Davvero 1
- Scritto da Francesco Diana
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Primo appuntamento con il nuovo mensile delle edizioni Star Comics: dal web alla carta approda in edicola Davvero, di Paola Barbato, che, a differenza degli ultimi progetti proposti dalla casa editrice, si presenta come serie regolare e non come miniserie.
Per chi ancora non lo sapesse, Davvero parte come web comic indipendente che aveva uno scopo ben preciso: riproporre con un’ambientazione tutta italiana ciò che il Giappone esporta con gli shojomanga riscuotendo grande successo in tutto il mondo; raccontare cioè la vita di giovani adolescenti, i loro problemi e le loro “normali” avventure. Si era scelto il web come ultimo baluardo sul quale proporre il concept perché, a detta della stessa autrice, il progetto fu scartato dalle varie case editrici a cui fu proposto, rifiuto motivato da una supposta una mancanza di pubblico a cui il genere era indirizzato, soprattutto in Italia.
Parlando della sua trasposizione su carta, possiamo dire che la Barbato, autrice del soggetto del fumetto e delle storie, ha cercato di conferire alla struttura del fumetto una chiave “intimista, romantica, di formazione”, non rinunciando agli aspetti peculiari propri di un fumetto italiano: il realismo grafico ed i ritmi.
Nella serie da edicola, Martina Ferrari, la protagonista, decide di dimostrare a se stessa e a tutte le persone che conosce di che stoffa è veramente fatta e si trova dopo poche pagine lontana da casa, immersa nella vita reale.
È la stessa Barbato a definire la protagonista della storia come un contenitore vuoto, da riempire mese dopo mese attraverso le esperienze che compirà sulle pagine della serie. Chi ha letto già il web comic sa che questa non è una vana promessa, ma un’assoluta verità dell’autrice.
Tutti gli aspetti caratteriali dei vari personaggi che entrano in gioco nel primo numero della Star Comics, a partire dalla protagonista fino ai comprimari della serie, sono curati nei minimi dettagli: Martina è vuota e tutta da plasmare, suo padre Fausto è succube della moglie e scarica la frustrazione sulla figlia, Gloria, la madre di Martina, è una donna decisa che però vizia esponenzialmente la protagonista. Restando solo nella cerchia stretta della famiglia della giovane protagonista, si capisce come questi semplici elementi caratteriali, fusi in una storia normale come quella di Davvero, sono in realtà gli elementi detonanti di tutti gli avvenimenti che orbitano intorno a Martina.
Si aggiunge a questo sapiente uso delle caratterizzazioni dei personaggi un raffinato modo di sfruttare la realtà del nostro Paese e di concepire un organico di luoghi, situazioni e contesti, ricco e valevole. Vengono sfruttati contesti, quali quelli dei giovani universitari e del vivere nelle grandi Città Metropolitane, che arricchiscono e ampliano il corpus dell’opera, portando la serie ad un livello superiore rispetto a quello che si sarebbe avuto confinando le vicende di Davvero nella sola Brescia, luogo di origine e gabbia d’oro della protagonista.
Un altro grande contributo, è legato anche alla scelta del team realizzativo.
Inquadrando lo stile proposto nel primo numero, possiamo dire che le copertine, affidate ad Andrea Meloni, risultano semplici ed essenziali, ma dannatamente incisive e profonde. L’illustratore, per la serie, ha scelto una tavolozza di colori ristretta e basata principalmente su toni caldi; una rappresentazione come già detto semplice ma curata in ogni piccolo dettaglio con pose intriganti, capaci di trasmettere emozioni forti e condivisibili. La protagonista è ritratta, ma non porge il suo sguardo verso lo spettatore della ipotetica tela, anzi, se ne distoglie, a mo’ di quelle affascinanti Donne quattrocentesche del Grande Da Vinci. Anche il tipo di tecnica utilizzata per realizzare le copertine è interessante: lo sfondo è monocromatico e quasi materico, i contorni della protagonista ritratta non sono ben definiti da linee ma si delimitano solo grazie al sapiente uso dei colori. Insomma, la copertina, che è il biglietto da visita col quale un fumetto si presenta e si distingue in edicola, cattura.
I disegni di questo primo numero sono stati affidati al bravo Walter Trono, artista dal tratto pulito e raffinato, dalla linea semplice e morbida. Trono, conferisce dinamicità all’albo attraverso le pose e le inquadrature scelte con cura in ogni vignetta e caratterizzando i vari luoghi visitati dalla protagonista ognuno con un timbro personale e unico. I dettagli curati e studiati sono tanti e si capisce il grande e faticoso lavoro compiuto dal disegnatore.
