Menu

La Guerra Eterna

Joe Haldeman è un reduce della guerra del Vietnam; costretto a partire per il fronte nel 1967, fece ritorno a casa un anno dopo con duecento ferite, trenta delle quali gravi.
L’esperienza bellica segnò profondamente lo scrittore: la spersonalizzazione dell’individuo trasformato in macchina per uccidere, la snervante attesa che precedeva le battaglie, la facilità con cui si può rimanere uccisi e, soprattutto, il fatto di combattere contro un popolo sconosciuto in una terra sconosciuta per fini, teoricamente, di libertà sono tutti temi che furono trasposti, nel 1972, in War Year.
In quel primo romanzo, l’autore raccontò l’esperienza militare in Vietnam così come l’aveva vissuto, anche se non in termini autobiografici; il discreto successo ottenuto, spinge Haldeman a continuare la carriera di scrittore, affiancandola a quella di professore. È nel 1974, con La Guerra Eterna (The Forever War), che Joe Haldeman arriva alla vetta agognata da ogni scrittore di fantascienza, vincendo i premi Nebula e Hugo.

L’invenzione del salto collapsar, tecnologia che rende possibile lo spostamento istantaneo tra gli spazi siderali, apre nuove possibilità espansionistiche all’uomo. Anni dopo la scoperta, a seguito dell’attacco alla sonda “Columbia 4” nel 2056 da parte di esseri alieni che vengono chiamati Taurani, l’umanità inizia una guerra che si protrarrà attraverso i secoli.
Nel collapsar, infatti, ogni salto delle astronavi verso i campi di battaglia, è misurato in decenni, quando non secoli, in termini di tempo terrestre.
In La Guerra Eterna, seguiamo la vita e la carriera di William Mandella: arruolato nel 2057, e trasportato nei campi di battaglia insieme a tutti i “soldati” selezionati attraverso la “Grande Coscrizione” (una massiccia selezione di esseri umani, scelti in base all’alto IQ e all’elevata resistenza fisica), vivrà in prima persona le battaglie che segneranno la guerra intergalattica, avanzando militarmente di grado e perdendo ogni contatto con il pianeta natio, che si dimostrerà sempre più estraneo a ogni ritorno, a causa dei cambiamenti sociali, inevitabili, dovuti al passare dei secoli.

La Guerra Eterna è un capolavoro della fantascienza classica; i parallelismi tra la guerra del Vietnam e la vicenda narrata sono moltissimi: dalla “grande coscrizione” che corrisponde alla chiamata alle armi obbligatoria che costò migliaia di vite nel conflitto Vietnamita, alla lotta contro un popolo di cui s’ignora tutto, fino ai frequenti ritorni in una patria che, col tempo, diventa sempre più estranea e disinteressata al conflitto combattuto in un luogo estraneo e lontano. Narrato in prima persona, la Guerra Eterna esercita una forza e un’attrattiva nel lettore che non è stata minimamente scalfita dal tempo, grazie ad una trama solida e verosimile.

È quindi un bene che Marvano e Haldemann abbiano deciso di mantenere intatta questa forza nella trasposizione fumettistica. La versione bedè del romanzo, pur inevitabilmente epurata, mantiene intatta l’esperienza di lettura, anzi, riesce ad arricchirla grazie alle evocative illustrazioni d’altri tempi dell’autore belga.

Le tavole ricche e dettagliate di Marvano riescono nell’intento di collocare temporalmente la storia nel momento della concezione (fine anni settanta, quindi) tramite la caratterizzazione data, ad esempio, delle uniformi o delle astronavi ricche di elementi tecnologici ma che evocano uno “stile” proprio del periodo (le uniformi e le tute di battaglie ricordano le uniformi degli astronauti che sbarcarono sulla Luna; la tecnologia è ricca di tubazioni e fortemente “industriale”). La caratterizzazione dei personaggi è, contemporaneamente, il punto di forza e il punto debole dell’opera. Graficamente si assomigliano tutti; neanche Mandella, il protagonista, spicca dalla massa asettica e, a volte, inespressiva e ciò non fa che limitare il coinvolgimento emotivo del lettore.
Sorge, però, il dubbio che tale scelta sia stata fatta in maniera consapevole dai due autori; se da un lato, come detto, l’aver caratterizzato graficamente i personaggi avrebbe reso, in alcuni punti, la storia più avvincente, dall’altro si sarebbe perso l’effetto di spersonalizzazione dato dalla carriera militare, che risulta molto più evidente nel fumetto che nel romanzo. Che Marvano fosse in grado di aggiungere spessore grafico ai suoi personaggi si capisce grazie all’intuizione, semplice e geniale allo stesso tempo, di aggiungere il nome dei soldati ben visibile nel casco e nelle uniformi di battaglia, all’interno delle quali tutti i personaggi sarebbero stati uguali; grazie a quest’accorgimento è proprio nelle scene più concitate e drammatiche che riusciamo a identificare con uno sguardo gli attori in scena, e sono proprio queste pagine quelle che si rivelano le più avvincenti.

Dal punto di vista della trasposizione, non c’è nulla da obiettare: Marvano e Joe Haldemann hanno lavorato a stretto contatto per quest’opera (originariamente pubblicato, per Dupuis, in tre capitoli realizzati tra il 1988 e il 1989), e nulla dello spirito del romanzo è andato perso. L’unico limite del fumetto, anzi, è proprio questa sua somiglianza: l’uso della parola scritta, come unico mezzo di narrazione, è massiccio e inevitabile vista la mole di informazioni da dare, soprattutto nel primo capitolo, e la sensazione di trovarci di fronte ad un romanzo riccamente illustrato, più che di una storia a immagini sequenziali, è alta. Tuttavia l’uso delle didascalie e della narrazione in prima persona (usando lo stesso stile e le stesse parole del romanzo d’origine) si amalgama perfettamente con le illustrazioni di Marvano e, anche se il medium fumettistico sarebbe potuto essere usato in maniera più efficace, questo avrebbe sicuramente comportato una decompressione della trama e un conseguente allungamento delle pagine da produrre.
Se avete amato il romanzo, riconoscerete lo stile in questa trasposizione; se ancora non l’avete letto, vi consigliamo di farlo dopo la lettura del fumetto in modo da poter arricchire la vicenda narrata con i numerosi episodi, presenti nel romanzo, ma qui assenti.

La 001 Edizioni conquista un altro titolo essenziale legato alla fantascienza nella bande dessinèe dopo Universal War One e Valérian e Laureline (anche se definire l’ambientazione, di quest’ultimo, fantascienza è riduttivo); il volume La Guerra Eterna si apprezza, oltre che per la storia, anche per l’introduzione dello stesso Haldeman e per lo struggente estratto della corrispondenza tra lo scrittore americano e Marvano, pubblicato alla fine del libro; grazie a questi due estratti la natura personale e soggettiva dell’intera opera è più evidente.
Se proprio vogliamo trovare dei difetti nell'edizione, potremmo citare l'assenza delle evocative tre copertine del volume originale e la riduzione del formato d'origine che sacrifica un po' le tavole, ma sarebbe veramente il cercare il pelo nell'uovo di un edizione più che adeguata.

In futuro, la 001 pubblicherà anche la trasposizione del seguito de La Guerra Eterna: Missione Eterna (Forever Free - Libre à jamais).

Dati del volume

  • Editore: 001 Edizioni
  • Autori: Testi di Joe Haldeman, disegni di Marvano
  • Formato: brossurato, 160 pagine a colori
  • Prezzo: € 18,00
  • Voto della redazione: 9
Torna in alto