Long Wei 1 - Il Drago
- Scritto da Daniele Croci
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Dopo una campagna virale senza precedenti sul suolo italico, diffusa non solo con messaggi su blog e social network, ma anche tramite video, candid camera, adesivi e un numero zero prima venduto a Lucca e poi disseminato per Roma e Milano, arriva finalmente il primo albo di Long Wei, la nuova mini targata Editoriale Aurea . 12 episodi mensili per una serie frutto di un idea di Enzo Marino (direttore Aurea) e Roberto Recchioni (Dylan Dog, John Doe), e successivamente sviluppata dallo sceneggiatore Diego Cajelli (Diabolik, Dampyr) e dal disegnatore Luca Genovese (Beta); quest’ultimi compongono anche la coppia creativa dietro a questo primo numero, realizzato in anteprima per Cartoomics 2013 in sole 300 copie – ovviamente andate a ruba – di cui noi siamo riusciti ad accaparrarci una copia in anteprima.
È giunto finalmente il momento di scoprire se dietro la splendida cover di Lorenzo LRNZ Ceccotti, copertinista ufficiale della serie, si trova un prodotto in grado di soddisfare le altissime aspettative che si sono create. Com’è oramai noto ma vale la pena di ricordare, Long Wei narra le gesta di un giovane immigrato cinese, un ex attorucolo di wuxia esperto di arti marziali che, giunto in Italia ad aiutare dei parenti in difficoltà economiche, si trova catapultato nella complessa realtà multietnica che circonda la chinatown milanese di via Paolo Sarpi. Long Wei viane da Shenzhen, poco sopra la regione speciale di Hong Kong, vera e propria mecca del cinema asiatico da cui proviene la stragrande maggioranza del cinema con gli occhi a mandorla, compreso tutto il filone “di botte” che ha fatto la fortuna di Bruce Lee e derivati.
La sceneggiatura di Cajelli conferma le sue doti di scrittore molto rigoroso e con un’enorme padronanza tecnica del medium, soprattutto nella gestione dei ritmi. È ancora troppo presto per speculare sulla storyline orizzontale e sui subplot paralleli, dato che il primo numero si sofferma più a presentare 2-3 personaggi principali, tra cui il nostro eroe, un impavido cinese dal pugno facile e dal gongfu esagerato, nonché i pittoreschi abitanti che girano intorno ai quartieri cinesi della città; tra le altre cose, quello che sembra essere l’elemento di maggior interesse e novità per la serie è proprio l’ambientazione, una Milano reale ed immaginata, reinventata per far spazio alle esigenze di trama (vedi il misterioso capannone dove si consuma lo scontro finale con i gangster) ma sempre viva nel suo ordinato disordine quotidiano. Chi ci vive e la conosce potrà ritrovare i luoghi dove magari transita ogni giorno, e sicuramente guardarli con occhio diverso.
La trama scorre veloce e senza scossoni fino allo scoppiettante (è il caso di dirlo!) finale. Cajelli regala una mezz’oretta di buon intrattenimento, strizzando spesso l’occhio ai fan di un certo cinema di genere che imperversava qualche lustro fa; Luca Genovese si trova decisamente a suo agio, e riesce a conferire ai suoi personaggi una dinamicità e una caratterizzazione grafica davvero ben riuscite. Se alcune sequenze hanno un taglio e un impostazione decisamente cinematografica, non si può non notare altri espedienti che sfruttano maggiormente il medium fumettistico per aumentare la spettacolarità, non solo nelle ipercinetiche scene di lotta: si veda la riuscitissima sequenza del dado nel casinò, o l’uso disinvolto di vignette di varie forme e dimensioni, cosa che mostra una certa volontà di distaccarsi da alcuni rigidi modelli del fumetto italico.
La definizione più calzante su Long Wei è data dallo stesso Cajelli nella postfazione: “È il cinema cinese la vera fonte di ispirazione narrativa. Buoni contro cattivi, schieramenti netti. Vendetta. Un eroe pronto a mettersi dalla parte dei più deboli, costi quel che costi”. Long Wei, almeno nel primo numero, non cerca proprio di andare molto al di là di questo; e se tale impostazione manichea, quasi classico-Bonelliana nella suddivisione dei personaggi e nello sviluppo, potrà far contenta una buona fetta di fan, sarà proprio il limite più grosso per un’altra schiera di lettori. Pur riconoscendo che si tratta di una tematica originale nel fumetto, e in particolare in quello italico, la sensazione di deja-vu nei confronti di certi topoi cinematografici è fortissima. È interessante inoltre constatare che alla precisa scelta narrativa fatta dagli autori si affianca una certa piattezza nella rappresentazione culturale, almeno in questo primo numero; se infatti parte bene con la breve ma efficace sequenza iniziale ambientata in Cina, lo sviluppo successivo si innesta su una rappresentazione addomesticata della cultura cinese, basata su determinati stereotipi culturali ben consolidati e assorbiti dall’immaginario collettivo (arti marziali, ristorante cinese, fuochi d’artificio), che per l’appunto si intrecciano con altri topoi narrativi anch’essi poco originali ma, apparentemente, necessari alla letteratura di genere (l’immancabile damigella in pericolo). Quella del primo numero di Long Wei è una cinesità prêt-à-porter; culturalmente e narrativamente già vista, si basa su un'interpretazione occidentalizzata e filtrata attraverso le lenti distorcenti del cinema di genere di Hong Kong. Bisogna sottolineare che ciò non costituisce necessariamente un difetto, dato che in mani capaci la vicenda potrà benissimo evolvere verso un interessante realismo magico-cinematografico, per rielaborare una definizione usata per autori del calibro di García Márquez o, rimanendo in Cina, per il premio Nobel del 2012 Mo Yan.
Culturalismo spicciolo a parte, non si può non ammettere che Long Wei è buon prodotto di intrattenimento, un fumetto d’azione che si lascia leggere senza particolare difficoltà, e che indubbiamente lascia trasparire il grosso amore per l’argomento da parte degli autori. I dubbi maggiori riguardano l’evoluzione del progetto, e in particolare come la serie verrà influenzata dall’ampia rosa di disegnatori e sceneggiatori che subentreranno nei prossimi numeri. Se le aspettative erano alte, questo numero uno non fa che rilanciarle: tutto dipende da come gli autori sapranno gestire un personaggio e una situazione che, francamente, non è del tutto originale, considerando anche che la forte novità dell’ambientazione tenderà a scemare dopo qualche numero.
Dati del volume
- Editore: Editoriale Aurea
- Autori: Testi di Diego Cajelli, disegni di Luca Genovese
- Formato: Brossura, 98 pagine in b/n
- Prezzo: €3,00
- Voto della redazione: 7