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Superman 54

Ormai al termine della travagliata era Planeta, gli ultimi albi della testata di Superman sono nel pieno del viaggio per l’America che il personaggio sta compiendo sotto la gestione firmata J.M. Strazynski. Un viaggio on the road, che Superman ha iniziato dopo la distruzione dsupei Nuovo Krypton, intrapreso per tornare con i piedi per terra e, così facendo, per riguadagnare la fiducia del genere umano. In questa maniera, dopo molto tempo, il superessere vive le cose dal loro interno, non più come piccoli panorami osservati dalle alte quote, e il trovarsi coinvolto in tanti piccoli problemi quotidiani lo porta a dover assumere nuove prospettive e mettere in dubbio molte sue convinzioni.

L’idea di Straczynski è certamente buona e ricca di potenzialità, seppure la rappresentazione di un supereroe in crisi con i propri valori sia divenuto, ormai, un classico del genere. Tuttavia il risultato finale è ben al di sotto delle potenzialità e si risolve, anzi, in una storia a lungo andare noiosa, e non per il venir meno di quel mix tra azione e intrigo politico cui ci aveva abituato il lunghissimo ciclo kryptoniano. Ciò che non funziona è proprio la messa in scena del conflitto interiore di Superman, soffocato in un rimuginare continuo, con una tendenza quasi forzata a dubitare su tutto, tendenza evidente soprattutto in quest’ultimo albo. Questo Superman depresso e iperfragile è la versione più pedante e sdolcinata di quella “crisi del supereroe” che tante belle storie ci ha regalato.

Il problema sta forse nelle eccessive aspettative generate da Straczynski: non tanto nei lettori (pur abituati a ben altra qualità, associata a quel nome), quanto piuttosto nell’autore stesso. Il fatto che per tanti anni, per sua stessa ammissione, Straczynski abbia atteso di scrivere il supereroe per antonomasia, lo ha con ogni probabilità portato a svolgere grandi riflessioni sulla sua essenza e a immagazzinare una mole di idee da utilizzare (come ben testimoniato dalla sua serie capolavoro Supreme Power). L’impressione data da queste pagine, quindi, è che l’autore stia infilando a forza nella mente di Superman tutte quelle riflessioni che sono invece sue, spingendo all’eccesso le reazioni dell’eroe e saltando a conclusioni affrettate che risultano innaturali.

Tale dinamica si mostra con particolare evidenza nella prima storia di questo albo, con un comportamento da parte di Superman troppo in dissonanza con il personaggio e con la sua storia recente, atteggiamento non “costruito” a sufficienza nei precedenti episodi, arrivando a degli eccessi nettamente fuori luogo.
Ma se fin qui si poteva almeno apprezzare il fatto che Superman vivesse una crisi interiore da cui sarebbe dovuto uscire con le proprie forze, a rovinare anche questo aspetto provvede il secondo episodio dell’albo, in cui con un ritorno a scenari meno quotidiani viene ripresa la “Squadra dei Supermen”. Perfetto deus ex machina, la squadra, composta quasi solo da comparse mute, opera la svolta narrativa che porterà Superman verso la “guarigione” morale, facendo però leva sulla declinazione più banale e ingenua dei suoi valori di fondo originari. Per di più, a essere banalizzata è pure l’esperienza del dubbio di Superman, spiegata in ragione di manipolazioni esterne subite dall’Uomo d’Acciaio. Il semplicismo di queste scene, e la facilità della soluzione, finiscono così per togliere valore al dilemma interiore del personaggio e impoverire la sua eventuale crescita.

In definitiva, sembra che Straczynski, qui coadiuvato ai testi da Chris Roberson, spinto dall’eccitazione di scrivere tutto ciò che per anni ha sedimentato pensando a Superman, si sia fatto prendere troppo la mano dalla  tecnica in cui di solito eccelle, ossia raccontare il lato più umano del personaggio, come visto in Amazing Spider-Man e in Thor.

Va meglio sotto il profilo della narrazione grafica, con un discreto Allan Goldman cui segue uno strepitoso Eddy Barrows. Se entrambi offrono un buono storytelling, il secondo mostra però una netta superiorità nel produrre una rappresentazione più studiata, spettacolare e coinvolgente, nonché nel livello di dettaglio e nella bellezza del tratto.
In ultimo segnaliamo, con qualche perplessità, come, giunta ormai a fine corsa, la Planeta sembra aver finalmente posto un serio argine ai suoi noti problemi di cura editoriale. Ma queste sono valutazioni che ormai, come si suol dire, lasciano il tempo che trovano.

Dati del volume

  • Editore: Planeta DeAgostini
  • Autori: testi di J.M. Straczynski e Chris Roberson; disegni di Alan Goldman e Eddy Barrows
  • Formato: spillato, 48 pagine a colori
  • Prezzo: € 3,95
  • Voto della redazione: 5
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