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Devil e i Cavalieri Marvel 1

L’occasione è di quelle ghiotte: dopo i recenti esordi in edicola di Venom e Deadpool, la Panini Comics continua ad estendere il proprio parco editoriale lanciando un’altra testata, stavolta dedicata all’eroe cieco Devil; Devil e i Cavalieri Marvel si presenta come la testata con il sommario potenzialmente più interessante da un paio di anni a questa parte, non solo per il recente restart della serie del Diavolo Rosso, ma anche per  la presenza di altri due antieroi, tra i più oscuri e iconici della Casa delle Idee: il Punitore e Ghost Rider, che esordiscono anche loro con nuove serie, rendendo questo albo uno starting point perfetto per tutti e tre i personaggi.

La parte del leone la fa naturalmente Devil, protagonista di due storie, entrambe firmate dal suo nuovo autore di turno, ovvero quel Mark Waid che ricordiamo con piacere per i suoi lavori in casa DC comics, come The Flash e Venga il Tuo Regno. Lo sceneggiatore si allontana dai toni Noir ed hard boiled delle storie precedenti ed effettua un vero e proprio ritorno alle origini, proponendo una versione retrò di Devil, con atmosfere supereroistiche tipiche degli albori, delineando un clima narrativo scanzonato rispetto alla lunga catena di eventi drammatici avvenuti durante le gestioni di Bendis, Brubaker e Diggle.
Tornato, dunque, dal suo viaggio sabbatico on the road (narrato nella miniserie Rinato), Matt Murdock si rimette in carreggiata, sia con la sua carriera di avvocato sia nell’attività di vigilante mascherato, trovando difficoltà su entrambi i fronti. Waid lo catapulta subito in azione, irrompendo durante un matrimonio tra due famiglie mafiose e scontrandosi con La Macchia, un criminale di serie b del pantheon di Spider-Man, che qui viene rilanciato come figura estremamente più letale (ed interessante) rispetto alla sua prima, pacchiana, caratterizzazione degli anni ’80.
Rispetto ai suoi predecessori, Waid esplora la dualità Matt Murdock/Devil in maniera più leggera, ma altrettanto introspettiva, mantenendo un certo equilibrio tra poteri e debolezze del personaggio, i cui supersensi non arrivano mai completamente a sostituire la vista (vedi l’intrigante colpo di scena finale), tenendolo sempre in bilico tra l’essere un supereroe e un non vedente. La storia è impostata come una commedia d’azione, con il ritorno del protagonista al suo storico atteggiamento da guascone mascherato, unito ad una brillante interazione tra i personaggi, attraverso dialoghi frizzanti e gag varie, come quella ricorrente sulla popolarità della sua identità segreta. Ottimi ed eleganti i disegni di Paolo Rivera, le cui tavole accompagnano in maniera perfetta i testi di Waid, con un tratto morbido, senza sbavature ed eccessi, esprimendo un approccio al personaggio che sembra rincorrere anch’esso i toni di tante storie classiche del Devil di Stan Lee e John Romita, nella seconda metà degli anni ’60.
Dopo un esordio leggero e promettente, Waid ci regala una seconda, breve, storia di una decina di pagine, focalizzata su una chiacchierata tra Matt e l’amico fraterno Foggy, durante una passeggiata per le vie di New York. Si tratta di una storiella arguta e introspettiva, molto divertente da leggere, anche grazie ai disegni di Marcos Martin: un artista con uno stile personale già ben definito, che riesce ad esprimere in poche pagine alcune brillanti soluzioni grafiche, unite ad una costruzione briosa della tavola, piena di dettagli di scena.

Passando ai comprimari, la nuova serie del Punitore ci catapulta, invece, in una dimensione da serial poliziesco di ultima generazione, con una struttura fortemente corale, non incentrata sul personaggio di Frank Castle (che compare in pochissime pagine), ma basata sulla reciproca interazione di numerosi comprimari, che vanno a comporre le tessere di un mosaico narrativo con atmosfere da moderna crime story metropolitana. I toni della vicenda sono molto adulti e realistici, con un incastro serrato delle varie storie parallele (che si concentrano, di volta in volta, sui poliziotti, sui criminali, sulle vittime o sul Punitore) collegate alle indagini di una carneficina a un matrimonio. La cura per i particolari dello scrittore Greg Rucka viene sublimata dalle spettacolari tavole firmate da Marco Checchetto, dal tratto incredibilmente realistico e dettagliato, con un’ottima caratterizzazione grafica dei vari personaggi, compreso un Frank Castle ombroso e implacabile.

Chiude il sommario il nuovo Ghost Rider, scritto e disegnato rispettivamente da Rob Williams e Matthew Clark, i quali raccontano come il desiderio di Johnny Blaze, di sfuggire alla maledizione del centauro infernale, abbia delle conseguenze insperate e, forse, fatali. Questa serie è il punto debole dell’intero albo, a causa di poche idee, espresse in maniera molto convenzionale all’interno di una trama dall’andamento insicuro, che sembra fare tabula rasa del personaggio, rifacendosi (anche graficamente) alla sua controparte cinematografica, con alcuni elementi della prima caratterizzazione anni ’70; la rappresentazione di Johnny Blaze appare, comunque, abbastanza forzata e gratuita, in una storia fin troppo semplicistica e priva di pathos, che introduce anche un nuovo avversario, (letteralmente) sbucato dal nulla e senza alcuno spunto di originalità. I disegni di Matthew Clark sono di discreto livello, seppur abbastanza accademici, con la pecca di una certa inespressività dei vari personaggi.

Nonostante l’esordio anonimo di questa serie (ci auguriamo che il livello narrativo migliori per il futuro, sia per spunti che per sviluppo), la qualità del materiale contenuto in questo primo numero di Devil e i Cavalieri Marvel si assesta su un livello medio alto, mantenendo le premesse di un sommario intrigante e facendo ben sperare per il futuro di questa nuova testata.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Mark Waid, Greg Rucka, Rob Williams Disegni di Paolo Rivera & Marcos Martin, Marco Checchetto, Matthew Clark
  • Formato: Spillato, 80 pag. colore
  • Prezzo: € 3,50
  • Voto della redazione: 8
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