Next Men vol. 1

Aperto il volume, davanti alla prima pagina che mostra due bellicosi terapodi in atteggiamento di lotta, il lettore comprende immediatamente di trovarsi di fronte a un fumetto supereroistico sui generis. Next Men infatti è molto di più, lo si potrebbe inserire nel calderone del genere fantascientifico, ma anche così sarebbe troppo evasivo. Forse il modo più facile per farsi intendere in modo chiaro è citarne l’autore: John Byrne. Byrne fa parte di quel gruppo di fuoriclasse dei comics americani, di quella ristretta schiera di autori che è sufficiente nominare perché il lettore cominci ad immaginare, a volare con la fantasia, prima ancora di vedere e leggere la pagina.
Un plauso va a 001 Edizioni, che renderà ora disponibile anche al pubblico italiano l’intera opera, in sei volumi; si tratta di tutto il materiale prodotto tra il 1991 e il 1995 per la Dark Horse in America, in trentuno uscite, più il prequel 2112.

Il libro si apre con questo graphic novel, il cui titolo è legato alla classe di neodiplomati della Safeguard, l’agenzia mondiale, responsabile della sicurezza. Byrne ci spalanca un futuro ipertecnologico, fatto di teletrasporti, androidi umani e animali, megalopoli grandi quanto stati, con un’attenzione anche al tema ecologico. Il suo tratto inconfondibile rende così naturale e straordinariamente semplice un mondo in realtà descritto nel minimo particolare.  
Il male qui è incarnato dallo spietato e micidiale Sathanas, a capo dei “reietti”, un esercito di mutanti, conseguenza diretta di esperimenti eseguiti agli inizi degli anni '60 del XX secolo, il “Progetto Next Men”, per isolare il gene responsabile di ogni mutazione della storia biologica dell’uomo. Il carismatico agente Red e gli eroici cadetti della Safeguard, freschi di diploma, saranno l’ultimo manipolo di eroi che si frapporranno a Sathanas per impedire la distruzione della Terra.

Il volume contiene quindi il preludio e i primi due capitoli dell'opera che raccontano i modi e i responsabili di quel progetto, le cui nefande ripercussioni il lettore ha da poco conosciuto nel prequel 2112, e spiega nella sua conclusione il legame di questo con gli episodi della serie.
I protagonisti sono cinque ragazzi dai poteri metaumani, frutto della mutazione genetica, vere e proprie cavie di laboratorio cresciute in un mondo virtuale (che anticipa di quasi un decennio l’idea di successo di "Matrix"), i quali riescono in modo rocambolesco a fuggire e ad entrare nella realtà quotidiana: un vero e proprio shock per loro.

Ad un primo superficiale approccio, per il tema mutante trattato e nell’assonanza stessa del titolo, sembra facile un parallelismo con gli X-Men, personaggi che Byrne conosce molto bene e per i quali ha realizzato pagine memorabili. In realtà però i paragoni si arrestano a questo lontano grado di parentela. Quest’opera, nello sviluppo e nell’intenzione dell’autore, si inserisce invece per impostazione e toni, nel solco tracciato dai capolavori di Frank Miller o Alan Moore, vale a dire opere capaci di proporre una tipologia di supereroe per un pubblico maturo, appartenente ed interagente con il mondo reale. I personaggi di Byrne infatti non hanno bisogno di costumi identificativi, i loro poteri sono appena abbozzati in questi primi tre capitoli e sono completamente marginali ai fini della trama e del coinvolgimento che riesce a garantire questo fumetto (anche con momenti di pura spystory).
La capacità narrativa di Byrne si manifesta in tutta la sua completezza e maturità di autore nella sceneggiatura e nella grafica, superba nel particolare, nella cura e nella diversità di miriadi di soggetti e situazioni. Sia nel graphic novel che nella serie, poi, non mancano un pizzico di sesso e soprattutto di ironia, che arricchiscono la vicenda e contribuiscono ad alleggerirla e renderla ancor più gradevole.
Stiamo parlando di un fumetto vecchio di venti anni, in bianco e nero, e tuttavia capace di catturare ancora magicamente, con la classe del suo autore, un pubblico sempre più esigente e mai pago come quello di oggi.