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The Walking Dead vol. 9 - Qui restiamo

Lo scorso volume di The Walking Dead ha segnato un forte punto di rottura nella zombie-saga a fumetti più famosa del mondo: numerosi coprotagonisti hanno infatti trovato la morte non per mano dei “vaganti”, ma a causa di una terrificante faida messa in atto da un essere umano assai più feroce dei cumuli di carne marcia deambulanti che infestano il mondo. In seguito alla scomparsa di molti cari, tra i quali la stessa Lori,  Rick e la sua ultima ragione di vita, il figlio Carl, si rimettono in cammino alla ricerca di un luogo sicuro e di altri superstiti. In un mondo devastato, infetto e privo di speranza, un mondo in cui i morti regnano senza saperlo, padre e figlio cercano disperatamente di sopravvivere, non solo agli assalti degli zombi, ma anche al peso dei ricordi, dolorosi e taglienti come rasoi. E sono proprio queste reminescenze in agguato dietro ad ogni angolo a rappresentare il pericolo maggiore, perchè in un mondo in cui i morti camminano, rimanere ancorati alla realtà può rappresentare l’unica speranza di sopravvivenza… Soprattutto se il tesoro che ci si porta appresso è il bene più grande, ovvero la propria progenie.

Con "Qui restiamo", Robert Kirkman rimescola e ridistribuisce le carte della sua creazione: il punto di svolta lascia presagire sviluppi le cui tematiche si discostano profondamente da quelle dei precedenti volumi, pur rimanendo nell’ambito dell’introspezione e dell’esaltazione della caratterizzazione dei protagonisti. The Walking Dead è infatti un fumetto che più che con la carne in decomposizione ha a che fare con la psicologia, e in cui i morti deambulanti, che ora sembrano (finalmente!) essere tornati sotto la luce dei riflettori scalzando i vampiri, non sono altro che un pretesto per raccontare dinamiche profondamente umane, legate a doppio filo con il concetto di vita, non con quello di morte. È forse proprio questo il maggior punto di forza di The Walking Dead, ossia l’avvalersi del “mostro di turno” come di una metafora volta a indagare la condizione umana. Non a caso il padre stesso dello zombi moderno, l’ineffabile George A. Romero, ha fatto di questa archetipica figura marcescente una vera e propria icona metaforica della nostra realtà sociale, attuale e non, uno specchio che riesce a riflettere il vero aspetto di ciò che ha di fronte: l’esponente di una società in putrefazione, un essere umano smascherato e costretto a mostrarsi per ciò che è, una volta libero dalle catene che la convivenza gli ha imposto. Lo stesso padre della psicanalisi, il dottor Sigmund Freud, sosteneva che l’uomo ha abbondanato la propria libertà, nell’atto dell’accettazione delle regole sociali, barattandola con un po' di sicurezza. Una sicurezza che gli zombi, quelli di Romero come quelli di Kirkman, hanno spezzato come un ramoscello, riportando così l’uomo alla sua forma originale: quella bestiale.

Come sempre, ottimi gli ormai endemici disegni di Charlie Adlard, espressivi, solenni e duttili, che riescono a seguire le svariate sfaccettature della trama e a tradurre in linguaggio visivo la potenza dell'ottima sceneggiatura: la componente artistica trova la sua apoteosi nel distintivo bianco e nero, così raro nel fumetto americano di oggi.
Ottima anche la veste grafica con cui SaldaPress propone al pubblico italiano lo zombi-capolavoro del fumetto statunitense.

Dati del volume

  • Editore: SaldaPress
  • Autori: testi di Robert Kirkman, disegni di Charlie Adlard
  • Formato: brossurato, 144 pagine in b/n
  • Prezzo: € 12,50
  • Voto della redazione: 8
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