La storia del Capitano Quijote Patchwork

Tratta dall’omonimo racconto inglobato nel romanzo antologico “Terra!” di Stefano Benni, La storia del Capitano Quijote Patchwork era stata presentata al pubblico di lingua francofona dalla Nucléa nel 2002 in un volume di grandi dimensioni. Successivamente riproposta nel nostro Paese quattro anni più tardi dal settimanale Skorpio in due corpose tranche, approda finalmente in volume adesso e lo fa con un’edizione agile arricchita da schizzi e disegni inediti, più una breve ma esauriente premessa di Alessandro Di Nocera.

Spartaco Ripa (artigiano del fumetto attivo fin dai primi anni ‘80 al lavoro soprattutto per l’Eura e per Il Giornalino) riduce il racconto di Benni, lo adatta, disegna e colora in quarantaquattro tavole d’impatto visivo simile a quello di un Juan Giménez grazie alla tecnica cromatica delle ecoline che valorizzano opportunamente il caratteristico tratto del disegnatore romano, analogo per certi versi a quello di Rodolfo Torti.

La storia, ambientata in un caotico futuro prossimo che strizza l’occhio al nostro presente passato, è un’avventura a rotta di collo con il sentimento della passione che sfocia in una delirante follia. È l’eterna lotta di un novello e rappezzato Achab con il suo personale Moby Dick, in una chiave quasi steampunk.
Chulain è un marinaio in cerca di ingaggio, che trova presso la nave spaziale Grampus la quale si occupa di cacciare e trasformare meteoriti di metallo prezioso.
Quijote Patchwork, il capitano della Grampus, vuol catturare quella candida meteorite che lo assilla dalla notte dei tempi e che lo ha di fatto psichicamente devastato.
Chulain è l’unico a riuscire in qualche maniera a interagire con il capitano, un uomo cupo sempre immerso nei suoi pensieri e nei suoi febbrili propositi.

Quando la furiosa disperazione alfine si placa il cerchio si congiunge lasciando la sensazione di aver letto un libro che valeva la pena di essere letto.
Intendiamoci, nulla di clamoroso: l’abilità narrativa di Benni non si scopre adesso. Ripa l’asseconda soprattutto con una prova grafica che non abbiamo più ritrovato della stessa qualità nei suoi lavori successivi.

Un’altra interessante pubblicazione della vivace editoriale piemontese sempre tesa nella presentazione di storie da ogni latitudine del fumetto, con una confezione ineccepibile sotto il profilo tipografico.