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La notte più profonda 8

Un’occasione per lo più sprecata. A questo si è ridotta l’ambiziosa operazione rappresentata da "La notte più profonda", il megacrossover che ha sconvolto l’Universo DC nell’ultimo anno di storie.
L’ottavo e ultimo numero della miniserie giunge alla fine del conflitto tra i diversi eserciti di lanterne corrispondenti ai vari colori dello spettro emozionale e le lanterne nere di Nekron, che dopo aver riportato in vita e nuovamente ucciso molti eroi, si appresta a seminare morte in tutto l'universo. Va dunque in scena la scontata vittoria dei buoni, mentre vengono gettate le basi per storie future che, sulla carta, possono riservare qualche spunto interessante.

Il problema è che, sempre sulla carta, anche questa storia avrebbe potuto essere ben più interessante. Il risultato finale è invece un blockbuster di quelli più ignoranti, con una trama ridotta a una rissa abnorme tra i “Power Rangers” e gli “zombi”, e una spettacolarità tutta affidata all’abile mano di Ivan Reis, autore di tavole memorabili. Ma la storia non c’è. È tutto un rimbalzare stroboscopico di colori, di verdi che diventano blu, di gialli che diventano rossi, di neri che si accapigliano con bianchi, di minacce terrificanti per il tempo di una pagina e trombette da cavalleria. Tutto è giocato su colpi di scena faciloni che non possono non far presa sul lettore, ma anche questi sono mitragliati in quantità tanto eccessiva da perdersi e appiattirsi nel mare di svolte della battaglia.

Eppure, come si accennava, la storia avrebbe potuto riservare ben di più. Un vero spreco la maniera superficiale in cui è stata utilizzata l’idea dello spettro emozionale: invece di approfondire e ampliare le implicazioni e le differenze, lo scrittore Geoff Johns si è limitato a caratterizzare quasi tutti i personaggi in maniera monodimensionale e a dipingerli con una tutina colorata indosso. Ma la “figata” dei personaggi multicromatici lascia il tempo che trova, e appunto non si innesta mai davvero in un discorso sistematico. Qual è il ruolo della rabbia nell’economia della storia? Quale quello dell’amore, della forza di volontà, della paura, e di tutte le altre? Qual è la peculiarità profonda di ognuna di queste “forze” dello spettro emozionale? Un’idea che avrebbe potuto aprire praterie narrative, e che invece è stata ridotta a un pretesto per una scazzottata neanche tanto epica, nella sua ripetitività.
Sotto questa luce, non è una scusa sufficiente neanche la decompressione delle trame. Prova ne sono i crossover che continuano a funzionare in casa Marvel, ma anche in casa DC (l’ultimo è Crisi Finale di Grant Morrison). Pure in questi altri casi le trame scontano l’uso di raccontare poche svolte significative in tante pagine; ma, appunto, queste svolte sono a loro modo dense di significato. Ne La notte più profonda tutto questo accavallarsi di colpi di scena non dice niente.

Ancor più grave il fiasco di Johns se inquadrato nel suo contesto. La notte più profonda costituisce, come affermato dallo stesso autore, la parte conclusiva di un trittico partito con Lanterna Verde: Rinascita e continuato con La guerra del Corpo di Sinestro. Con queste due miniserie (e con Crisi Infinita), Johns aveva saputo davvero infondere nuova vita non solo a Lanterna Verde, ma anche a tutto l’Universo DC, dando una nuova direzione a un universo narrativo che troppo spesso era parso non averne. Ma se la conclusione di questa lunga operazione si è risolta nella banalità de La notte più profonda, si può parlare senza troppi problemi di un vero e proprio fallimento. A parte qualche resurrezione (che novità…) e il dettaglio, destinato presto all’oblio, che il pianeta Terra è la culla della vita, cosa porta questa miniserie di nuovo all’intero Universo DC?

L'incapacità di questa serie di far considerare il DCU sotto una nuova luce non è cosa da poco, considerando i canoni minimi cui devono ormai rispondere i crossover di supereroi: questi hanno infatti assunto la funzione di vere e proprie ridefinizioni del paradigma narrativo, di ripensamento dell’intero contesto. Si guardi ai continui sconvolgimenti attraversati negli ultimi anni dai supereroi Marvel, costretti a ripensarsi di continuo. Ma rimanendo ai lidi DC, basti osservare anche la semplice scelta lessicale di identificare i maggiori crossover con il recupero del termine “crisi”: un termine che, come si sa, significa proprio cambiamento, distruzione e rigenerazione (e non nel senso banale e superficiale de La notte più profonda).

Johns tutto questo lo ha perso di vista, modulando una storia inutile che riserva solo qualche potenzialità (ma da saper sfruttare) per il futuro. Davvero poco per le ambizioni con cui è stata presentata. Per fortuna, a salvare la situazione dal fallimento totale ci ha pensato Ivan Reis, pregevole dalla prima all’ultima pagina, curato nei dettagli, dinamico nell’azione, spettacolare nella raffigurazione e nell’inquadratura. Peccato che a supportare tanta classe, ci sia stata una storia con così poco da dire.

Dati del volume

  • Editore: Planeta DeAgostini
  • Autori: testi di Geoff Johns, disegni di Ivan Reis
  • Formato: spillato, 48 pagine a colori
  • Prezzo: € 3,95
  • Voto della redazione: 4
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