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Morning Glories 1

Essere ammessi alla "Morning Glory Academy" è difficile: per entrare in questo prestigioso istituto occorrono prerequisiti molto stringenti, alcuni particolarmente bizzarri. Ma uscirne è ancora più difficile.
Uscirne vivi, poi, è praticamente impossibile.

Nick Spencer costruisce uno scenario intrigante, con una scuola dove nulla è come sembra, dove dietro ad ogni angolo troviamo un mistero e dove le punizioni sono più severe di quanto possiamo mai aver sognato nei nostri peggiori incubi.
Morning Glories esordisce in questo ottimo primo volume italiano incuriosendo il lettore ad ogni pagina, non interrompendo mai l'inserimento di nuovi elementi di interesse, puntando tutte le sue carte in due direzioni: da un lato sull'introduzione di sei personaggi adolescenti diversi tra di loro e dallo stereotipo adolescenziale (pur mantenendone alcuni elementi); dall'altro lato accumulando misteri su misteri. Proprio come in "Lost".

Paragonare Morning Glories a "Lost" potrebbe essere azzardato, ma non del tutto sbagliato, dato che anche Spencer ha definito la serie come: ""Lost" incontra Runaways" e che il serial è menzionato anche da uno dei personaggi (ma ci sono anche molte altre fonti di ispirazione citate, "Breakfast Club" in primis). Come il telefilm in questione anche questa serie, prodotta dalla Image, inizia con un mistero (in che posto sono finiti i nostri protagonisti? Potranno mai uscirne?); come in "Lost" una delle prime teorie che il lettore può formulare è che i protagonisti siano in realtà morti. Come in "Lost" non tutti i protagonisti sono degli stereotipi dell'eroe buono. Come in "Lost" per ogni risposta che viene data due nuovi misteri vengono introdotti, magari sotto forma di cliffhanger non risolto nell'episodio immediatamente successivo.
Le similitudini potrebbero andare avanti ancora a lungo, ma ci fermiamo qui. Anche perché la scelta di Nick Spencer è decisamente coraggiosa, per non dire azzardata. Sostenere, infatti, questo ritmo in cui i misteri si accumulano man mano che la storia avanza rischia di essere pericoloso, con il peso dei misteri che schiaccia la narrazione degli eventi, specie quando dovremo arrivare al momento fatidico di risoluzione di tutto, risoluzione che dovrà arrivare verso la fine della serie, con gli eventi che potrebbero essere risolti praticamente in contemporanea.
E già adesso questa struttura scricchiola pericolosamente.

Senza voler rivelare troppo, verso la fine di questo primo volume uno dei professori effettua una dimostrazione della propria determinazione e della propria perfidia di fronte ad uno dei sei ragazzi protagonisti. Il quale rimane impassibile per dimostrare di essere superiore alle minacce ricevute. Questa intera scena dovrebbe, quindi, renderci da un lato preoccupati per le sorti dei personaggi e dall'altro orgogliosi per il comportamento del protagonista in questione. Ma il meccanismo si inceppa perché nella descrizione dell'intera scena si riesce ad intravedere che qualcosa non quadra, proprio per la mancata empatia del protagonista nei confronti della vittima della dimostrazione e per la brutalità (l'ennesima) del professore.
La violenza della scena non ha un seguito, né nel comportamento successivo del protagonista, né nell'avanzamento della trama. Agli occhi del lettore attento sembra di intravedere addirittura il sorriso compiaciuto dello scrittore, che ovviamente conosce qualche dettaglio in più rispetto a chi legge, dettaglio che fornirebbe un'interpretazione di questi elementi appena menzionati, lasciando intendere che la violenza descritta non ha ragione di essere enfatizzata perché esiste una spiegazione razionale. Ma intuire che esiste un elemento ignoto al lettore (uno dei molti misteri di cui abbiamo parlato) che riuscirà a giustificare e a "banalizzare" la violenza vissuta, in maniera distaccata, in questa particolare scena rischia, appunto, di spezzare tutto l'incantesimo.
Supponiamo, ad esempio e per assurdo, che nel finale della serie si scopra che è stato tutto un sogno. Come meccanismo narrativo è più che legittimo e il lettore non potrà certo sentirsi preso in giro se questa fosse l'intera chiave di lettura del fumetto, specie se venisse sfruttata al meglio. Ma intuire che esiste una svolta del genere agli inizi della serie può essere invece dannoso. Se sin dalla partenza vacilla la fiducia nelo sceneggiatore, e nella sua capacità di risoluzione della trama, ecco che l'empatia nei confronti dei protagonisti crolla miseramente, rendendoci disinteressati alle loro sorti. E se è vero, come sembra, che il piano generale degli autori è quello di arrivare a 100 numeri circa, sarà bene che queste crepe vengano tappate al più presto, altrimenti l'attenzione del lettore ad ogni mistero introdotto, invece di aumentare, crollerà miseramente.

Tornando alle citazioni sopra menzionate non possiamo non notare quanto queste piacciano allo scrittore. Sono usate platealmente nei dialoghi, sottilmente nei comportamenti e a volte addirittura sottintese. L'inserimento di tali citazioni ha un motivo ben preciso, quello di creare un legame di complicità col lettore contando sulla sua conoscenza dei riferimenti menzionati, ma alla lunga questo meccanismo appesantisce l'avanzamento della storia, specie quando si presuppone una conoscenza di base specifica, senza la quale tali citazioni risultano inutili.
Pur tenendo in considerazione tutti questi aspetti il voume è particolarmente piacevole e il mistero è, per ora,  sicuramente interessante; il tutto, poi, è impreziosito dalle matite di Joe Eisma, che ricordano molto proprio i Runaways di Adrian Alphona, una delle fonti d'ispirazione delle tematiche adolescenziali descritte.
L'interazione tra i personaggi è, inoltre, funzionante e si chiude questo primo volume col desiderio di sapere come proseguirà questa interessante serie.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi di Nick Spencer; disegni di Joe Eisma
  • Formato: brossurato,192 pagg. a colori
  • Prezzo: € 17,00
  • Voto della redazione: 7
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