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Teenage Mutant Ninja Turtles 4.0

Suono e movimento: le due proprietà che il fumetto non ha in sé, pur essendo la sua natura narrativa in forma sequenziale, rappresentazione visiva di scene in itinere. Nel saper rendere l’idea di suono e movimento sta buona parte dell’efficacia della comunicazione a fumetti; quella su cui si sono concentrati i più grandi maestri del medium, da Will Eisner in giù, raffinando la tecnica per entrare in complicità con il lettore che deve “sentire” quel suono e quel movimento.
Se c’è una cosa che colpisce, in questo quarto volume di Teenage Mutant Ninja Turtles, è prima di tutto l’abilità tecnica con cui questi due elementi narrativi vengono resi. Pagine e pagine di azione senza dialoghi, in cui il racconto per immagini raggiunge punti di eccellenza, cristallizzando nelle vignette l’attimo giusto per intuire il movimento, muovendo la visuale con sensibilità cinematografica estrema, facendo dell’onomatopea un rumore di fondo continuo che accompagna l’azione, fino a rendere “strani” (e dunque altrettanto narrativi) i momenti di silenzio. Così, in questo flusso d’azione ipercinetica e fonetica, la lettura di queste storie scivola via in un soffio, restituendo ancora, a distanza di vent’anni, una sensazione di freschezza e agilità gradevolissima.

Il merito va certamente riconosciuto al disegnatore di questi episodi, Jim Lawson, perfetto nell’impostare la tavola, senza ripetersi mai e con uno studio attentissimo degli spazi. Ma non si può ricondurre solo al suo lavoro questo riuscitissimo effetto narrativo: risulta evidente la funzione che la sceneggiatura di Kevin Eastman e Peter Laird riveste nel dettare il ritmo, fino ad essere veri e propri registi che guidano passo passo la mano di Lawson. D’altra parte, i due creatori delle Tartarughe scrivono a loro volta con la sensibilità del disegnatore, conoscono l’uso fumettistico del tempo. L’ulteriore riprova si ha nell’ultimo episodio del volume, quando Eastman e Laird riprendono in mano matite e chine in prima persona, in una storia praticamente muta che si mostra all’altezza (se non superiore, almeno per inquadrature) rispetto alla prova data da Lawson.
Se questi aspetti della narrazione sono una costante lungo tutto il volume, non altrettanto può dirsi per l’impatto estetico. Sotto questo profilo, le matite di Lawson cambiano in maniera sensibile a seconda delle chine e dei retini che vi si innestano: quando all’opera sono Eric Talbot e lo stesso Laird, il risultato sono vignette dettagliate, piene e generose; quando invece interviene Keith Aiken, il risultato è nettamente inferiore, con un effetto visivo più spoglio e sgraziato, soprattutto nelle figure umane.

Il volume contiene due archi narrativi, distanziati tra loro nella serie originale. Il primo riporta in scena un redivivo Shredder, portando anche avanti la vecchia “rivalità” interna tra lo scavezzacollo Raffaello e il capo naturale Leonardo. Il secondo, invece, con più momenti riflessivi, si incentra sul personaggio di Casey Jones e prepara il terreno alla saga “Città in guerra”, di cui questo quarto volume contiene solo un prologo.
Buono il formato offerto da 001 Edizioni, anche se, come già avevamo notato, un piccolo apparato redazionale in più non avrebbe guastato.

Dati del volume

  • Editore: 001 Edizioni
  • Autori: testi di Kevin Eastman e Peter Laird; disegni di Jim Lawson, Kevin Eastman e Peter Laird
  • Formato: brossurato, 224 pag. in b/n
  • Prezzo: € 15,00
  • Voto della redazione: 7
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