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Dylan Dog Color Fest 10

Il decimo Dylan Dog Color Fest propone come fil rouge narrativo “l’altroquando” con quattro storie ambientate in universi e mondi paralleli in cui si può assistere ad una rivisitazione dei tradizionali canoni dell’indagatore dell’incubo.

Il primo racconto, scritto da Alessandro Bilotta e disegnato e colorato da Paolo Martinello è Addio Groucho, prequel de Il pianeta dei morti, comparso nel secondo DYD Color Fest del 2008, scritto dal medesimo autore e dimostratosi uno degli episodi più riusciti del Dylan Dog post-Sclavi. La vicenda originale narrava di un DYD di una società futura alle prese con il tema degli zombie ritornanti, utilizzati per svolgere i lavori più umili e controllati attraverso una sorta di maschera “anti-contagio”. Già nella parte finale dell’episodio precedente veniva svelato che il “paziente zero”, ossia colui aveva dato l’avvio dell'epidemia che portò alla diffusione di questa nuova razza di non morti all’interno della società, altri non era che Groucho. La storia di questo Color Fest racconta la genesi stessa del virus, il contagio di Groucho e la ricerca disperata da parte di Dylan per trovare una soluzione che non preveda l’abbattimento del compagno.
Addio Groucho non delude le aspettative, pur mantenendosi inferiore rispetto al suo precedente: l’autore da un lato dimostra la capacità di inserire nella trama diversi personaggi storici della serie in maniera convincente e, dall’altro, riesce a portare l'indagatore dell'incubo fuori dagli schemi classici che lo hanno ingabbiato negli ultimi tempi.
Sia la sceneggiatura che i disegni sono eccellenti, dando l’impressione di leggere un episodio chiave della serie grazie anche al senso di solennità che culmina in uno dei momenti migliori dell’albo, con la tavola in cui Dylan disperato non riesce a mettere fine al diffondere delle epidemia.

La seconda storia è La banda maculata, scritta da Antonio Serra e disegnata da Alessandro Bignamini. L’episodio, ambientato nella Londra di fine XIX secolo, narra di una ricca dama inglese che rivive sulla propria pelle le stesse vicissitudini che avevano portato all’inspiegabile morte della sorella la quale aveva, appunto, nominato la banda maculata poco prima di morire. Sarà un ottocentesco Dylan Dog ad aiutare la signorina a fuoriuscire da una serie di inquietanti vicende e risolvere la delicata questione.
L’episodio è ispirato, come suggerito nella parte finale, alle atmosfere di Sherlock Holmes e questo porta inevitabilmente il racconto molto lontano dal personaggio di Dylan Dog, sebbene l’indagine di cui è protagonista è per molti versi affine ai canoni della serie. Questo aspetto, rafforzato anche da una rappresentazione grafica eccellente, ma più vicina all’inquilino di Baker Street che a quello di Craven Road, rende la storia poco distintiva con un ritmo che non decolla mai, mantenendo l’interesse verso la vicenda molto basso.

Segue I Giorni Oscuri, scritto da Chiara Caccivio e disegnato da Gianluca e Raul Cestaro. La vicenda prende spunto dalle origini di Dylan Dog, narrate nel numero #100 e nel doppio episodio del ventennale, e pone l'indagatore dell’incubo in un ipotetico scenario in cui, da bambino, non viene prelevato dall'interno del collegio in cui il padre lo aveva affidato ma, al contrario, continua a vivere nel ‘600. Nonostante questo cambiamento, il rapporto conflittuale con il padre resterà uno degli elementi chiave che contrassegnerà il carattere e le vicende del personaggio.
L’idea alla base della storia, già di per sé molto buona, è raccontata in maniera eccellente dall’autrice che riesce a rivisitare diversi elementi del personaggio originale grazie ad un gioco di citazionismo molto riuscito sia dal punto di vista della sceneggiatura che dal punto di vista illustrativo. Il risultato è una storia che reinterpreta in chiave innovativa sia la tradizione horror della testata che lo spirito malinconico che pervade alcuni dei racconti più belli della serie.

L’ultimo episodio, Doppia identità, scritto da Giovanni Gualdoni e disegnato da Luca Raimondo, mette in scena Dylan, un trentenne nerd che vive ancora con i genitori e passa il suo tempo su internet e leggendo fumetti. Questa versione rivisitata dell’indagatore dell’incubo si troverà ad aiutare la sua amica Mabelle a catturare un fantomatico killer delle studentesse.
Sebbene il finale cerchi di riportare la vicenda su una spiegazione più razionale, Doppia identità è l’episodio che maggiormente si allontana dalle caratteristiche del personaggio: l’esito di questa esperimento non riesce appieno anche per colpa di una vicenda che si specchia eccessivamente nel gioco dello scambio di personalità del protagonista e finisce col non destare interesse sul mistero in corso, che dovrebbe invece essere la parte portante del racconto.

In conclusione il decimo DYD Color Fest mantiene in ognuno dei quattro episodi presentati il livello buono (e talvolta eccellente) di disegni e colorazioni, così come in quasi tutti i racconti delle edizioni precedenti; la qualità delle storie, invece, è alterna con alcune che riescono ad andare ben sopra la sufficienza e altre che osano poco in termini di innovatività e risultano più banali.

Dati del volume

  • Editore: Sergio Bonelli Editore
  • Autori: Testi di Alessandro Bilotta, Antonio Serra, Chiara Caccivio, Giovanni Gualdoni; disegni di Paolo Martinello, Alessandro Bignamini, Gianluca e Raul Cestaro, Luca Raimondo
  • Formato: brossurato, 130 pagg a colori
  • Prezzo: € 5,20
  • Voto della redazione: 5
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