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Miki - i capitoli dell'infanzia 1

Il fumetto è definito “La nona arte” e quando si parla di arte si deve ricordare che da sempre l’arte ha dentro di sé un messaggio, qualsiasi sia il tema trattato. Ci sono dei messaggi che hanno un alto valore sociale che convogliano in quello che possiamo definire un genere (ovvero opera di "denuncia sociale") che, con varie sfaccettature e tinte, può essere associato anche a alcune storie di titoli popolari, uno fra tutti è Dylan Dog.

Miki nasce proprio con questo scopo: alzare il sipario su quegli argomenti che per la loro crudezza difficilmente avrebbero trovato spazio su altre testate, lo si potrebbe etichettare come “il Masini”, nudo e crudo, del fumetto italiano. La storia, quella di un uomo, che, dopo una violenza carnale subita da piccolo, decide di diventare un giustiziere e punire quei Mostri lasciati liberi di agire dalla Legge “ordinaria”, è tanto al limite della fantasia da apparire vera.
Tutta la storia, di  Lorenzo Piscopiello, è raccontata in capitoli: nei primi due numeri sono stati presentati i capitoli “della furia”, ora col terzo numero vengono introdotti i capitoli “dell’infanzia”. Ognuno dei capitoli racconta vari aspetti della vita e delle motivazioni del protagonista con un linguaggio e una sensibilità differente, in relazione al tema trattato.

In questo volume si conosce la triste storia del Protagonista e di suo fratello: veniamo scaraventati nella vita di un bambino di circa 5 anni, Michele, costretto a crescere troppo in fretta e a caricarsi di tanta sofferenza. Queste esperienze e le grandi responsabilità di cui Miki si fa carico, lo plasmeranno e lo renderanno l’uomo e il giustiziere, che in un futuro sarà.

L’analisi fatta da Piscopiello sui ragazzi cosiddetti “difficili” è accurata e sensibile. Tra le righe della storia c’è un grande messaggio sociale a cui si vuole far tendere il lettore e cioè che in una comunità come la nostra ognuno è responsabile della vita del prossimo e per questo nessuno può chiudere gli occhi davanti a un problema, per quanto difficile sia da digerire.
A testimonianza di quanto detto nel fumetto vengono riportati, come corredo narrativo alla storia, articoli di abusi commessi da uomini “impensabili” che hanno approfittato di bambini di ogni sesso e razza, marchiando a fuoco la loro giovane vita per quel lurido e insaziabile appagamento fisico che li muove e che, vergognosamente, li rende dei mostri.
La conclusione a cui si vuol far tendere il lettore attraverso lo svolgimento della storia è che in certe “stanze” ci sono ombre davvero nere e non illuminarle porta solo a deformazioni, sia del singolo che della collettività.

Per quel che riguarda lo stile grafico, gli autori che intervengono su questo numero sono tre.
Piscopiello stesso, dal tratto nervoso e dalle tinte scure, firma il 5° capitolo dove i temi affrontati e il linguaggio grafico scelto per trasmetterli sono indovinati e in linea tra loro; nel 6° capitolo troviamo Federico Piras e Gemma Romanelli, i due alternano i loro tratti con varie tecniche di disegno, alternando scene realizzate con un morbido acquarello (dove è notevole il controllo sulle sfumature) a altre tavole realizzate con chine profonde e contrasti forti di chiaroscuro che risultano molto stilizzate. Il lavoro nel suo insieme appare pulito e semplice, permettendo in questo modo di prestare più attenzione al messaggio che su esso viaggia.

Miki è sicuramente un grande prodotto editoriale, dove è proprio la storia e la sua ruvidità che colpisce e cattura. Un fumetto con poche pretese e grandi obiettivi, studiato e preparato con cura in ogni dettaglio. Appare quasi un prodotto artigianale, ma di grande fattura. Un periodico da promuovere a pieni voti e da cercare in questo imminente inizio del nuovo anno.

Dati del volume

  • Editore: Absolute Black
  • Autori: Testi di Lorenzo Piscopiello e Disegni di Lorenzo Piscopiello, Federico Piras e Gemma Romanelli
  • Formato: brossurato, 48 pagg. b/n
  • Prezzo: € 4.00
  • Voto della redazione: 8
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