Batman 43
- Scritto da Paolo Pugliese
- Pubblicato in Recensioni
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Da questo numero, e per i prossimi 5 mesi, la testata mensile dell’Uomo Pipistrello congelerà la scaletta di pubblicazione delle serie Batman e Detective Comics per concentrarsi unicamente sulla miniserie Il Ritorno di Bruce Wayne. Accantonando per il momento le vicende dei nuovi Batman/Dick Grayson e Robin/Damian Wayne, l’imprevedibile scrittore Grant Morrison torna sul luogo del delitto, occupandosi nuovamente del Cavaliere Oscuro originale. Bruce Wayne è vivo, nonostante per ben due volte sia stato dato per morto, sempre ad opera dello sceneggiatore scozzese: la prima, ricordiamo, durante la saga "Batman R.I.P.", scomparendo in seguito a un’esplosione, ma in realtà venendo rapito da emissari del tiranno galattico Darkseid, che nel corso degli eventi di Crisi Finale intendeva usare il suo corpo per creare un esercito di cloni ai suoi ordini; la seconda volta, invece, avvenne per mano dello stesso Darkseid, che lo disintegrò con i suoi raggi Omega. In realtà, si era visto subito che Bruce Wayne era sopravvissuto al mortale effetto Omega, venendo però catapultato lungo il flusso temporale, come indicano anche alcuni indizi raccolti dai suoi amici ed alleati (Superman, Lanterna Verde e Booster Gold), che ne hanno seguito le tracce viaggiando anche loro indietro nel tempo.
La miniserie, quindi, ci svela la catena di eventi dietro il ritorno di Bruce, e il primo capitolo corrisponde anche alla prima tappa del suo viaggio temporale: l’età della pietra. Assistiamo alle vicende dell’eroe che, disorientato e senza ricordi, si ritrova in mezzo a una guerra di confini tra due tribù nemiche. La cosa più interessante della storia in sé è la figura di un Bruce Wayne essenziale, senza memoria o background, guidato solo dall’istinto di guerriero e dall’eco del suo addestramento fisico. Una caratterizzazione nuda e lineare da parte di Morrison che attesta il suo preciso obiettivo di ricostruire, pezzo per pezzo, la figura del supereroe che aveva precedentemente dissezionato in "Batman R.I.P.".
Come spiegato nel corposo editoriale dell’albo, questa saga è il mezzo per riassemblare le tessere del mosaico narrativo creato negli ultimi due anni da Morrison, aggiungendo di volta in volta un frammento del personaggio in ordine alle avventure che vivrà nei prossimi mesi, peregrinando tra epoche diverse e, di conseguenza, tra generi narrativi differenti: il western, il noir, la spy story e l’avventura tout court, tra preistoria e swashbuckling novel, cioè racconti di pirati.
Il gioco dichiarato di Morrison è far compiere al personaggio un doppio percorso, temporale ed evolutivo: da un lato facendolo arrivare al presente finalmente completo dopo aver attraversato momenti chiave della storia dell’umanità, e dall’altro estremizzando il concetto stesso di "Batman", inserendolo in determinati contesti temporali, adattandolo ad essi e focalizzandone di volta in volta gli aspetti più importanti. In merito a quest’ultimo fattore, è chiara l’intenzione di Morrison di mettere in risalto sia la personalità che le capacità di Bruce/Batman, facendolo percepire come un’unica entità e non come due personaggi separati.
Per quanto riguarda la storia presentata in questo albo, se a prima vista risulta interessante l'aver calato questo personaggio in un’ambientazione lontanissima dal suo habitat metropolitano e oscuro, con Morrison che costruisce un impianto teso ad omaggiare un lungo corso di storie di fantascienza delle quali il personaggio fu protagonista negli anni ’50 e ’60, d’altro canto l’impostazione narrativa non brilla certo per originalità. Al di là delle prospettive e delle intuizioni dell’autore sulla caratterizzazione di Bruce Wayne/Batman, la storia di questo primo episodio è a dir poco basilare, se non addirittura prevedibile nella sua struttura, con uno sviluppo minimalista che rasenta la banalità nel suo uso forzato del simbolismo costumistico di Batman, qui replicato in chiave preistorica, oltre ad inutili strizzate d’occhio alla continuity, grazie alla presenza di personaggi come il criminale immortale Vandal Savage e il guerriero delle caverne Anthro (protagonista di una sua serie negli anni ’70), il cui giovane nipote assume in maniera affettata i panni di un Robin cavernicolo.
L’idea che il salto temporale funga così da leit motiv per la riproposizione in chiave alternativa di un Batman legato al momento storico in cui è calato, in questo primo episodio, raggiunge un risultato farraginoso e ripetitivo. L’adattamento dell’iconografia del Cavaliere Oscuro rispetto alle varie ere e categorie narrative è infatti più vicina all’idea degli Elseworld (storie con versioni alternative dei supereroi), cioè di un divertissement narrativo fuori contesto e fuori dalla continuity del personaggio, piuttosto che un passaggio cardine di ricomposizione e rinascita, integrato tanto nell’universo di Batman quanto nel suo percorso editoriale.
In attesa di leggere i prossimi capitoli, dunque, promuoviamo a pieni voti il lavoro del disegnatore Chris Sprouse, dal tratto pulito, morbido e dettagliato, titolare sia di una costruzione della tavola chiara e ben scansionata nella progressione narrativa tra le singole vignette, sia di un’impostazione visiva di Bruce Wayne/Batman di grande effetto e carisma.
Dati del volume
- Editore: Planeta DeAgostini
- Autori: testi di Grant Morrison; disegni di Chris Sprouse
- Formato: spillato, 56 pagine a colori
- Prezzo: € 3,50
- Voto della redazione: 4