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Wolverine - Il migliore in quello che fa 1 (di 2)

Il presente volume contiene i primi sei episodi della nuova serie regolare di Wolverine (The Best There Is/Il Migliore in quello che fa), con una saga completa il cui incipit centrale è basato sulla seguente domanda: cosa succede quando il fattore rigenerante di Wolverine viene portato al limite della sua capacità massima?
La risposta è contenuta in una storia molto cruda, con Logan catturato da un gruppo di singolari supercriminali, praticamente immortali, il cui capo è una bomba batteriologica vivente, in grado di generare qualsiasi virus esistente: dal raffreddore alla peste bubbonica. Per salvare la vita di un ragazzino gravemente malato, il nostro eroe decide di non ribellarsi e sottoporsi a tutte le torture e le mutilazioni dei suoi aguzzini, che testeranno i limiti del suo potere autorigenerante.

La Panini pubblica in volume una serie non certamente adatta ad un pubblico molto giovane, visti i toni adulti e da Grand Guignol presenti.
Una storia dallo stile durissimo e con elementi impeccabilmente sgradevoli, ideata da Charlie Huston, romanziere e sceneggiatore noir, che spiazza i lettori presentando davvero un Wolverine mai visto: lo vediamo da subito nudo e prigioniero di alcuni zotici, poi samaritano torturato, cavia da laboratorio, ballerino scatenato in discoteca e novello "Edward Mani di Forbice", in una caratterizzazione sardonica, indirizzata ad evitare sistematicamente tutti i caratteri salienti (e carismatici) del personaggio.
Lo scrittore, infatti, spoglia fin da subito Wolverine di tutti gli elementi supereroistici appartenenti all’iconografia degli X-Men, catapultandolo in un’ambientazione crepuscolare e sanguigna, in bilico tra atmosfere horror-splatter, estetica sadomaso, e un fantasy lisergico dai toni cupissimi e glamour: per fare un esempio illuminante, è come trovare il nostro mutante preferito in un mix composto dai film della serie “Saw” e i video di Marylin Manson, tipo “The Beautiful People” e “Mobscene”.

I punti forti della sceneggiatura di Huston sono rappresentati soprattutto dalla caratterizzazione dei singolari villains e dalla cura nei dialoghi, quest'ultimi impostati con realistica e brillante introspezione, arrivando a punte di grande eccellenza come, ad esempio, nello scambio di battute tra Wolverine e Goth: uno dei personaggi più riusciti della storia, a metà strada tra il Dorian Grey di Oscar Wilde e lo Spider Jerusalem di Warren Ellis. Da questo punto di vista, è evidente come i personaggi contino più della storia che, di per sé, racconta ben poco, essendo incentrata totalmente sulle dinamiche, crudeli e al tempo stesso ironiche, tra l’eroe-vittima e i cattivi-aguzzini. Cessata però la sorpresa nel vedere un Wolverine calato in atmosfere così diverse dai contesti in cui siamo abituati, e prendendo atto anche di una certa ricercatezza nei testi e nella rappresentazione dei vari characters, non possiamo non esimerci dal valutare anche i difetti di una storia che appare, sostanzialmente, scarna e ripetitiva nel suo sviluppo narrativo. La sceneggiatura non ha un vero e proprio senso compiuto nella sua progressione ed i villains non sono mai approfonditi in pieno, né vengono chiariti bene i loro propositi. Lo stesso Wolverine appare, qui, abbastanza impoverito nella sua caratterizzazione, ridotto ad una sorta di marionetta nelle mani dei cattivi, con una passività che, anche alla luce dei suoi nobili intenti, risulta esagerata ed irreale, così come eccessivamente repentina la sua ribellione, quando si riveste con poca credibilità del suo manto carismatico di inesorabile angelo vendicatore. C’è inso,mma, un’esasperazione della trama, tesa all’eccesso nel suo essere incentrata unicamente sulla via crucis di sangue e dolore di Logan, impostata anche su una certa, ridondante e compiaciuta, ricerca di elementi spiacevoli sul personaggio che, alla fine, diventa leziosa.

La storia risulta, comunque visivamente potente, grazie alle matite di Juan Jose Ryp (Frank Miller's RoboCop, Black Summer e No Hero per la Avatar Press), un disegnatore abilissimo e generoso nella costruzione delle singole tavole, il cui stile ricorda molto quello di Geof Darrow (Hard Boiled, Big Guy & Rusty), presentando una derivazione sottilmente underground unita ad una cura maniacale per i dettagli ed una padronanza nel rappresentare scene violentissime ed estremamente gore.
Se il buongiorno si vede dal mattino, questa serie, nonostante le sue pecche, ha tutte le carte in regola per essere ricordata come uno dei prodotti più atipici ed originali su Wolverine che la Marvel abbia mai pubblicato.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Charlie Huston, Disegni di Juan Jose Ryp
  • Formato: Brossurato, 144 pag, colore
  • Prezzo: € 13,00
  • Voto della redazione: 5
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