di tutte le etichette indipendenti, con idee nuove e innovative, è stato pienamente raggiunto dalla Villain. In conclusione da questa nuova serie ci si può aspettare tanto e per quello che già ha offerto è un fumetto che merita attenzione.

Dati del volume

  • Editore: Villain Comics
  • Autori: Testi di Giulio A. Gualtieri Disegni di Paolo D’Antonio
  • Formato: spillato, 24 pp., b/n
  • Prezzo: € 3,00
  • Voto della redazione: 7
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