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Moving Pictures

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Quando arriva la guerra travolge tutto quello che trova; non c’è brandello della vita umana che venga risparmiato o salvato, ogni cosa è presa in mezzo ai fuochi del conflitto.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Parigi è un trofeo revanscista per i nazisti. L’occupazione della capitale francese è densa di storia e significati, e la sua umiliante punizione passa anche per la spoliazione dell’immensa ricchezza artistica conservata nei suoi musei. In particolare, i nazisti sono interessati a quelle opere che considerano legate alla grandezza del loro popolo, considerando le altre poco più che scarti. A osservare questa allegoria del conflitto che si tiene nelle sale dei musei è Ila Gardner, studentessa canadese giunta in Francia proprio per far pratica sulla cura museale. La ragazza, tuttavia, è tirata in mezzo a questo conflitto anche per via della relazione che instaura con il funzionario tedesco preposto a individuare e recuperare le opere: e per via di questo rapporto, Ila si troverà a dover decidere se fuggire dal mondo e dalla storia come un quadro dimenticato in qualche magazzino, oppure restare ed esistere.

Kathryn Immonen imposta tutto il racconto su una grande allegoria: il racconto della guerra non è mai diretto ed esplicito, ma passa sempre attraverso le vicende delle opere d’arte al centro della disputa. Sono queste opere a rappresentare l’umano sconvolto dalla guerra, catalogato e spostato come si trattasse di semplici pacchi, a dispetto di tutta la profondità che l’arte si porta dietro. D’altra parte, la scelta di far passare tutto il racconto attraverso queste opere si rispecchia nel fatto che i riferimenti alla guerra, al nazismo, alle deportazioni, ecc., non sono mai nominali, rimangono sempre evocati, sullo sfondo.
Altrettanto fa ai disegni Stuart Immonen, evitando di illustrare scene di guerra, divise naziste o svastiche: la guerra si intuisce, ma non è mai nominata o rappresentata. Il dramma del conflitto è tutto condensato nella vicenda di queste immagini e figure spostate da un contendente all’altro, immagazzinate, svilite.

La chiave allegorica torna anche nelle illustrazioni, laddove Immonen adotta un tratto sporco e dettagliato nella raffigurazione delle opere d’arte, a fronte di un segno molto stilizzato quando si tratta di ritrarre le scene e i personaggi della storia: in tal modo, sembra quasi che queste opere siano più reali del loro contesto, e ciò ben si sposa con la scelta di renderle la vera chiave interpretativa del conflitto.
Così, la catalogazione degli oggetti artistici contenuti nel museo, il loro trasferimento e il loro destino più o meno fortunato, diventano metafora delle mille vicissitudini che gli uomini attraversano nella guerra, o anche semplicemente in una vita che spesso dimentica la loro unicità. E posta di fronte a questa consapevolezza, anche Ila dovrà trarne le conseguenze.

Con una narrazione dai ritmi rilassati e senza particolare enfasi, la scrittrice imposta una storia dal sapore quasi onirico, nel suo essere lontana dal clamore della guerra che è pur sempre il suo contesto. I dialoghi rimangono ricchi di sottintesi, di frasi lasciate in sospeso e di silenzi pieni di significato, quasi l’autrice volesse spingere il lettore a integrare la narrazione con le sue sensazioni.
Alle matite, il marito non è da meno, procedendo con uno storytelling lineare e semplice. Il tratto essenziale rende la tavola nel suo complesso molto pulita, ma l’apparente semplicità dell’accostamento di luci e ombre nette è senza dubbio ricavato “per semplificazione” da un lavoro preliminare molto più elaborato e dettagliato.

Moving Pictures è insomma un’opera all’apparenza molto semplice e ai limiti dell’innocuo, ma che nasconde in realtà un potenziale che sta solo al lettore ricavare, strato dopo strato.
Formato compatto e buona qualità di stampa rendono positivo anche il giudizio sulla cura editoriale.

Dati del volume

  • Editore: Nicola Pesce Editore
  • Autori: testi di Kathryn Immonen; disegni di Stuart Immonen
  • Formato: brossurato, 138 pagine in b/n
  • Prezzo: € 14,90
  • Voto della redazione: 7
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