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The Huntress 1 (USA)

Ottobre è il mese di assestamento del nuovo DCU e, assieme a novembre, la vera cartina tornasole della stabilità e robustezza di questa nuova struttura. Perché è chiaro che dietro alle esorbitanti vendite non ci possa essere solo la passione per i 52 titoli, subito esauritisi a scatola chiusa, ma anche molta curiosità per l'operazione in sè.
Ottobre è anche il mese di lancio delle prime due miniserie che, pur non riportando in calce "The New 52", vengono in aiuto alla costruzione del nuovo universo DC: si tratta di The HuntressPenguin: Pain and prejudice.

Scritta da Paul Levitz e disegnata da Marcus ToThe Huntress apre il sipario sulla nuova Cacciatrice al suo ritorno in Italia, più precisamente a Napoli, per una storia che racconta del tentativo della giovane Helena Bertinelli di risalire alla sorgente di un traffico di armi e schiave sessuali, che dal Medio Oriente transitano per il porto di Napoli per poi partire in direzione di Gotham.
Di per sè la trama è piuttosto semplice e non richiede un grande sforzo di comprensione: Cacciatrice arriva a Napoli, scopre il cargo di armi e ragazze e decide di fare giustizia con le proprie mani. Punto.

Quel che più risalta di questo nuovo albo, specialmente da un'ottica italiana, è il modo in cui Levitz sceglie di parlare del nostro paese: lo fa con rapide occhiate e pensieri estemporanei, ma che tutti assieme portano alla visione finale di un paese allo sbando, la cui classe politica si perde in frivole depravazioni invece di affrontare i problemi del paese; problemi di cui, comunque, la gente comune sembra non curarsi (o non a sufficienza), come fa presente il giornalista contattato da Helena, ormai stanco di raccontare del marcio che intasa il paese e vedere una totale assenza di reazione. Levitz descrive un popolo fiacco, imbelle, in balia di una politica decadente, probabilmente limitandosi a trasferire nella voce di Helena l'impressione che il resto del mondo ha dell'Italia.
In tutto questo parte della risoluzione del problema, nemmeno fossimo tornati ai tempi della seconda guerra mondiale, arriva dagli States, con un vigilante in maschera che, se nel dopoguerra recava con sè il sogno americano, ispirando valori e volontà d'imitazione, ora agisce nell'ombra e colpisce laddove quei valori si sono sfaldati.
Se i timori di alcune lettrici allo scorso San Diego Comic Con era che le quote rosa DC potessero venire diminuite e oggettificate  dal nuovo rilancio (si pensi alla Starfire versione Pin-Up vista sulle pagine di Red Hood & The Outsiders, o alla ben più provocante Catwoman), il primo numero di Huntress arriva a fugare questi timori, merito anche del lavoro di Marcus To, il cui stile elegante, con echi kubertiani, si rivela l'ideale per questa spy story supereroistica al femminile.

Un esordio certamente tagliente, che mescola azione e investigazione ma che finisce col risolversi in una scrittura fin troppo semplice, che farà ricordare The Huntress più per quello che arriva a rappresentare (una presa di posizione forte sulla situazione di un paese estero, un punto in favore per i "nuovi" personaggi femminili) che per quello che realmente è: un albo a fumetti che racconta una storia.

Dati del volume

  • Editore: DC Comics
  • Autori: Testi di Paul Levitz, disegni di Marcus To
  • Formato: spillato, 32 pagine a colori
  • Prezzo: $2.99
  • Voto della redazione: 5
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