Non ultima novità di questa serie mensile, dal punto di vista grafico, è l’idea riservata ai frontespizi che cambieranno volta per volta ad ogni uscita (così come succede per LAW - il lato oscuro della legge) e saranno ispirati ognuno ad una diversa fiction televisiva. A firma i frontespizi è Fabio Detullio, il cui tratto gioca sui chiaroscuro e sull’uso delle ombre. La capacità di sintesi è notevole e l’effetto finale sorprendente.
Per questi motivi e non solo per l’autorità legata al nome dell’autrice, riesce facile capire come la Star Comics abbia voluto puntare su Davvero e proporne una versione da edicola. In effetti il grande seguito che il fumetto aveva avuto sul web gettava già fondamenta sicure sulla buona riuscita del prodotto, fortunatamente però la realtà è stata addirittura superiore alle aspettative e il fumetto ha conquistato più lettori di quelli che ci si aspettava.
Se si parla di Davvero, però, è doveroso fare un confronto tra quello che il fumetto è diventato e quello che il fumetto era prima di approdare ad una pubblicazione da edicola. Inizialmente, Davvero ha rappresentato una vera e propria rivoluzione del mondo del fumetto italiano: la serie era sì autoriale e realista, come la tradizione italiana è abituata a offrire, ma non solo gli autori e i disegnatori erano del Belpaese bensì anche le ambientazioni e le tematiche lo erano, aspetto che nell’attuale serie è stato mantenuto. La peculiarità di questo fumetto, principalmente, sta proprio in questa “novità”.
Il web comic, però, offriva un altro aspetto di rinnovamento rispetto alla prassi, cioè l’introduzione del colore. Già dal primo comunicato scritto dalla Barbato, si sottolineava la ferma intenzione di realizzare la serie per la rete a colori, vuoi per motivi puramente personali, vuoi perché il web, a differenza dell’editoria tradizionale, prediligeva questa soluzione grafica; la riuscita del fumetto è stata comunque incentrata anche sulle capacità dell’autrice di scegliere ed affidare a bravi disegnatori e coloristi le settanta puntate del web comic. Si ricordano sicuramente con piacere le immagini a colori, di una Martina giunta alla stazione centrale di Milano; l'impatto di quelle immagini, di quei giochi di luce, supera di gran lunga la stessa scena proposta nel primo albo mensile in bianco e nero, forse una delle poche che marca la perdita del colore. L’omissione di quest’aspetto fondamentale del fumetto è da ritenersi, nella sua trasposizione su carta, una grande nota di demerito non solo della casa editrice ma anche dell’autrice che non ha voluto, o non è riuscita, a mantenere questo aspetto che possiamo definire peculiare e unico: sarebbe stata la prima serie italiana tutta a colori da molto tempo, anticipando persino il tanto atteso progetto Bonelli de Gli Orfani, che sappiamo essere una miniserie, seppure a più stagioni.
Sempre con riferimento al mensile inoltre, mancano (e non si capisce il perché) due righe, per ringraziare in modo esplicito e chiaro, non solo i fan e gli appassionati, ma anche i talenti che nel web comic sono intervenuti, visto che a differenza degli attuali disegnatori, il loro lavoro necessario e vitale è stato anche gratuito e volto proprio a farsi conoscere.
Per concludere, ben vengano serie come Davvero, che hanno il coraggio e l’ambizione di portare in Italia, l’Italia stessa, con i bei luoghi che la rappresentano, le interessanti persone che la vivono e i valori e i temi più affini a questa gente “comune”. Alla Star Comics va il merito di aver creduto in questo progetto e quindi di aver dato nel fumetto, finalmente, lo spazio che merita il nostro Grande Paese (cosa che, comunque, già aveva fatto con Valter Buio), e di averlo fatto attraverso un personaggio insolito come quello di Martina, personaggio che solo un’autrice come la nostra Paola Barbato poteva tirare fuori dalla sua penna, frutto della sua grande sensibilità e lungimiranza.
Resta però il retrogusto amaro di un salto a metà, dovuto alla scelta del classico bianco e nero e del formato bonellide, che marcano un’editoria e una classe autoriale che ancora non sa andare oltre tutti i classici schemi.
Dati del volume
- Editore: Star Comics
- Autori: Testi di Paola Barbato, disegni di Walter Trono
- Formato: Brossurato, 96 pagg. b/n
- Prezzo: € 2,90
- Voto della redazione: 7