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Le cronache di Wormwood 2

Bello, ricco, affascinante e intelligente. Un vero e proprio golden boy, insomma… Danny Wormwood è a capo di una grande major televisiva, è giovane e innamoratissimo della sua ragazza (anche se in passato l’ha tradita). Allora dov’è la fregatura? Semplice: Danny è nientemeno che il figlio di Satana, l’Anticristo in persona. Fortunatamente, nello scorso volume è riuscito, in compagnia del suo amico Jay (che altri non è che Gesù Cristo, ma reso ritardato da una manganellata) a esiliare per sempre Dio e il Diavolo, e a portare quindi la pace sulla Terra.

“L’ultima battaglia” lo vede protagonista di una nuova lotta biblica: Papa Jacko, suo vecchio nemico, è riuscito a tornare dall’aldilà per impradonirsi di tutto ciò che Danny possiede e imporre il suo dominio. Cosa possono fare un Anticristo redento, un Gesù con forti vuoti di memoria e un coniglio parlante e sessualmente deviato per fare fronte all’avanzata di un nemico, al tempo stesso esoterico e cibernetico, così pericoloso?

In questo secondo volume di Le cronache di Wormwood, Garth Ennis sfodera la sua vena più pulp e acida, riuscendo a far convivere blasfemia, avventura, cattivissimo gusto e un pizzico di polemica sociale incentrata sul potere mediatico, stordente, della televisione e della politica e dell’orrore che vi si nasconde dietro ai programmi trasmessi: grazie a un’infinita serie di escamotage ai confini del thrash più radicale e repellente, l’autore irlandese confezione uno story-arc in cui si rispecchia alla perfezione la frase che qualcuno, una volta, ha detto su di lui: “la differenza tra Garth Ennis e un uomo normale è che, dopo una serata in birreria tra amici in cui si dice una marea di cavolate, l’uomo normale torna a casa e va a letto. Garth Ennis torna a casa e mette quella marea di cavolate in un fumetto.” Certo, questo non è sempre vero (ricordiamo cicli di storie seri quali Storie di guerra, War is hell, Garth Ennis Battlefields e il ciclo del Punitore per Marvel Max), ma spesso uno dei più importanti punti di forza dello sceneggiatore di Preacher è proprio quello di essere perfettamente in grado di inserire componenti, di taglio cinicamente umoristico, in storie che trattano invece temi apocalittici o comunque profondamente seri – ad esempio in Preacher si passa da una scena in cui un uomo è costretto ad autosodomizzarsi, a una delle più belle dichiarazioni d’amore del fumetto americano contemporaneo.

Ne Le cronache di Wormwood, l’ironia più feroce e spietata scorre come un fiume in piena, spesso squisitamente fine a se stessa, più spesso volta a sfrondare gli allori di falsi miti (la televisione, la politica, la religione…).
Non a caso Garth Ennis è stato definito “il Quentin Tarantino del fumetto”: così come nei capolavori del grande regista, anche nei fumetti di Ennis i dialoghi sono una componente preponderante della sceneggiatura, essendo congegnati alla perfezione e taglienti come rasoi. Le cronache di Wormwood non è un capolavoro (siamo lontani da Preacher), ma senza dubbio si tratta di un fumetto estremamente divertente.

Ottima la componente artistica, affidata al “muscolare” Oscar Jimenez: i disegni iper-realistici, che in linea teorica dovrebbero stridere con l’assurda sceneggiatura, si sposano invece alla perfezione con la storia di Ennis, conferendo un grande valore aggiunto all’opera.

Unica pecca dell’edizione BD, la mancata pubblicazione dello story arc che intercorre tra il primo e questo secondo volume di Le cronache di Wormwood: alcuni avvenimenti, descritti in un breve editoriale all’inizio del volume, meriterebbero di essere letti integralmente, non tanto per seguire con facilità il plot de “L’ultima battaglia”, di per sè comprensibilissimo anche a se stante, ma piuttosto per la coerenza e la completezza che un lettore esigente desidera.

Dati del volume

  • Editore: Edizioni BD
  • Autori: Testi di Garth Ennis, disegni di Oscar Jimenez
  • Formato: Brossurato, 144 pagine a colori
  • Prezzo: € 13,00
  • Voto della redazione: 7
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