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Tokyo Snow White Project

Ricordate "Megaloman", i "Gatchaman" o i "Power Rangers" (occidentalizzazione dei serial-live Super Sentai nipponici)? Un elemento comune di tutti questi programmi è che il gruppo formato dagli eroi è suddiviso in base al colore primario del costume: l’eroe principale di solito ha il costume rosso, il bel misterioso il costume blu, la ragazza il costume rosa e cosí via. Ogni puntata ha una struttura circolare con i cattivi che attuano un nuovo piano, gli eroi che li affrontano e sembrano soccombere momentaneamente per poi riscattarsi alla fine. Risultato: i cattivi scappano con la coda tra le gambe ritornando la puntata successiva con un nuovo mostro/marchingegno pronto per essere distrutto.
Nella vita reale, i buoni avrebbero sponsor e un sacco di contratti pubblicitari per finanziare la loro causa... ma chi spenderebbe soldi per i cattivi, destinati sempre al fallimento, con ingente sperpero dei fondi necessari alla sostituzione del personale e alla riparazione dei macchinari distrutti/danneggiati?

Risponde alla domanda Tokyo Snow White Project (in originale Tokyo Junpakuka Keikaku) di Yuko Osada, qui alla sua vera prova d'autore dopo Toto!The Wonderful Adventure e Tribal 12.
Tsuneaki Kikuchi è l'ultima recluta dell'organizzazione Honeda, il cui unico scopo è quello di imbiancare totalmente Tokyo. Affiancato da altre reclute come lui, abbigliato e truccato come uno scheletro ambulante, gira per la metropoli giapponese per attuare i piani (malvagi?) dell’organizzazione a cui appartiene. A loro si oppone la squadriglia vegetale computerizzata Shochikubain, e quello che ne esce è un volume autoconclusivo divertente e originale.

Osada conosce bene i topoi principali del genere e dà per scontato che anche il lettore li conosca; non dà spiegazioni, ribalta i fronti e ci catapulta da subito al centro dell'azione, pur non riuscendo a padroneggiarla in pieno e penalizzando la storia con alcune tavole dalla scansione narrativa confusa. Per fortuna questo difetto è evidente soprattutto all'inizio, scomparendo col procedere delle pagine; ma visto che l'intera trama si sviluppa e conclude in cinque capitoli, non si ha il tempo materiale per dimenticarsene.
Quello che spicca in questa opera è l'originalità della trama, ricca di spunti fantasiosi,che non solo ironizza sui serial live-action di matrice giapponese, ma è anche una riuscita satira sociale sulle aziende nipponiche, visto che l’orgnanizzazione malvagia Honeda è strutturata come una moderna multinazionale, con succursali principali e periferiche che hanno un budget da rispettare e rischiano la chiusura se non raggiungono il target voluto dalla sede principale.

È dunque un vero peccato che Tokyo Snow White Project si esaurisca in maniera piuttosto frettolosa; con questo volume Yuko Osada si rivela ancora una volta un autore promettente, dalle mille idee e dallo stile moderno e dinamico.
Ne confermano il talento le due storie autoconlusive che chiudono il volume: la spaziale Space Girl Sana Chang e la chicca Izakaia Yorokonde - trattoria “con piacere”, pezzo forte del volume.

Dati del volume

  • Editore: Ronin Manga/Kappa Edizioni
  • Autori: testi e disegni di Yuko Osada
  • Formato: brossurato, 224 pagine in b/n
  • Prezzo: € 10,00
  • Voto della redazione: 6
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