Menu

Giappominchia

È nato prima di tutto come sfogo, sul web, ha confessato l’autrice Giulia Marino durante un’intervista televisiva poco prima della presentazione del libro, all’ultimo Lucca Comics, in occasione della conferenza della Kappa Edizioni. 
Ma Giappominchia è stato subito un successo ed è diventato un volume che raccoglie, in tredici agili capitoli, abitudini, manifestazioni e idiozie che caratterizzano questi strampalati fan del “made in Japan”. Il tutto impreziosito da altrettanti divertenti vignette.
L’approccio della Marino è ironico e spietato, ma sempre composto e mai offensivo; la sua irritazione di seria studiosa e amante del Giappone e il suo disappunto per questa nuova categoria di sprovveduti che ha invaso internet e i forum su manga e anime, sono accesi ed espressi tutt’altro che velatamente, ma sempre imbrigliati in toni faceti.

Nel libro vengono definite tre classi di esperti del Sol Levante  o di presunti tali:
- i nipponisti, ovvero gli studiosi del Giappone e della sua cultura, che fondano il loro sapere prima di tutto su anni passati sui libri e titoli di studio
- gli otaku, termine che in madre lingua ha un connotato negativo ma che ormai si riferisce in Italia agli appassionati; questi sono i fanatici di cultura nipponica, solitamente molto informati e preparati, anche se magari autodidatti
- i giappominchia, ovvero coloro che basano la loro esperienza e conoscenza essenzialmente sulla passione sfrenata per manga e anime e hanno una visione distorta e idilliaca del Giappone, di cui adorano alla follia ogni espressione, anche la ricetta culinaria più indigesta solo perché proveniente da questo Paese

L’autrice confeziona un saggio semiserio di antropologia su una comunità molto nutrita di adolescenti italiani, invasati di fumetti e cartoni animati giapponesi, identificabili facilmente a partire dalla parlata e dalla scrittura farcite di quei pochi e unici vocaboli giapponesi che conoscono, utilizzati a casaccio e declinati ciecamente e alla bisogna all’interno di un italiano sgrammaticato e destrutturato.
Scherzosamente la Marino imputa questo comportamento alla contrazione di una vera e propria malattia, dovuta al virus della “giappominchiosis”, a cui nel nostro Paese le ragazze (rispetto ai ragazzi) sarebbero più esposte, in quanto divoratrici fameliche di manga romantici e sdolcinati, incentrati su intrecci amorosi tra giovani e prestanti  ragazzi (il genere cosidetto "yaoi").
Lo studio divertito sui giappominchia giunge a una verità sconcertante: non pochi otaku sono stati, all’inizio della loro passione nipponica, giappominchia e lo stesso si può dire anche di qualche nipponista (lasciando volontariamente qualche dubbio, si potrebbe aggiungere, sul passato dell’autrice stessa).
Comunque il lato positivo di questa rivelazione, il messaggio  incoraggiante che conclude scherzosamente il libro, è che di “giappominchiosis” si può guarire.

Dati del volume

  • Editore: Kappa Edizioni
  • Autori: Giulia Marino
  • Formato: brossurato – 128 pag. in b/n
  • Prezzo: € 9,50
  • Voto della redazione: 7
Torna in alto