Nathan Never Speciale 21: Tre passi nel domani

Insolito speciale estivo per far convergere il ventennale di Nathan Never, il character fantascientifico di casa Bonelli, con una pubblicazione ad hoc. Un albo tutto a colori con tre storie di una quarantina di pagine ognuna, scritte in solitaria da quella "Banda dei Sardi" che ha creato il mondo di Nathan Never e contribuito ampiamente alla sua affermazione nelle edicole peninsulari.
Purtroppo la possibilità di realizzare un volume imperdibile è coincisa con le esigenze produttive (il nuovo step della collana regolare, in piena evoluzione) e l'estro non troppo felice della quasi totalità degli autori coinvolti.

Il primo segmento, “Cyberspazio” di Bepi Vigna e Nicola Mari, presenta immediatamente una storia flebile e senza mordente, in parte prevedibile, disegnata nello standard attuale di Mari. Orribile la colorazione, specie quando ci immergiamo nella realtà virtuale.

Proseguendo ecco “Guerra” di Michele Medda e Germano Bonazzi. Una storia a tutta azione ma con evidente chiave di lettura che coinvolge ragazzi di strada, interessi industriali e militari. Bonazzi ultimamente si è visto spesso nelle varie testate legate al musone, e il suo tratto risente inevitabilmente dell’iperproduttività. Pur con qualche riserva ci sembra la migliore storia del lotto.

L’ultimo capitolo, idealmente propedeutico alla Guerra dei Mondi in atto sulla testata regolare, porta il parossistico titolo di “Futuro” (gli autori sono Antonio Serra e Roberto De Angelis) e si rivela essere un racconto narrato dallo stesso Nathan a una platea di ragazzini superstiti della guerra passata e ancora incombente. Tanto presente che sul finale arriva lo scontro supremo, lasciato all’immaginazione del lettore. In questo frammento, un De Angelis di buon livello qualitativo che soprattutto nella prima parte viene penalizzato da una colorazione inadeguata, purtroppo male comune a tutte le storie dell’albo.

I colori, infatti, anziché risaltare e valorizzare al massimo il tratto dei tre disegnatori accompagnandone la narrazione visiva, sono anonimi. La pecca più evidente della pubblicazione, risultando, anziché valore aggiunto di questo albo-anniversario, una sorta di facile capro espiatorio per tre storie che in definitiva nulla aggiungono all’universo neveriano.
Si festeggia a denti stretti, insomma.